Capitolo V

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Sentii delle parole uscire dalla sua bocca <Almeno adesso so dove abiti ragazzina>

Disse sorpreso da tanta lussuosità.

<Mh si, tanto non ci entrerai mai..comunque devo andare> dissi scendendo dalla macchina.

Salutai tutti, uno per uno...a parte Mitch, non lo sopporto proprio, non mi va a genio anche se lo conosco da quanto? Due secondi? Direi che ha fatto una buona impressione.

Appena mi girai sentii una voce roca <Ragazzina dove pensi di andare senza salutarmi?>

Roteai subito gli occhi capendo che era Mitch a parlare.

Con tutta la pazienza che mi era rimasta, mi girai verso di lui con un sorriso più che falso <Oh si, scusa, aspetta> feci finta di cercare qualcosa nella tasca della felpa e appena tirai fuori la mano, gli mostrai il mio dito medio.

<Bella questa! questa ragazza mi piace> esclamò Joel ridendo.

In realtà, si misero tutti a ridere.

Si si lo so, sono fantastica.

Mitch, invece, mi guardò come per dire 'accetto la sfida' e mordendosi appena il labbro.

Mi girai e m'incamminai verso l'entrata di casa mia.

Appena mi ritrovai davanti alla porta mi ricordai della figura di merda che stavo per fare, perché i miei amici stavano aspettando che mio padre aprisse la porta per essere sicuri che io fossi al ''sicuro'', dentro casa.

Ogni tanto si sentivano i lamenti di Mitch del tipo "Dai andiamo" o "Dobbiamo per forza aspettare?" ma non ci facevo tanto caso.

Suonai il campanello e sentii i passi pesanti e veloci di mio padre venire verso la porta.

Vidi la porta aprirsi di scatto e mio padre...ubriaco marcio con, ancora, la bottiglia di vetro in mano.

Sapevo cosa stava per succedere.

Cavolo no!
Non lì.
Non davanti ai miei nuovi amici.

<TI SEMBRA L' ORA DI TORNARE?!> urlò mio padre lanciando la bottiglia a terra, che si spaccò in mille pezzi, facendomi sobbalzare e sentii un minuscolo frammento di vetro tagliare il tessuto dei pantaloni per poi conficcarsi nella mia coscia.

Respirai profondamente dalla paura e dal piccolo dolore provocato dal vetro.

<E QUESTI?! CHI SONO?!> urlò di nuovo indicando i miei amici alle mie spalle.

Erano tutti sotto shock a vedere quella scena.
Tutti, compreso il guastafeste di Mitch.

<P-papà possiamo entrare?> dissi balbettando dalla paura.

<NON LA PASSERAI LISCIA QUESTA VOLTA!> sentii le sue urla, entrai in casa girandomi verso i miei amici e guardandoli, l'ultima volta,  come per dire 'non preoccupatevi, ci sono abituata'.

***
Tutti avevano visto quella scena, la paura saliva.
Ma non paura per mio padre ma paura verso i miei amici.
Non mi vedranno più allo stesso modo.

Pensai medicandomi la ferita che mi ero procurata poco prima.

*spazio autrice*
Secondo voi cosa faranno gli amici di Alyssa? La aiuteranno?
(scusate per il capitolo corto)

Like a Game || Mitch Rapp, Dylan O'BrienWhere stories live. Discover now