- Capitolo 25 -

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[Harry]

Apro la porta non appena suona il campanello, sapendo già chi fosse. É William, così carino e innocente come sempre.

"Ehi, Hazzabear!" Squittisce. "Hey! Entra." Sorrido e lo trascino in casa tirandogli il polso.

Ci sediamo sul divano uno di fronte all'altro con grandi sorrisi sui nostri volti.

"Cosa facciamo?" Chiedo.

"Umm..." Ci pensa per un po' prima di alzarsi, entra in cucina e apre il frigorifero. Lo scruta prima di guardarmi con un sorriso. "Torta. Facciamo una torta!"

"Ma Will, hai appena guardato nel frigo e non credo tu l'abbia notato, ma non c'è il latte." Dico indicando il frigo.

"Oh!" Fa il broncio. "Non puoi uscire e comprarne un po'?" Mi chiede, facendomi gli occhi da cucciolo a cui non posso dire di no. Oh Dio.

"Ma-"

"Per favore, Hazzabear." Supplica trascinando la parola "per favore".

"Va bene. Gesù! Sei troppo adorabile per essere contraddetto." Piagnucolo e lui ride.

Esco di casa dandogli un bacio sulla guancia e decido di prendere la macchina, così posso essere più rapido. Sono a metà strada per il supermercato quando il mio telefono vibra, cosa che ignoro temporaneamente perché l'uso del telefono durante la guida può essere pericoloso. Imparate bambini.

Parcheggio al supermercato ed entro nell'edificio. Avevo programmato di acquistare un cartone di latte, cosa che effettivamente faccio. Torno alla macchina dopo aver pagato il latte.

Apro la portiera posteriore della mia macchina e metto dentro il cartone. Sto per mettermi al posto di guida quando il mio telefono vibra di nuovo. Prendo il dispositivo dalla tasca e controllo l'ID. "Mamma" dice, quindi rispondo subito.

"Oh mio Dio, Harry! Dove sei?" Dalla sua voce sembra in preda al panico.

"Al supermercato, mamma. E scusa se non ho risposto prima, stavo guidando." Io spiego.

"Grazie a Dio! Va bene, Harry, dobbiamo parlare." Dice in tono affrettato.

"Di?" Chiedo a bassa voce, preoccupandomi anch'io.

"William. Il tuo amico o qualunque cosa sia per te." Si precipita.

"Mamma! Calmati, per favore. E dimmi che c'è." Dico lentamente e con attenzione.

"Ricordi che ha detto di essere orfano e di essere cresciuto in un orfanotrofio?"

"Ehm... sì, mi ricordo." Annuisco, anche se lei non può vedermi.

"E sai che in questo momento siamo a Londra per seguire un caso?"

"Sì, mamma, lo so. Ora, per favore, smetti di parlare a spezzoni e arrivi al punto?" Chiedo disperatamente, alzo gli occhi al cielo.

"Beh, mentre arrivavamo a Londra, ci siamo fermati all'Orfanotrofio di Holmes Chapel, dove William ha detto di essere cresciuto. C'era questa signora che gestisce tutto lì e abbiamo deciso di donare dei fondi all'istituto. Ho parlato con quella signora per un po' prima di partire e le ho detto che mio figlio è amico di William Austin, che è cresciuto lì. Beh, ci ha pensato per un po' e poi ha detto che non ricorda nessun bambino con quel nome, ma l'ho scrollato di dosso pensando che fosse una vecchia signora, la sua memoria non sarà stata buona. E oggi ero in tribunale quando mi ha chiamato- "

"Mamma! Non mi piace dove stai andando a parare. Lui non mi mentirebbe mai. I-io s-so che non..." Dico, mentre le lacrime iniziano a formarsi negli occhi.

"Ma l'ha fatto, Harry! Quella signora mi ha detto che non c'era nessun bambino con quel nome nel loro orfanotrofio. Volevo avere una conferma prima di dirtelo, quindi ho detto a uno dei membri del mio team di controllare. E Harry, non c'è nessun orfano di nome William Austin. Non solo ad Holmes Chapel, ma in tutto il paese."

"Va bene... va bene, mamma. È tanto da assimilare, io... Ti chiamo stasera." Dico e chiudo la telefonata senza nemmeno salutare.

Le lacrime scendono lungo le mie guance mentre cado in ginocchio. Come ha potuto farlo? Quante altre bugie mi ha detto? E se non è orfano, chi sono i suoi genitori? Ancora più importante, chi è lui veramente, dato che ha dovuto nascondere la sua identità?

__________

Mi avvicino alla porta e busso due volte, ma non ricevo risposta. Aggrottando le sopracciglia, tiro fuori la chiave nascosta nel vaso di fiori e apro la porta.

Entro in soggiorno e non vedo alcun segno di Will. Entro in cucina sperando nella sua presenza, mentre prepara la torta magari, ma ancora una volta è tutto silenzioso.

Dove diavolo è?

Esco dalla cucina e sento dei passi provenire dal corridoio.

"Harry, sei tu?" Sento William urlare, seguito da passi leggeri che diventano man mano più forti.

"Dov'eri?" Gli chiedo una volta che si trova di fronte a me.

"Uhm... Bagno." Dice e scompare in cucina. Annuisco e lo seguo, prima di fermarmi bruscamente sui miei passi, quasi congelato sul posto, appena mi rendo conto di una cosa.

Il bagno è dall'altra parte del corridoio e il lato da cui è venuto Will ha solo una stanza. La camera dei miei genitori.

Cosa diavolo voleva dalla camera dei miei genitori?

"Uh... Will? Torno subito, puoi iniziare a preparare la torta." Dico e lui annuisce.

Entro nella camera dei miei genitori e mi guardo intorno per cercare qualcosa fuori posto. Niente. Sospiro con sollievo, ma poi mi irrigidisco di nuovo. Nessuno fa mai niente senza una ragione.

Poi capisco.

Aveva controllato il frigo prima di chiedere di fare una torta. Ha sicuramente visto che non c'era il latte. Mi ha mandato fuori con uno scopo: rovistare in questa stanza. Quindi deve esserci un motivo per cui è venuto qui.

E ci deve essere anche un motivo per cui ha mentito riguardo all'essere un orfano.

Ma quale?

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🚁🌠🥇

Angolo autrice:
Capitolo relativamente corto, ma molto importante. Pian piano ci avviciniamo alla tanto temuta verità...

Chiara xx

Who Are You?  {L.S.}                                      [Italian Translation] Where stories live. Discover now