Capitolo XIII

2K 100 59
                                    

Alec mi accompagnò a casa e appena entrai, di mio padre neanche l'ombra.

Presi in mano il mio telefono per vedere se qualcuno mi aveva scritto, ma nessuno l'aveva fatto.

Presi qualcosa dalla cucina e portai il cibo in camera, barricandomi dentro per evitare di dover parlare, o meglio litigare, quando mio padre ritornerà.

Accesi la TV, andando su youtube e iniziai a guardarmi qualche partita dei Mets.

Amo il baseball, e soprattutto i Mets. Ogni tanto mi stupivo dei lanci che faceva Harvey, il numero 33.

Dopo quasi dieci video decisi di addormentarmi, senza cena, non avevo fame.

Misi in carica il cellulare, mi assicurai che la porta fosse chiuse a chiave e poi mi misi il pigiama.

Avevo una maglietta a righe rosa, nero e bianche con una scollatura a v contornata da uno strato di pizzo e per coprirmi le gambe misi una tuta grigia semplice.

Mi addormentai in poco tempo ma mi svegliai solo dopo due ore.

Erano le 3:42.

Sentivo dei rumori strani provenire dal piano di sotto.

Decisi di andare a controllare cosa stava succedendo.

Misi le calze bianche e scesi le scale.

Appena vidi cosa stava succedendo, sbiancai.

La polizia che frugava in ogni angolo della casa e mio padre, a terra, con le mani dietro la schiena...ammanettate.

<Signor Wood, la dichiaro in arresto per spaccio di sostanze stupefacenti a minorenni e non, più aggravanti di episodi trascorsi negli anni precedenti> disse il poliziotto portandolo fuori di casa.

Quelle parole, mi rimbombavano nella testa.

Un poliziotto s'incammino verso di me attirando la mia attenzione.
<Signorina Wood, lei è al sicuro adesso, dato che è maggiorenne può rimanere in questa casa> mi disse con un sorriso amichevole, per tranquillizzarmi.

Tutti i poliziotti se ne andarono e io non riuscivo a smettere di pensare alle parole che aveva pronunciato quell'agente "la dichiaro in arresto per spaccio di sostanze stupefacenti e aggravanti".

Non ci potevo credere.

In quel momento avevo un bisogno disperato dei miei amici.

Tornai di corsa su, in camera, aprii whatsapp sul gruppo:

*chat*
A: qualcuno sveglio? ho bisogno che qualcuno venga qua in questo momento.

Nessuno rispose subito ma dopo qualche minuto la suoneria si fece sentire.

Speravo con tutta me stessa che fosse Alec.

Guardai lo schermo del telefono e vidi un messaggio:

*chat*
M: si, sono sveglio io.

Mio dio perché Mitch?

Non avendo scelta, gli scrissi in privato,

A: non speravo in una tua risposta, ma ho un bisogno disperato di qualcuno quindi affrettati a venire qua

M: si, signora

Spensi il telefono e aspettai Mitch sul divano.

Nel mentre, accesi la TV, e mi misi a guardare di nuovo i video dei Mets.

Dio mio, tra tutte le persone, perché Mitch?!
Uccidetemi.

***
Suonò il campanello, mi alzai svogliata, sapendo che era Mitch.

Aprii la porta e me lo ritrovai davanti.

Lui si preoccupò quando vide il casino che c'era alle mie spalle <Cos'è successo?!>

Non risposi, mi girai a guardare il disastro che avevano fatto i poliziotti e nel mentre  sentii la porta chiudersi delicatamente, segno che Mitch era dentro casa.

Girandomi mi iniziarono a pizzicare gli occhi, era tutto sottosopra.

Le lacrime stavano per uscire <Non sei obbligato a rimanere> dissi con una voce spezzata, ero distrutta.

Non sentii aprire nessuna porta, ma quasi sobbalzai quanto mi accorsi che Mitch aveva messo una mano sulla mia spalla e dopo pochi secondi mi girò verso di lui, delicatamente.

Mi prese tra le sue braccia, facendo fatica.
Si vedeva che non riceveva e non dava affetto da molto tempo.

All'inizio eravamo entrambi un po' rigidi ma poi ci lasciammo andare.

Mentre mi accarezzava la nuca disse <Mi racconterai dopo, adesso calmati bimba>

*spazio autrice*
Non fraintendete, nessuno dei due era così affettuoso.
Alyssa in quel momento era molto vulnerabile e Mitch non sapeva cosa fare.
-🌺

Like a Game || Mitch Rapp, Dylan O'BrienWhere stories live. Discover now