Capitolo 37

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                                          ***

No signorina, adesso facciamo come dico io.

Il suo tono di voce profondo provocò una reazione nella mia persona facendo partire dei brividi che percorsero per lungo tutta la mia spina dorsale.

Sentii le mani di Jk posizionarsi sulle mie spalle e voltarmi faccia al muro, scesero poi lungo tutta la mia figura accarezzando ogni centimetro di pelle esposta.

Piegai la testa all'indietro e concessi altro spazio alla scia di baci che stava lasciando lungo il mio collo, il quale fu scalato agilmente dalla sua lingua che, infine, concluse il tragitto nella mia bocca, completando l'amplesso con un bacio carico di passione.

Le sue dita danzavano sulla mia carne provocandomi infiniti fremiti di piacere, poi condusse le mie braccia in alto, posizionandole sulle mattonelle fredde della parete.

Spense l'acqua calda, "Questa non ci serve più, siamo abbastanza bagnati", poi si ammutolì.

Confusa dal suo improvviso silenzio provai a voltarmi e lo trovai ad ammirarmi, ammaliato.

"Dio Siena, sei così bella che mi mandi il cervello in disordine"

Sorrisi al suo complimento e tornali alla posizione di prima cercando di nascondere il rossore che stava comparendo sulle mie guance, mi bloccai quando sentii il suo corpo combaciare perfettamente con il mio.
Iniziò a baciarmi con foga mentre le sue mani puntarono direttamente sulla mia intimità,  di rimando spinsi il bacino all'indietro per accentuare i suoi movimenti.

Questo provocò una reazione naturale sul suo membro, che si gonfiò indurendosi dietro di me.

Si staccò da quel legame carnoso provocato dalle nostre bocche e mi fece piegare in avanti, divaricando le gambe, poi percorse la mia spina dorsale con dolci carezze lasciate dalle sue labbra.
Ero in preda all'euforia e all'eccitazione, ogni movimento che quel ragazzo produceva sul mio corpo mi mandava in estasi.

Iniziai a mugolare di piacere quando spinse leggermente la punta della sua intimità verso la mia, giocando e stuzzicando con la mia voglia e la mia lussuria.

Ero una bambola di pezza fra le sue abili mani.

Finalmente l'esitazione cessò quando si insinuò dentro di me con una spinta forte e impetuosa, cominciammo a muoverci in simultanea per accentuare i gesti ci stavano portando verso il più alto punto di piacere.

Lo sentivo gemere all'altezza del mio orecchio, il suo respiro caldo mischiato a quel suono mi stava facendo impazzire.

Una sua mano si staccò dal mio fianco per dirigersi verso il volto, mi afferrò in modo rude la mandibola e mi spostò verso la sua direzione.

Voleva vedermi, voleva vedere l'effetto che aveva su di me.

Istintivamente mi morsi il labbro e questo lo fece gemere ancora più forte, preso dalla foga incrementò la rapidità delle spinte.

I suoi occhi non si spostavano dai miei, mi fissava insistentemente fino a che non finì per urlare il mio nome, e io lo seguii poco dopo ripetendo il suo, le nostre grida rimbombarono per tutto il bagno.

Riprendemmo fiato e ci staccammo, mi girai ancora debole per sorreggermi al suo corpo perché tutta quell'attività fisica mi aveva lasciato senza energie.

" Piccola, ti ho sfinito così tanto?" disse prendendomi in braccio, silenziosamente annuii appoggiandomi al suo torace. 

Uscimmo dalla doccia e prese un asciugamano per coprirmi con cura, "va bene, adesso ci penso io a te."

E così fece. 

Tamponò l'acqua accuratamente, mi portò la biancheria pulita mentre lui si vestiva accanto a me e ci asciugammo i capelli insieme, come due perfetti fidanzatini.

Cosa che però non siamo. 

Siena, ti prego, se hai cura di te stessa smettila subito di fantasticare su di lui.

Avevamo dato impeto alle nostre passioni più profonde senza definire la situazione, ma per adesso ci andava bene così. 

Senza etichette.

Finimmo di vestirci insieme e uscimmo da casa mia verso l'ora di pranzo.
Entrambi dovevamo raggiungere l'agenzia, a me spettavano gli ultimi impacchettamenti prima delle date del muster e lui doveva registrare un qualcosa di particolare, non mi aveva detto di cosa si trattava, aveva voluto tenere tutto nascosto.

Cercai di carpire qualche indizio lungo tutto il tragitto che ci spettava per arrivare all'azienda, ma ogni sforzo fu invano. 

Mentre camminavamo uno di fianco all'altro mi fermai davanti alle porte di un teatro.

Non ci avevo mai fatto caso prima, per il semplice fatto che non andavo mai a piedi a lavoro, prendevo sempre e solo i mezzi pubblici. 

Rimasi molto sorpresa quando Jk mi chiese, "ti va se andiamo a piedi? E' passato così tanto tempo dall'ultima volta che ho passeggiato per Seoul", ma decisi di accontentarlo, ciò mi portò a scoprire la presenza di quell'edificio. 

Mi fermai per osservare la pubblicazione degli spettacoli, ma fui interrotta dal ragazzo dietro di me. 

- Che guardi? Oh Siena, non pensavo fossi una frequentatrice di questi posti.
- E invece si! (dissi strattonandolo) Ci andavo spesso con i miei genitori in Italia, soprattutto quando ero piccola. Ti confesso che un po' mi manca andare a teatro, soprattutto per la parte iniziale, quando ogni componente dell'orchestra accorda il proprio strumento, l'eco che risuonava in sala era la mia parte preferita.

Un enorme O si fece spazio tra le sue labbra.

"Non ti facevo una persona del genere, mi stupisci ogni giorno sempre di più", stavo per rispondere a tono a quella provocazione, ma mi resi conto, voltandomi, che mi stava sorridendo.

I suoi incisivi da coniglio e il naso leggermente arricciato erano la cosa che più adoravo di lui. 

Mi afferrò la mano e continuammo il nostro tragitto verso il lavoro, beandoci della nostra compagnia.

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Angolo autrice:

Eccoci ad un altro capitolo un po' hot 🤭
Spero che vi sia piaciuto 😍
Ho aggiunto un po' di romanticismo alla fine ma non abituatevi 😂

Lasciatemi una stellina 🌟💜

𝘚𝘰, 𝘴𝘩𝘰𝘸 𝘮𝘦 [ 𝘑. 𝘑𝘬 ]     Where stories live. Discover now