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완벽하다 / perfetto / perfect

Minho si guardò intorno. Il suo appartamento era ora disseminato di sticker di gatti a caso, ovunque lui posasse il suo sguardo. Gli piacevano i gatti, davvero tanto, ma non si aspettava qualcosa di simile da Felix.

Erano passati due giorni dal suo compleanno. Non si era soffermato a pensare su quel giorno, era solo passato avanti come fossero state delle ore come tante altre. Ma il modo in cui si era sentito era molto diverso dal normale. Per una volta, poteva considerarsi felice di aver festeggiato il suo compleanno.

Una parte del suo pavimento era ancora occupata dagli incarti dei suoi regali, stropicciati e appallottolati, vicino al suo letto. Percepì una strana sensazione dentro di sé, a guardare quello spazio in cui una volta erano poggiate delle coperte, quelle su cui dormiva Jisung.

Non sapeva cosa pensare riguardo a quella misteriosa nostalgia. Sapeva che se Jisung avesse passato qualche notte con lui, in futuro, avrebbe dormito nel suo letto, come aveva fatto un paio di giorni prima. Non era una cosa negativa, affatto. Ma la presenza di quelle coperte sul pavimento era collegata alla sua convivenza con il ragazzo. Gli mancava vivere con Jisung, averlo lì con lui, passare tutti quei momenti in sua compagnia.

Respirò a fondo l'aria fresca che entrava dalla finestra, distendendosi di nuovo sul letto e ritrovandosi senza volerlo a pensare all'altro ragazzo. Come avrebbe potuto non pensare a lui? Era sempre nella sua testa, anche negli istanti più impegnati. Era sempre lì, a confortarlo durante una lunga giornata.

Minho non era il tipo da fantasticare sul futuro, ma si chiese se un giorno sarebbe tornato a vivere conJisung. In un posto diverso, magari una casa tutta loro. Si chiese quanto lontano sarebbero andati, se il suo desiderio si sarebbe avverato. Per sempre è tanto tempo, ma sarebbe stato felice se avesse potuto passarlo al fianco di Jisung.

Il suo cellulare vibrò sul suo comodino, risvegliandolo dai suoi sogni. Lo afferrò, sorridendo davanti allo schermo illuminato.

–Hey.– rispose alla chiamata.

–Sei occupato?– chiese la voce preferita di Minho.

–No, perché dovrei essere occupato? Non faccio nulla dalla mattina alla sera.

–Onesto.

–Mhm. Sempre, con te. Come mai mi chiami?

–Così, non posso chiamarti?

–Certo che puoi. Fallo di più.– disse Minho, ridacchiando. –Cosa stai facendo?

–Vado a lavoro.– rispose Jisung. –Magari d'ora in poi potrei chiamarti di più mentre cammino. Non ho nulla di meglio da fare comunque.

–Ascoltare musica.

–Mi piace di più parlare con te.– ammise Jisung. –Comunque, d'ora in poi sarò meno impegnato, potremmo vederci di più.

–Mhm, mi piacerebbe. Comunque, se non sei tanto lontano posso raggiungerti in macchina.

–No, non serve.

–Sei sicuro?

–Voglio camminare per oggi.

–Sicuro sicuro?

Il sospiro di Jisung si poté udire dall'altra parte della chiamata. – Ti mangio.

Minho spalancò gli occhi, bloccandoli sulla parete davanti a lui, vicino alla tv. –Uh, beh, se proprio vuoi "mangiarmi".. [nota autrice: questo gioco di parole avrebbe funzionato meglio in inglese probably but hey, fate finta di nulla, sapete cosa intendo, no?]

of these chains | minsungWhere stories live. Discover now