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잘자 / buonanotte / goodnight


Jisung aprì la porta con il codice che Minho gli aveva fatto imparare a memoria quando erano appena arrivati al suo appartamento, richiudendola e dandogli un'occhiataccia quando lo vide ancora sveglio, i suoi occhi puntati su di lui, mentre era disteso sul letto, sotto le coperte.

–Se ti sei messo così comodo nel letto, perché non stai già dormendo?– chiese Jisung, togliendosi le scarpe e la felpa, lasciandola cadere sulle coperte sul pavimento.

Minho alzò un braccio, indicando l'interruttore sulla parete. –La luce.

–Non riesci nemmeno più ad alzarti ora?– chiese, cliccando l'interruttore e immergendo la stanza nell'oscurità, mettendosi a frugare poi tra le sue cose.

–Bingoo.

Jisung scosse la testa. –Uhm..occupo il bagno per un po'.

–Non serve che tu mi dica ogni cosa che fai.

Jisung arrossì, sollevato dal fatto che la stanza fosse troppo buia perché Minho potesse accorgersene. –Che cazzo ne so.

–Tutto bene a lavoro?

–Sì. Ora dormi.– rispose Jisung, afferrando tutte le cose che gli servivano e barricandosi nel bagno dell'amico.

Sospirò una volta riuscito ad accendere la luce, guardandosi intorno e sbrigandosi a farsi una doccia perché non aveva intenzione di far durare molto più a lungo quella giornata. Si strofinò un asciugamano in testa almeno trenta volte per rimuovere tutta l'acqua che era intrappolata nei suoi capelli, o quasi; si vestì con una t-shirt e dei pantaloncini che avrebbero dovuto fare da pigiama per un po', e passò a lavarsi i denti, osservando il suo riflesso nello specchio.

Quando uscì dal bagno, quasi non fu neppure sorpreso del fatto che Minho avesse acceso una lampada sul suo comodino e fosse ancora sveglio, nemmeno tentando di dormire.

Si sedette sul suo letto provvisorio, alzando una delle coperte e sistemandovisi sotto, posando la testa contro lo spessore di qualunque cosa fosse sotto di lui e chiudendo gli occhi.

–Jisung.

Li riaprì, fermandosi dall'imprecare solo perché Minho lo stava guardando con un sorriso, facendo dondolare un paio di cuscini a una cinquantina di centimetri da lui. –Oh. Grazie.– disse invece, ricambiando il sorriso.

–Sei stanco?

–Direi di sì.

Minho non rispose, spense soltanto la luce e tornò a stendersi nel letto. –Buonanotte.

–Anche a te.

Minho sorrise, chiudendo gli occhi e attendendo che il sonno prendesse il controllo della sua mente. Ma non avvenne. Non subito. Mentre lui era completamente immobile e cercava di rallentare il suo respiro, poiché solitamente funzionava per addormentarsi, qualcun altro continuava a girarsi a destra e a sinistra, lasciando andare un sospiro dopo un po' e arrendendosi a fissare il punto in cui probabilmente era il soffitto, ma che non poteva vedere dal momento che la stanza era al buio.

I suoi pensieri non la smettevano di tormentarlo, e aveva l'impressione che sarebbe andata avanti così molto a lungo, per quella notte.

–Non riesci a dormire?– gli chiese Minho, in un sussurro.

–No.– rispose Jisung, sentendo una qualche sorta di conforto in quella domanda. Di solito era sempre solo, nel suo appartamento, e anche quando non riusciva ad addormentarsi, di certo non aveva qualcuno a notarlo. Era sempre stato lui e basta.

of these chains | minsungHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin