Capitolo XX

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-Mitch's pov
<Hey principessa, sveglia...devi entrare in macchina> le dissi con un sorrisetto.

Sembrava un angelo quando dormiva.

<Mh dai, ancora 5 minuti> mugolò stringendosi maggiormente a me.

<Prima entriamo in macchina, prima arriviamo a casa> cercai di convincerla.

<E va bene> mi disse per poi cercare di dimenarsi dalla mia presa ma volevo metterla giù delicatamente.

Così feci e lei entrò in aiuto.

<Come ti senti?> chiesi vedendola un po' giù.

<Non ce la faccio più, Mitch, basta> era distrutta.

La madre non c'era più, il padre si ma non era il caso dato dopo tutto quello che ha fatto, non so neanche se ha una migliore amica o un migliore amico e in più...la cazzata di Alec stasera, non pensavo potesse arrivare a questo punto. Si sa che Alec quando beve cerca di corteggiare le ragazze chiedendo insistentemente un bacio ma una cosa del genere non l'avrei mai immaginata.

<Lo so, bimba, vuoi che io stia con te?> chiesi senza rendermi conto delle parole.

Oddio ma che cazzo dico?
Dio santo.

Lei mi guardò un po' confusa dalla mia domanda ma poi annuii e io parcheggiai nel box di casa sua.

<Prima le donne> dissi appena fummo davanti alla sua porta.

Lei mi fece un sorrisetto e poi entrai anche io, chiudendo la porta a chiave.

<Dai andiamo su> dissi facendola passare avanti.

Salimmo le scale e appena, lei, vide il letto si buttò sopra a peso morto.

Cercai di tirarla su <No no no, devi farti una doccia>

<Eh dai Mitch! Lasciami in pace> si mise un cuscino sopra il viso e io glielo tolsi immediatamente <O ti fai la doccia o me ne vado>

Fece uno scatto felino e in pochi secondi si trovò davanti a me, io feci un sorrisetto compiaciuto.

<Togliti quel sorriso> disse facendo la finta arrabbiata e avviandosi nel bagno.

Sorrisi e scossi la testa.

-Alyssa's pov
Entrai in bagno e chiusi la porta.

Mi tolsi il vestito, rimanendo in intimo.
Ma prima di entrare in doccia, appoggiai le mani sul lavandino squadrandomi, quando vidi i succhiotti sul collo e i polsi...i miei occhi iniziarono a pizzicare.

Non ne potevo più, ero così stanca di tutto questo.

Ero arrabbiata e non ci pensai due volte a tirare un pugno allo specchio. Mi feci male, non mi era mai capitato di provare così tanta rabbia da arrivare al punto di tirare un pugno allo specchio.

Frammenti di vetro dappertutto e le mie nocche sanguinanti.

<Alyssa!> Mitch spalancò la porta sentendo il rumore.

Mi squadrò e poi vide la mia mano grondare sangue, facendolo finire a terra.

<Dove hai la cassetta del pronto soccorso?> mi chiese, non gli risposi, lo guardai soltanto, faticavo a parlare a causa dello spavento di quello che avevo appena fatto.

<Andiamo, non puoi rimanere così> mi arresi e gli indicai il mobile dove si trovava la cassetta.

Mi prese l'altra mano e mi portò in camera, facendomi sedere sul bordo del letto.

Mi medicò e notai che si vedevano i rotoli della mia pancia, iniziai a coprirli con il bracco e piegando le gambe davanti.

Mitch riconobbe il motivo per cui l'avevo fatto, e notando il gesto, mi fece abbassare le gambe e tolse il braccio.

Iniziò a baciarmi la pancia, facendomi stendere sul letto.

Piano piano salì fino al collo e, io, automaticamente, allacciai le mie gambe attorno al suo bacino.

Il suo calore, il calore del suo corpo, in quel momento non riuscivo di farne a meno.

Appena fu davanti al mio viso, con gli occhi, mi chiese il permesso di baciarmi e io gli feci segno di sì con la testa.

Baciava davvero bene cazzo, le sue labbra erano morbidissime.

Dalle mie labbra passò al mio collo, vedendo i succhiotti, si fermò un secondo e si avvicinò al mio orecchio sussurrando <Adesso marchio io il territorio>

Continuo a baciarmi e a lasciarmi dei succhiotti per poi andare sempre più giù, fino ad arrivare all'orlo dei miei slip.

<M-Mitch cazzo..> dissi ansimando.

<Dimmi piccola>

<Muoviti> non se lo fece ripetere due volte.

Mi tolse gli slip e fiondò la sua testa facendomi aprire le gambe.

Inarcai la schiena e strinsi le lenzuola.

<N-niente male> dissi provocandolo, e lui con più foga continuò.

Senza preavviso mise due dita dentro di me e iniziò ad andare fuori e dentro facendomi stringere di più le lenzuola.

Gli piaceva vedermi così a quanto pare. E piaceva anche a me quello che stava facendo, non lo nego.

Mentre faceva quel lavoretto, si fiondò di nuovo sulle mie labbra e dopo poco uscì.

Sbottonò i pantaloni, tolse i boxer, mise un preservativo e in men che non si dica era già dentro di me.

Una botta, due, tre...e così via.

Quando stavo per venire mi misi una mano davanti alla bocca per bloccare il gemito ma Mitch me la sposto e avvicinandosi al mio orecchio disse <Questa è musica per le mie orecchie>

Dopo poco venimmo tutti e due e Mitch si sdraiò di fianco a me, appoggiai la mia testa al suo petto e prima di addormentarmi sentii la sua voce.

<Forse non dovevo dopo l'accaduto, mi dispiace>

<No Mitch, se non mi sentivo a mio agio non ti avrei permesso di farlo.> gli dissi e lui mi strinse di più al suo corpo.

Ci addormentammo così.

*spazio autrice*
Eheheh, bravi ragazzi! Ma significherà qualcosa o no?
-🌺

Like a Game || Mitch Rapp, Dylan O'BrienWhere stories live. Discover now