- Capitolo 32 -

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[Harry]

Resto in classe mentre tutti gli studenti escono uno per uno, compreso Louis, che prima di andarsene non mi concede nemmeno uno sguardo.

Mi dirigo alla cattedra e affronto il Signor Parker.

"Ciao tesoro." Sorride.

"Riguardo il saggio, Signor Parker?" Vengo dritto al punto, ignorando il commento.

"Che fretta c'è, amore? Il tuo ragazzo ti sta aspettando?" Alza un sopracciglio mentre fa un passo avanti.

"Non sono affari suoi." Sibilo facendo un passo indietro. Sfortunatamente vengo fermato dal muro dietro di me, ma lui continua ad avvicinarsi. All'improvviso mi afferra duramente il fianco e io sussulto, facendo del mio meglio per non urlare di dolore.

"Non hai idea di quanto siano effettivamente affari miei. Chi è esattamente il tuo ragazzo, Harry?" Chiede in tono curioso.

Mi afferra il fianco più forte quando non rispondo. Il mio fianco avrà sicuramente un livido, me lo sento.

"Dimmelo!" Ribolle.

"WILLIAM." Gli urlo in faccia, lui salta allentando la presa sul mio fianco, abbastanza da spingermi indietro e fuggire.

Scatto verso la porta ed esco sul corridoio vuoto. Corro alla mia prossima lezione, spero in un posto sicuro.

Arrivo al corso di psicologia. Il mio aspetto è un disastro. La mia faccia è probabilmente rossa, tutto il mio corpo sta sudando e i miei ricci si attaccano alla mia fronte a causa del sudore, mentre respiro pesantemente e stringo entrambe le ginocchia.

"Guardate chi abbiamo qui! Le andrebbe di spiegare perché é in ritardo, signor Styles?" L'insegnante spinge i suoi occhiali vecchio stile sul ponte del naso e incrocia le braccia sul petto.

Ancora stordito respiro affannosamente, scuoto la testa mentre dico "No" e mi accomodo accanto a Louis, senza alzare lo sguardo verso l'insegnante.

Sento un sospiro, probabilmente dall'insegnante, mentre continua con la sua lezione.

Inclino la testa per guardare Louis, ma lui non ricambia. Quindi guardo semplicemente le mie mani sul banco, senza prestare attenzione alla lezione.

Presto, sento una mano sulla mia coscia. Osservo la mano e poi lo sguardo dagli occhi azzurri, nascosti dietro le lenti a contatto marroni, che mi trafigge l'anima.

"Stai bene?" Louis chiede con nient'altro che pura preoccupazione negli occhi. Annuisco e guardo di nuovo la sua mano, prendendola nella mia grande, comincio a giocare con le sue piccole ma forti dita.

Sospira e inizia a parlare a bassa voce, "Piccolo, odio quando mi menti." Il suo tono e il soprannome rivelano che non è più arrabbiato con me.

"Sto ben-." Tento di sussurrare, ma lui mi interrompe. "Soprattutto le volte in cui dici che stai bene quando posso vedere chiaramente che non é così. Micetto, ti amo e niente cambierà le cose. Quindi voglio che tu sia onesto con me. Per favore."

Mi mordo il labbro inferiore, mentre sento le lacrime formarsi nei miei occhi, e annuisco prima di guardarlo.

"Il Signor Parker-"

"Signor Austin e signor Styles! Smettetela di parlare o uscite dalla mia classe!" L'insegnante strizza gli occhi verso di noi, ma presto si allargano per lo shock quando Louis si alza tenendomi per mano, facendomi alzare, e si avvia verso la porta, con me che lo seguo come un cucciolo smarrito.

Louis mi tira fuori dall'aula, nel corridoio vuoto. Si ferma al suo armadietto e si volta verso di me.

"Okay! Dimmelo adesso." Scivola verso il basso e si siede sul pavimento con la schiena appoggiata all'armadietto. "Che cosa c'entra il signor Parker?" Lui chiede.

Copio la sua posizione e tiro le mie ginocchia al petto, mentre le sue gambe restano aperte sul pavimento. "Il Signor Parker si è comportato in modo strano e molto... poco professionale con me. Mi ha chiamato a-amore, t-tes-tesoro e altri nomignoli. Quando mi ha detto di aspettare, non aveva niente a che fare con il saggio. Stava cercando di toccarmi in modo inappropriato. M-mi ha chiesto chi fosse il mio ragazzo... e io gli ho detto William e... e sono scappato." Gli dico, lasciando che le lacrime scendessero sul mio viso.

Louis si avvicina e mi avvolge nelle sue braccia. "Shh... Va tutto bene, piccolo. Stai bene ora. Sono qui, nessuno ti toccherà adesso." Mi sussurra dolcemente nell'orecchio.

"Mi ha fatto male, Lou." Tiro su col naso nell'incavo del suo collo e lo sento irrigidirsi.

"Ti ha fatto male dove, dolcezza?" Si tira indietro un po' mentre indico il mio fianco.

Guarda in basso e tira su l'orlo della mia (sua) felpa, per rivelare l'impronta della mano blu nerastra sul mio fianco. La sua mascella si stringe e gli occhi si spalancano quando tocca il livido e io sibilo per il dolore.

Mi stringe di nuovo nel suo abbraccio e mi massaggia la schiena in modo rassicurante. "Non ti toccherà più, piccolo. Lo prometto."

Lo guardo negli occhi mentre sussurro: "Lou?" Mormora e io sussurro di nuovo: "Ti amo". A quel punto sorride e mi bacia dolcemente le labbra, prima di sussurrare di rimando: "Io ti amo di più. Più di quanto tu possa mai immaginare." Facendomi arrossire.

Restiamo così, avvolti l'uno nella presa dell'altro, per il resto del tempo.

Ci allontaniamo quando suona la campanella e andiamo alla nostra prossima lezione, mano nella mano.

Il resto della giornata passa tranquillo, anche quando Lou non è nei paraggi perché abbiamo classi diverse.

Dopo l'incidente di stamattina non ci sono stati più problemi, almeno per me.

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🐘🏦🌫️

Angolo autrice:
Eh si... oggi posto, posto e posto! In realtà lo faccio anche perché ho visto che quasi tutti i capitoli hanno raggiunto il numero di voti che mi ero prefissata. Quindi grazie mille!!!
Ovviamente non potevo non finire con una frase ad effetto, spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Chiara xx

Who Are You?  {L.S.}                                      [Italian Translation] Where stories live. Discover now