Capitolo XXXVIII

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Abbassai lo sguardo su di lui e gli diedi un bacio sulla fronte, continuando a stringergli la mano.

Quel "ti amo" mi aveva riacceso una lampadina dentro di me.

Mille domande mi salirono a galla:
Perché me l'aveva detto ora?
L'aveva presa male quando gli ho detto che avrei abortito?
Perché cercare di uccidersi?

Ma la domanda che non riuscivo proprio a togliermi dalla testa era: Lo amavo anche io?

Non lo so, io ho paura dell'amore.
Richard mi ha fatto smettere di crederci.
Ma magari Mitch lo amavo davvero...forse avevo bisogno di sentirmelo dire prima di cercare sicurezza nel mio dubbio.
Con Mitch...io stavo bene.
Tutte le volte che mi proteggeva e io non lo accettavo.
Tutte le volte che dicevamo che era come un gioco.
Quella volta all'A&D, forse lì...lì è incominciato, veramente, tutto, ma nessuno dei due voleva ancora accettarlo.

Si, ok? Lo amo.
Putroppo...

Arrivammo in ospedale e io gli tenevo ancora la mano mentre i dottori lo portavano all'interno della struttura.

<Signorina, adesso deve aspettare fuori> disse il medico, vedendo che non gli lasciavo la mano.
Ma dovetti farlo e sentii un vuoto dentro di me.

Mi andai a sedere fuori dalla sala dov'era lui e dovetti aspettare.

L'attesa uccide.

Chiusi gli occhi e cercai di non pensarci ma era impossibile.
Mi addormentai.

***
<Alyssa sveglia> mi urlò Violet scuotendomi.

<Mio dio...ma dove siamo?> chiesi guardandomi in giro e poi ricordai <Cazzo! Dov'è Mitch? Sta Bene?> chiesi balzando in piedi.

<Non lo sappiamo, siamo appena arrivati> disse Alec.

Iniziai a piangere di nuovo, non volevo ancora crederci a quello che è successo.

Mi girai di scatto sentendo il mio nome <Aly!> era Sharon...era con Jace suppongo.

<Dov'è Mitch?!> chiese Jace.

Mi tremava la mano, ma gli indicai la stanza dove lo avevano messo e mi ributtai sulla sedia.
Jace era un po' più tranquillo e si mise di fianco a me.

<Hey piccola come stai?> chiese Sharon mettendosi in ginocchio davanti a me.

<Non lo so...> dissi singhiozzando.

Dovevo parlare con qualcuno che lo conosceva bene, e tra tutti credo sia Jace.

Mi avvicinai a Sharon <Senti, posso parlare con Jace...so che è il suo migliore amico> le chiesi il permesso, dato che stavano insieme.

<Certo> disse accarezzandomi la guancia.

<Hey Jace> richiamai la sua attenzione. <Possiamo parlare?>

<Si, certo..> disse stanco.

<In privato> mi alzai e così fece anche lui.

Andammo in un posto meno appartato.

Jace iniziò a parlare, cosa che non mi aspettavo <Lui ti ama> alzai lo sguardo verso di lui <Lo so...>

Perché accorgersi di amare una persona quando succedono cose brutte?
Perché?!

<Ce la farà?> chiesi preoccupatissima.
Dovevamo risolvere tante cose io e lui.
Cominciando dal fatto che avevo già abortito, quello stesso giorno.

<Certo, Aly, fidati...è una roccia quel ragazzo...> si fermò e dato che stavo per  iniziare a piangere di nuovo, Jace mi abbracciò.
Era un po' strana come cose ma mi lasciai andare e lui continuò a parlare <...e ce la farà perché sa che ci sarai tu al suo risveglio> concluse.

Si, volevo esserci io al suo risveglio ma una cosa più grande mi travolse la testa <Io...io non gli ho mai risposto> dissi staccandomi dall'abbraccio e fissando il vuoto.

<Cosa? A cosa non gli hai mai risposto?> chiese Jace confuso.

<Al suo ti amo> lo guardai.

Lui capì che era qualcosa di cui me ne sono pentita <Dai andiamo dagli altri> disse mettendo una mano sulla schiena per accompagnarmi.

Arrivammo dagli altri <Ragazzi...io vado a casa, sono troppo stressata> dissi.
Tutti avevano delle facce davvero tanto confuse, e capivo...ma volevo andare a casa.

<Dite a Mitch che lo aspetterò lì> tutti annuirono e mi salutarono.

Tornai a casa.

*spazio autrice*
No sto sclerando scusate AHAHHAHAHA
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Like a Game || Mitch Rapp, Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora