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오래된 적이 / vecchio nemico / old enemy


La musica alta gli faceva girare la testa mentre camminava, barcollando tra le varie stanze della casa in cui stava andando avanti quella stupida festa, alla quale aveva deciso di partecipare solo per vedere se sarebbe stato in grado di trovare qualcuno con cui passare un po' di tempo e rilasciare un po' di stress accumulato da tutte quelle estenuanti giornate da studente universitario. Jisung non era il tipo da farsi intimo con qualcuno che non conosceva, un completo sconosciuto, soprattutto se incontrato ad una festa, e soprattutto se c'era dell'alcool a scorrere nelle sue vene. [nota autrice: giuro che questa è l'ultima volta in cui faccio ubriacare Jisung :')] O almeno, non lo era stato in passato. Ma ormai non sapeva più se gliene importasse più di tanto. Aveva tanti problemi, fin troppi da potersi preoccupare di una relazione con qualcuno. Quindi, uno sconosciuto, in quel caso, andava più che bene.

Aveva anche indossato una delle sue minigonne preferite, una rosa pastello, per tentare di attirare l'attenzione di qualcuno, ma evidentemente non aveva avuto l'effetto sperato. Era possibile che nessuno riuscisse a notarlo? Non aveva neppure un brutto viso, e allora qual'era il problema?

I suoi passi si fecero più stabili quando si aggrappò con entrambe le mani ad un tavolo, non comprendendo bene dove si trovasse. Le luci soffuse gli oscuravano la vista, persone continuavano a finirgli addosso, facendolo quasi cadere, a volte. Lo odiava. Si sentiva così invisibile, in quel momento.

Il suo sguardo si spostò lungo le persone intorno a lui. La maggior parte di loro erano impegnati a parlare, a limonarsi, o a fare qualcos'altro. Quelle da sole, senza nessuno vicino a loro, erano ben poche, e non esattamente qualcuno che sarebbe mai potuto interessare a Jisung.

I suoi occhi procedettero con la loro analisi, finché non si bloccarono su una figura a qualche metro da lui, appoggiata con una spalla contro il muro, un qualche drink in un bicchiere che teneva nella mano sinistra, i suoi capelli a metà tra un biondo e un arancio. O almeno, così sembrava a Jisung, ma non credeva di poter essere in grado di giudicare, quando le luci della stanza e l'alcool che aveva ingerito giocavano con i suoi sensi, rendendo la sua percezione dei dintorni piuttosto distorta. Non poteva essere sicuro che fosse davvero lui, ma un nome apparve nella sua mente, prima che potesse provare a fermarlo.

Lee Minho. Lui e Jisung avevano avuto una qualche sorta di passato insieme, mai abbastanza da considerarsi amici; ma abbastanza da considerarsi nemici. Era capitato nella sua vita in un periodo in cui non era esattamente aperto per quel tipo di carattere, o personalità. Minho era quasi più eccentrico di lui, quando lo aveva conosciuto un paio di anni prima, nella sua stessa università. Era ciò che avrebbe definito senza alcuna ombra di dubbio una "testa di cazzo". Un idiota. Bastardo. Peggio di un calcio alle palle. Sì, era così fastidioso.

C'era una parte di Jisung la quale gli pregava di dargli una seconda possibilità, chiedendosi se fosse cambiato almeno un po' da allora. Però non aveva ancora dimenticato quei giorni in cui Minho lo aveva tormentato per ore con le sue battutine sarcastiche, riguardo a quanto i suoi amici lo odiassero e quanto facesse schifo il suo ex ragazzo. Sì, un gran bell'amico. Anche a dirgli cose del tipo "magari se avessi fatto sesso con me invece che trovarti un ragazzo, non sarebbe mai successo.", quando era accaduto un certo evento spiacevole, a causa di quel ragazzo. Ovvio. Col cazzo che lo avrebbe fatto con lui. Non era nei suoi piani quando Minho aveva flirtato con lui per la prima volta, e non era definitivamente più neanche nella sua più fervida immaginazione dopo aver passato mesi in sua compagnia. Non capiva neppure perché fosse rimasto con lui per tutto quel tempo, invece che lasciarlo stare. Jisung voleva solo vivere la sua vita, non avere un ragazzo cattivo e fin troppo onesto vicino a lui.

of these chains | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora