Capitolo 59

821 42 11
                                    

Il tempo scorreva troppo velocemente per noi, ogni giornata era scandita da una serie di compiti pre-programmati da eseguire alla perfezione.
Durante la mattinata non incrociavo quasi mai i ragazzi, nemmeno durante la pausa pranzo, erano spesso chiusi in sala prove o nei vari studi di registrazione.

La preparazione del nuovo album li stava stremando, sapevo che alcune canzoni non erano ancora pronte.
Capitava saltuariamente che la sera cenavamo tutti insieme nel loro dormitorio, ma notavo quanto spesso fossero spossati o con la mente altrove.
Erano arrivati al limite, avevano bisogno di una vacanza, e io non potevo non pensare egoisticamente a quella che avremmo trascorso insieme in Italia.
Un pomeriggio un'idea alquanto particolare si fece largo fra i miei pensieri, così raggiunsi Jin nella sala registrazione per chiedere l'autorizzazione alla messa in atto.

Lo trovali lì, dietro il grande microfono circolare, con delle enormi cuffie alle orecchie e la sua immancabile felpa rosa. Teneva gli occhi chiusi e le sopracciglia leggermente ripiegate, accentuando il piccolo sforzo sonoro che il tono della melodia richiedeva. La sua voce cristallina risuonava in tutta la stanza, sembrava di essere appena entrati in paradiso.

Quando finì la strofa le palpebre si riaprirono andando a sbattere contro il lungo ciuffo scuro di capelli, appena mi riconobbe sobbalzò leggermente sulla sedia, non si aspettava la mia presenza. Dopo un breve scambio di segnali e gesti chiesi il permesso per entrare nella piccola stanza dietro il vetro e lui annuì con un cenno.

- Jin scusami, non volevo disturbarti, sono passata a chiederti le chiavi del vostro appartamento.
- Che ci devi fare? (mi squadrò confuso)
- Ecco vedi, siccome siete sempre impegnati e stanchi in questo periodo, pensavo di farvi una "quasi" sorpresa e occuparmi di voi questa sera. Vi preparerò una cenetta squisita.

Chiuse gli occhi battendosi la mano al petto ripetute volte, finse di asciugarsi delle lacrime inesistenti e mi invitò ad avvicinarmi a lui per un abbraccio.

"aaaaaah la nostra Siena, ma quanto è preziosa! Non sai che gioia sapere che stasera non dovrò sforzarmi per cucinare qualcosa per quei cinghiali o ordinare il solito cibo da asporto. Sono commosso, sei un angelo sceso sulla terra per venirmi a salvare. Vai pure a prenderle nella tasca del mio cappotto, dovrei averlo lasciato nel salone principale."

Ricambiai il complimento con un sorriso, lui lanciò il suo solito bacio volante e uscii dalla stanza.

Le loro casacche erano tutte accatastate sul divano della sala relax.
C'era il maxi bomber nero di Jk, che profumava ancora di mare, la giacca di jeans di Hobi, il piumino lungo di Nam, la giacca di pelle di Jimin, il cappotto nero di Yoongi, quello beige di Tae e quello rosa di Jin. Tastai nelle tasche di quest'ultimo e sentii il tintinnio dell'oggetto metallico.

"Hai intenzione di rubare il confetto di Jin-hyung?"

Una voce possente, seguita da una lunga risata, mi fece sobbalzare.

"Joonie, vuoi farmi morire d'infarto?"

I singolari occhi a forma di drago del moro accanto a me si chiusero in piccole fessure, poi si coprì le labbra con le lunghe dita affusolate.

- ahaha Sisi, che ci fai qua? Sei venuta a congratularti con Jungkookie?
- No stavo prendendo le vostre chiavi di casa (mi bloccai analizzando la sua frase) Con Jk? Perché dovrei congratularmi con lui?
- Le.. le chiavi.. di casa nostra?

I suoi occhi sorvolarono il perimetro della stanza alla ricerca di un senso logico.

- Si, volevo prepararvi una sorpresa per stasera, ma di questo passo lo sapranno persino i muri!
- Ooooh, ma che carina Sisi! E che ci farai?
- Allora io..

𝘚𝘰, 𝘴𝘩𝘰𝘸 𝘮𝘦 [ 𝘑. 𝘑𝘬 ]     Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora