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절대 바꾸지 마. 그대로 좋아해 / Non cambiare mai. Mi piaci così come sei. / Don't ever change. I like you just as you are


Jisung prese un sorso dalla sua tazza di tè, girando la testa verso la tv quando un episodio di una qualche serie di cui a nessuno dei due interessava, ma che lasciavano comunque in sottofondo, fu interrotto da un'edizione straordinaria del telegiornale.

–Mhm? Che è successo?– chiese Jisung, continuando a bere il suo tè, quando la tazza quasi gli sfuggì dalla mano.

Era un servizio su ciò che loro avevano vissuto. Delle testimonianze. Un'organizzazione di rapitori che si concentrava maggiormente su studenti universitari, sfruttandoli per rubar loro soldi, una sorta di riscatto.

–Qualcuno ne ha parlato.– mormorò Jisung, posando la tazza sul tavolo e girandosi verso Minho.

Il ragazzo annuì. –A quanto pare.– mormorò, alzandosi dal tavolo. –Meglio così. Almeno ora la polizia ne è al corrente.

Jisung era convinto che niente sarebbe mai accaduto. Le conseguenze di ciò che aveva passato erano state così pesanti sulla sua vita e sul modo in cui la viveva, ancora non poteva considerarsi lontano da quel giorno in cui era stato rapito. Era l'unico motivo per cui si trovava con Minho, per cui viveva con lui.

Il servizio alla tv procedette esponendo ciò che le testimonianze di alcuni ragazzi avevano rilasciato, trattando del luogo in cui erano stati portati, delle persone incontrate, della presenza di armi, di quanti soldi avessero dovuto cedere per uscire, alle condizioni in cui avevano vissuto.

"Alcuni di questi ragazzi sono stati rapiti mentre partecipavano ad una festa."

La voce della giornalista fece rabbrividire Jisung. Avrebbe voluto lasciare tutto nel passato, ma come avrebbe mai potuto farlo? Non sarebbe mai stato "passato", per lui.

–Tutto bene?– chiese Minho, notando il suo sguardo perso.

Jisung annuì, deglutendo.

Il servizio si concluse poco più tardi, consigliando a ragazzi universitari di tutta la nazione di stare attenti e di evitare di frequentare luoghi troppo affollati, soprattutto se da soli.

Minho tornò a sedersi vicino all'altro ragazzo, afferrando la mano che era appoggiata sul tavolo, anziché intorno alla tazza che si stava raffreddando con il passare del tempo.

–Com'è per te? È così facile?– chiese Jisung.

–Cosa?

–Far finta che non sia successo nulla. Forse è perché hai i soldi di cui hai bisogno, e non è stato un problema per te pagare quella somma. Forse hai già dimenticato tutto. È così? È facile?

–Penso solo a ciò che merita di essere pensato.– mormorò Minho.

–E come fai a scegliere? Io lo vivo tutti i giorni. Avrei finito i miei soldi comunque, anche se non fossi stato rapito, ma ero terrorizzato quel giorno. Non pensavo sarei riuscito ad uscirne. E poi, quelle pistole e tutto..come hai fatto a stare così tranquillo?

Minho scosse la testa. –Non lo ero. Avevo paura almeno quanto te.

–E allora perché io sono l'unico che ha pianto come un idiota?

Minho sorrise lievemente. –Perché tu sei connesso alle tue emozioni. Non come una certa persona qui che ha fatto fatica per la maggior parte della sua vita a capire cosa provasse in ogni momento. Dal tuo punto di vista, deve sembrarti fastidioso. Forse ti senti debole. O qualcosa di simile. Ma è affascinante per me guardare qualcuno per cui è così facile comprendere le proprie emozioni.

of these chains | minsungWhere stories live. Discover now