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너는 집에서 악마를 보고 싶지 않아 / non vuoi vedere demoni nella tua casa / you don't wanna see no demons in your (fucking) house

[Flashback 2 anni prima]

Minho era solo. Non capitava molto spesso, da quando si era costruito una sorta di gruppo di amici piuttosto stabile, ma c'erano alcuni giorni in cui non voleva avere nessuno con sé. Voleva solo uscire un po' da solo, fare ciò che i suoi istinti lo spronavano a fare senza preoccuparsi troppo delle conseguenze e di cosa altre persone avrebbero pensato di lui.

Entrò nel locale immerso nell'oscurità, utilizzando le poche luci colorate a sua disposizione per navigare al suo interno e andare ad ordinare qualcosa da bere. Sperava che nessuno lo avrebbe riconosciuto, non era nel mood di parlare di cose inutili con delle persone ignoranti e noiose.

Prese un sorso del suo drink mentre si allontanava dal banco, adocchiando le persone nei suoi dintorni, in cerca di qualcuno di interessante. Sarebbe mai riuscito a trovare qualcuno in grado di incuriosirlo? Probabilmente no. Non era il tipo da restare intorno ad una singola persona per troppo tempo. I suoi interessi cambiavano velocemente.

L'unica persona che era riuscito a sopportare per mesi, ormai, era Jisung. Quel ragazzo che restava in silenzio anche quando lui lo insultava. Quel ragazzo che gli faceva compagnia così tante volte, soprattutto quando era solo. Non era con lui, in quel momento. A Jisung non sarebbe mai piaciuto quel tipo di posto, e per quanto a Minho piacesse tormentarlo, non lo avrebbe mai obbligato a seguirlo.

Minho pensava fosse solo. Jisung gli aveva detto che il suo ragazzo sarebbe stato via per una settimana o qualcosa di più. Non sapeva per quale motivo glielo avesse detto, non erano affari suoi. Jisung viveva la sua vita, Minho la propria. Non capiva quel modo che aveva l'altro ragazzo di tentare di mescolarle, rendere proprie le preoccupazioni di Minho e viceversa. Non avrebbe mai funzionato. Minho non voleva avere nulla a che fare con emozioni altrui.

Attraversò la stanza principale, affacciandosi su un corridoio adiacente e facendo una smorfia alla vista di due ragazzi che si stavano baciando, toccandosi in certi modi ben oltre al presentabile in pubblico. Ma in fondo, sarebbe potuto essere giustificato dal tipo di "pubblico" in quel luogo.

Minho cominciò a camminare per il corridoio, ignorando la coppia finché uno dei due non si staccò dall'altro, rivelando il suo volto.

Quello è..

Sì, non c'era dubbio. Minho fece un sorrisetto, un po' schifato dal comportamento del ragazzo, ma divertito al tempo stesso da quanto facilmente l'umanità potesse toccare il fondo.

Non aveva detto che era via per una settimana? Invece è qua che limona un altro? Ah, Jisung, Jisung. Chi ti sei trovato?

Scosse la testa, procedendo lungo la sua strada. Non erano affari suoi.

Ma quando ormai aveva deciso di terminare la sua serata, sfuggendo dalle mani opprimenti di una ragazza che lo stava pregando di portarla a casa sua, scorrendo tra i corridoi e le stanze riempiti dalla musica forte, lo notò una seconda volta.

Il ragazzo di Jisung. Era di nuovo con qualcuno, anzi, qualcun altro. Non era neppure il ragazzo di prima.

–Che ne dici se andiamo a casa mia?

Minho fissò i suoi occhi sulla testa del ragazzo, così intensamente con il solo desiderio di incenerire il suo cervello, benché non avesse alcun potere soprannaturale che glielo rendesse possibile. E poi scomparì, un'ombra nella notte. Non disse nulla. Non fece nulla. Ma per qualche motivo, percepiva il sangue bollire nelle sue vene. Non sarebbe stato fermo, per questa volta. Voleva che quel ragazzo ricevesse la sua lezione.

of these chains | minsungWhere stories live. Discover now