Capitolo 67

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Un cappotto beige sovrastava la sua esile ma allo stesso tempo imponente figura.
Il maglione grigio era perfettamente infilato nei pantaloni eleganti scuri, ai piedi gli immancabili sabot neri della Gucci.
Dei ciuffi mossi ricadevano copiosi sulla fronte andando a sbattere contro la montatura spessa  degli occhiali da vista, che lasciavano intravedere i suoi occhi a mandorla scuri.
Il sorriso quadrato che lo distingueva comparve non appena aprii la porta, Yeontan fece capolino accanto al suo volto.

"Ciao straniera! Finalmente sei tornata."

Mi attaccai letteralmente al collo del ragazzo mentre il minuscolo batuffolo di pelo iniziò a leccarmi la guancia.

Mi è mancato così tanto.

Lo feci accomodare intanto che servii la cena, per tutto il tempo mi sovrastò di domande sull'Italia alternando i miei racconti con le sue avventure.
Aveva trascorso due settimane con gli altri componenti del gruppo nel nord Europa per filmare con la troupe e per le ultime due decise di tornare a casa a trovare i parenti.
Gli mancava molto l'ambiente familiare, così rimasi ad ascoltare delle sue lunghe passeggiate in riva al mare con l'amato cagnolino, delle scampagnate nei campi di fragole dell'azienda di famiglia e dei tanti quadri artistici che aveva disegnato.

- Sai, in questi giorni di libertà volevo rimettermi a studiare violino, ma sono rifinito a tingere tele e vestiti .
- Tae, hai l'animo artistico, lo sai anche tu.
- Già, non posso proprio negarlo.

Mi sorrise mentre gli occhi all'ingiù si chiudevano lentamente, sorseggiò un po' di vino rosso e distrattamente qualche goccia cadde sul maglione.

- Oh accidenti, sono proprio un danno.
- TAEHYUNG, ma quello e cachemire! (mi si gelò il sangue) Lascialo a me, lo porterò in tintoria.
- Ma... non posso uscire con solo una maglia a maniche corte, fa freddo fuori.
- Aspettami qui, vado a vedere se ho qualcosa che può andarti nell'armadio.

Corsi in camera e scrutai attentamente ogni mio capo d'abbigliamento.
E lì la vidi.
Dei quadrettoni sui toni del grigio attirarono come dei magneti la mia attenzione.

La camicia di Jungkook.

Era l'unica cosa che avrebbe potuto combaciare con la sua corporatura massiccia, così la staccai dalla gruccia e mi avviai in salotto.

"Ecco tieni, prendi pure questa."

Il suo sguardo si spostò dal piccolo animale, che gli stava mordendo le lunghe dita affusolate, alla camicia che avevo appoggiato al suo fianco, fino a fermarsi sui miei occhi inumiditi.

- Siena, ma questa è..?
- Penso che dovrebbe starti (tagliai corto, un magone mi si piantonò come un macigno all'altezza della bocca dello stomaco) Senti, ho del gelato preso in aeroporto, ti va?

Il suo sorriso illuminò la stanza scacciando via i brutti pensieri, poi annuì.

"Se è alla fragola si, grazie."

Dopo una decina di minuti due ciotole completamente vuote erano appoggiate sul tavolino difronte al divano, così come i due calici di vino rosso.
Le nostre risate ci circondavano, ma un rumore di sottofondo attirò la nostra concetrazione.
Yeontan stava grattando la porta di casa.

"Oh mi sa che qualcuno vuole uscire. Ti va di accompagnarmi?"

Accettai volentieri, prendemmo entrambi i cappotti e uscimmo.
Le giornate di settembre creavano a Seul un clima in continua trasformazione, durante il giorno il caldo soffocava mentre la sera la temperatura scendeva raffrescandosi.
I nostri appartamenti non erano molto distanti l'uno dall'altro, infatti, senza nemmeno accorgercene, ci fermammo dopo una breve passeggiata davanti all'enorme cancello che delineava l'entrata dei condomini di lusso.
Mentre stavamo chiacchierando un fastidio iniziò a disagiarmi, un bisogno fisiologico premeva sulla mia vescica.
Iniziai a saltellare da una gamba all'altra e Tae, per mia sfortuna, se ne accorse, scatenando una rumorosa risata.

"Sisi, vuoi salire?" disse indicando con lo sguardo i miei arti ballerini.

Avrei accettato molto volentieri, ma l'idea di rivedere Jungkook senza aver passato prima un'adeguata preparazione fisica e mentale mi destabilizzò.

- Forse non è il caso, ti ringrazio tanto, ma è meglio se torno a casa..
- Dai scema, non c'è nessuno in casa, gli hyung sono tutti fuori.
- Ok, allora corri, non resisterò ancora a lungo.

Entrammo di volata in ascensore, Tannie ci seguì scodinzolando.
Gli misi pressione per aprire la porta di casa e subito mi catapultai nel bagno più vicino perché stavo rischiando veramente di scoppiare.
Finalmente libera, uscii dalla porta e cercai il ragazzo richiamandolo più volte.

"Sisi sono qui, vieni pure."

Seguii il tono profondo della sua voce per tutto il corridoio, poi mi fermai davanti alla porta di camera aprendola lentamente.

Quello che vidi dall'altra parte della soglia fu del tutto inaspettato e mi bloccò completamente.

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Angolo autrice:
Finalmente il nuovo capitolo 🎉
Scusatemi se vi ho fatto attendere un'infintà ma ero un po' bloccata ☹️ infatti non sono pienamente convinta, devo essere sincera.
Spero che possiate apprezzarlo come sempre 💜

𝘚𝘰, 𝘴𝘩𝘰𝘸 𝘮𝘦 [ 𝘑. 𝘑𝘬 ]     Where stories live. Discover now