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미친 놈 / pazzo bastardo / crazy bastard


[flashback 2 anni prima]

Il clima era ancora tiepido durante quelle ultime giornate di settembre. Gli alberi cominciavano a perdere le loro foglie, i giorni si accorciavano sempre più.

Nulla di tutto ciò importava davvero a Jisung, aveva altre cose in testa. Era stato chiuso nel suo appartamento per quattro giorni di fila, ignorando qualunque segnale gli dicesse che sarebbe stato meglio uscire e fare una camminata tranquilla per calmarsi.

Nessuno chiamava il suo cellulare comunque. Nessuno lo cercava, nessuno voleva sapere come stesse. Non ci sarebbe stato molto da domandare in ogni modo.

Minho era la persona peggiore che avesse mai incontrato. Ne era certo. Non riusciva a comprendere come avesse potuto fare qualcosa di simile, quando lui non gli aveva mai fatto nulla. Amici? Non lo sarebbero mai stati, comunque.

Jisung prese un respiro profondo, ricordando la voce del suo ormai ex ragazzo.

Gli aveva chiesto di incontrarsi in un luogo in cui potessero parlare senza essere interrotti, possibilmente senza nessuno nei dintorni. Si erano quindi accordati a trovarsi in un parco poco frequentato, il giorno stesso.

Jisung era nervoso. Non era abituato a sentire quel tono così serio dal suo ragazzo, e inoltre, era passata più di una settimana dall'ultima volta in cui l'aveva visto. Era andato via per qualche giorno in una breve vacanza con alcuni dei suoi amici, prima di tornare all'università. Jisung lo aveva aspettato pazientemente, ma una settimana dopo il suo ritorno ancora non si erano visti, o parlati.

La sua espressione era contorta, una smorfia sulle labbra e lo sguardo lontano invece che sui suoi occhi.

–Stai..bene? – gli chiese Jisung, sporgendo il braccio verso il suo viso, ma ricevendo indietro solo una sberla sulla mano. –Cosa..

–Ascolta, andrò dritto al punto perché non ho intenzione di sprecare tempo con te.

Jisung deglutì. –Cosa vuoi dire?

Il ragazzo alzò gli occhi sui suoi. Era rabbia quella che vedeva? Pensava fosse dolore, quella volta, ma forse si era solo confuso. Avrebbe scoperto in futuro che anche se fosse stato dolore, non sarebbe mai stato nemmeno comparabile a quello che aveva provato Jisung.

–Dimmi, che cazzo stai facendo con quell'altro? Eh?

–Quel-l'altro?

–Minho.

Oh. Quel ragazzo che aveva incontrato alcuni di mesi prima. Era una persona strana. Continuava a gironzolargli intorno, lasciando le sue battutine sarcastiche al vento e prendendolo in giro su qualunque cosa facesse. Non sapeva se considerarlo un amico, allora. Non gli aveva ancora fatto nulla di particolarmente doloroso. Non ancora.

–Minho?

Il ragazzo davanti a lui sorrise. –Mi prendi in giro?

–Io? Perché dovrei prenderti in giro? Se non mi spieghi di cosa stai parlando–

–Lo sai benissimo di cosa sto parlando. Io ero via con i miei amici e tu intanto eri a casa sua. Non è così?

Jisung non era mai stato a casa di Minho. Anche se il ragazzo lo avesse invitato, cosa altroché improbabile, non avrebbe accettato. Non si fidava così tanto di lui.

–Non sono mai stato a casa sua, cosa stai dicendo?

Il ragazzo rise di nuovo. –Puoi smetterla di mentire, ora? Non si risolverà nulla così.

of these chains | minsungWo Geschichten leben. Entdecke jetzt