Capitolo 58

808 33 14
                                    

Il modo in cui mi aveva chiamato mi immobilizzò.

"Papera, che stai facendo qui fuori?"

Andai completamente in tilt non appena la mia mente riconobbe quel nomignolo a me tanto caro.
Jungkook aveva iniziato a chiamarmi in quel modo dopo il racconto legato al mio tatuaggio sul polpaccio e alla canzone che mi cantava sempre mio padre.

Sentii una forza premere sulla mia spalla per costringermi a voltarmi, Taehyung si stava stropicciando gli occhi impiastrati di sonno, fece un lungo sbadiglio e si stiracchiò. Il bordo della sua camicia a quadri si alzò lievemente seguendo il ritmo del suo respiro.

- Tae, ti prego, non chiamarmi in quel modo.
- Perché? Anche Kook-ah ti chiamava semp... Oh, capisco.

Abbassò lo sguardo dispiaciuto, aveva capito il perché della mia richiesta, ma non potevo tollerare il suo sguardo remissivo, volevo vederlo sempre allegro e sorridente, così lo avvicinai a me per porgergli la tisana calda.

"Scusami non ci avevo proprio pensato. Che fai sveglia?" 

Appoggiò delicatamente le labbra al bordo della tazza risucchiandone il contenuto, poi arricciò il naso e fece una smorfia disgustata, evidentemente non ne gradiva il retrogusto amaro.
Sorrisi per la sua espressione e ripresi la conversazione.

- Ho avuto un incubo e sono uscita a schiarirmi le idee.
- Oh, un incubo? Vuoi parlarne? Mio nonno diceva sempre che se racconti a qualcuno i brutti sogni questi non compariranno più.

La sua tenerezza lo contraddistingueva dal resto del mondo, aveva sempre una speciale premura verso il prossimo e una miriade di consigli derivanti dall'educazione dei nonni.

"Ecco vedi, in realtà non ricordo molto di quel sogno. C'era una figura alta, che io ricollegavo a Jk, e una più minuta al suo fianco. Quest'ultima saltellava mostrando l'anello che portava all'anulare, era la promessa di un legame. La base, in oro rosa, era sormontata da un ovale in filigrana e una piccola pietra di smeraldo al centro. Ricordo la sensazione che stavo provando, era come se il pavimento si stesse crogiolando sotto ai miei piedi e io non riuscissi a rimanere in equilibrio, un pesante macigno mi pressava all'altezza dello stomaco, schiacciandomi sotto a quel peso. Avevo freddo, avevo paura e mi sentivo soffocare. A un tratto le due figure cominciano a camminare, allontanandosi mano nella mano, in preda all'agitazione cerco di corrergli dietro, ma non riesco mai a raggiungerli. Sfinita e affaticata mi accascio carponi sul pavimento, inizio a piangere frustrata e cerco di gridare, ma non emetto un singolo suono, la mia voce era completamente sparita. Poi mi sono risvegliata."

Taehyung mi stava fissando con un espressione scioccata, la bocca completamente spalancata e sbatteva incessantemente le palpebre, fu in quel momento che notai per la prima volta la particolarità del suo occhio monolide.

- Cavolo Siena ci credo che ti senti turbata! Ti servirebbe qualcuno di specializzato per interpretare questo sogno.
- ahahahah lo so, ho una mente abbastanza complicata.

Sorrisi amaramente, ma aveva ragione. 

Chissà che spiegazione si può derivare da una storia del genere.

- Ma scusa, come hai fatto a identificare proprio Jungkook-ah? (si strofinò il mento con fare indagatore)
- Non lo so Taetae, sarà per la stazza massiccia.. o per il fatto che in questo periodo penso sempre e solo a lui (ammisi)
- Talmente tanto da esserne tormentata anche nei sogni?

Risposi sollevando le spalle, poi ripresi a osservare il cielo.

"Sai Siena, Jungkook sarà anche un ragazzino, ma non è immaturo, sa bene quello che fa."

𝘚𝘰, 𝘴𝘩𝘰𝘸 𝘮𝘦 [ 𝘑. 𝘑𝘬 ]     Where stories live. Discover now