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머리 아프다 / mi fa male la testa / my head hurts


Jisung aprì i suoi occhi lentamente, fissando il soffitto del posto in cui si trovava e in cui non ricordava chiaramente di essere arrivato. La sua testa pulsava con fitte di dolore, probabilmente a seguito di tutti quegli alcolici che aveva ingerito il giorno precedente. Almeno, a patto che fosse stato un giorno prima.

Chiuse gli occhi e quando li riaprì si accorse del fatto che c'era qualcosa che non andava. Girò la testa verso destra, quasi prendendosi un infarto quando notò qualcuno disteso con lui sul pavimento della stanza in cui si trovava.

–Minho??– chiese, con un'espressione a metà tra lo schifato e il confuso.

Riprese il controllo del suo corpo, muovendo il suo braccio destro e scoprendo che il suo polso era bloccato, circondato da uno degli anelli di un paio di manette. Ma ciò che lo disgustò ancora di più era il fatto che l'altro anello fosse chiuso attorno al polso del braccio sinistro di Minho, ancora disteso per terra, accanto a lui. E il fatto che la catena che congiungeva le due parti delle manette fosse unito ad un'altra lunga catena, la quale terminava su un attacco posto nel muro. Non solo era collegato a Minho, ma non poteva muoversi da quel posto.

Si guardò intorno, una sensazione di ansia che iniziava a prendere il sopravvento dentro di sé. Non riconosceva minimamente quel posto. Nonostante i suoi ricordi fossero pochi e non chiari, era certo di essere stato ad una festa qualche ora prima. Aveva bevuto un po' troppo, e iniziato a perdere il controllo della situazione. Ma quella non sembrava affatto una stanza che sarebbe potuta essere in quella casa in cui era il giorno prima. I muri erano bianchi, spogli, nessun letto e nessun mobile occupava lo spazio, il quale era invece vuoto. E loro due erano soltanto stati distesi lì per chissà quanto tempo.

Jisung odiava Minho. Odiava il fatto che fosse con lui in quel momento, ma era l'ultima delle sue preoccupazioni. Non poteva essere stato lui ad averlo portato lì, altrimenti perché sarebbe stato legato con lui?

Posò la sua unica mano disponibile su una delle sue spalle, iniziando a scuotere il suo corpo più forte possibile. Dopo qualche istante, il ragazzo aprì gli occhi.

–Oh, ti sei svegliato?– chiese, restando disteso mentre si svegliava del tutto.

–Minho. Okay, non m'importa nemmeno perché tu sei con me, ma...c'è qualcosa che non va.– disse Jisung, alzando il suo braccio destro, portandosi dietro anche quello di Minho nello svolgere l'azione.

Minho spalancò gli occhi, osservando il metallo che circondava il suo polso e lo obbligava a stare a pochi centimetri da quello di Jisung. Il suo sguardo si spostò lungo la catena che terminava sul muro, poi iniziò a muoversi veloce, nella stanza che non riconosceva.

–Dove..siamo?– chiese, tirandosi su, stando attento a non fare del male a Jisung in un qualche modo.

–Quindi non lo sai neppure tu?– gli chiese Jisung, il suo cuore che batteva più veloce di quando doveva fare i giri di corsa al liceo, durante le ore di educazione fisica, dopo aver passato giorni e giorni fermo immobile.

Minho scosse la testa. –Ieri, eravamo entrambi a quella festa.

–Sì, ricordo di averti visto, ma..

–Hai bevuto un po' troppo e dei ragazzi hanno iniziato ad avvicinarti a te in un modo strano.–spiegò Minho. –L'ho notato e sono intervenuto, e poi ti ho portato in una delle stanze della casa. Ma non era questa. No, affatto.

Jisung era confuso riguardo a fin troppe cose. Perché Minho si stava comportando in una maniera così gentile con lui? Era davvero cambiato così radicalmente? E poi, se lui lo aveva portato in una delle stanze della casa, dove si trovavano ora? Se quella non era la stessa stanza, allora cos'era?

of these chains | minsungWhere stories live. Discover now