Capitolo 19

1K 38 9
                                    

Le prime due settimane di tour volarono in una maniera esponenziale.

Le mie giornate erano alquanto monotone: sistemazione e riassetto guardaroba quando i ragazzi avevano le prove sul palco, costumista improvvisata durante le performance e, a fine giornata, tutti in hotel a fare le valige per la partenza successiva.

Tra un concerto e l'altro avevamo spesso delle giornate libere in cui, sia i ragazzi che il personale dello staff, potevano autogestirsi.

Trascorrevo pomeriggi interi in compagnia di Namjoon alla scoperta di vari musei, con Taehyung partecipammo ad alcune mostre ed eventi artistici, andavo a fare shopping con Hoseok e Jin...

Ogni tanto mi fermo a pensare a quanto sia fortunata la mia vita, ho la possibilità di viaggiare per il mondo, fare il lavoro che amo e ho la compagnia di persone stupende.

Però mi manca casa. Nonostante siano anni che non vivo più sotto lo stesso tetto con la mia famiglia ci sono giorni in cui la nostalgia mi pervade.

In una "giornata off" a Chicago decisi di prendere del tempo per me e fare un giro della città in solitaria.

Salutai i ragazzi in albergo e mi avviai con un taxi per le vie della città. Feci un po' la classica turista, scattai foto ai monumenti, comprai calamite, esplorai negozi caratteristici...

Fino ad arrivare a una piccola e quasi impercettibile libreria.
Aveva un portone verde scuro e un'insegna molto antica.

Entrai e mi persi subito fra i mille scaffali strapieni di libri, ce n'erano di ogni genere e di ogni lingua, molti usati e vissuti.
Uno di quelli attirò la mia attenzione, in copertina primeggiava una figura femminile.

"Il caffè dei piccoli miracoli".

L'introduzione mi conquistò e decisi di acquistarlo in francese, la lingua dello scrittore.

Uscita dalla libreria una pioggia repentina mi sorprese, così optai per una caffetteria che avevo adocchiato nelle vicinanze e decisi di passare lì un po' di tempo e dar modo ai miei vestiti bagnati di asciugarsi.

Per le due ore successive il mio naso fu nascosto dal tesoro trovato nella libreria, comprato e divorato in una sola giornata.

Finita la mia tazza di tè fumante rincasai in albergo, ma in ascensore trovai Jin in accappatoio.

- Scusa, ma dove vai così conciato? (chiesi allibita)
- Oi Siena, sei tornata! Io e gli altri siamo tutti giù in piscina, vieni anche tu?
- Mah, veramente non ho un costume dietro... (tra tutto quello che mi ero portata in valigia non pensai assolutamente a un costume da bagno)
- C'è la boutique dell'albergo, passa di lì. Noi ti aspettiamo giù, mi raccomando non mancare eh!

Scesi al piano terra ed entrai nell'impercettibile negozio, optai per un semplice costume intero nero con lo scollo a cuore e mi precipitai in camera per prepararmi.

ETCIU'.

Merda, forse non è il massimo andare in piscina dopo aver viaggiato tutto il pomeriggio con i vestiti fradici. Speriamo sia solo uno starnuto passeggero...

Mentre mi stavo cambiando sentii in lontananza la suoneria del mio cellulare.

Telefonata da numero non salvato.

—————-
spazio autrice:

Dan Dan daaaaaan
Chi sarà a telefono?!
Lo scoprirete nel prossimo capitolo 🤭
Lasciatemi una stellina se avete gradito ⭐️
I purple you 💜

𝘚𝘰, 𝘴𝘩𝘰𝘸 𝘮𝘦 [ 𝘑. 𝘑𝘬 ]     Where stories live. Discover now