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말없이 외치는 나의 목소리를 내가 들어 줄게 / I'll listen to your silent cry
(Niente titolo in italiano perché non suona bene HAHA)


Jisung era immobile da ore ormai, il suo corpo contro il pavimento ghiacciato, neppure sul sacco a pelo, e i suoi occhi stanchi di fissare la parete bianca davanti a lui. Bruciavano quasi, a causa di tutta quella luce. Aveva dato i suoi soldi alla donna, ma lei gli aveva detto di nuovo che non erano abbastanza. Mano a mano che il tempo passava, si sentiva sempre più in ansia. Cosa sarebbe successo se non lo avessero lasciato andare? Quanto lo avrebbero tenuto in trappola? Per quanto tempo?

Nel frattempo, Minho aveva ascoltato le stesse parole che Jisung aveva sentito qualche ora prima, e aveva fatto la sua parte, dando alla donna molti più soldi di quanti l'altro ragazzo avrebbe mai potuto dare.

–Lavori molto?– gli chiese la donna.

–Non proprio.– rispose Minho, non avendo alcuna intenzione di continuare quella conversazione.

La donna annuì. –Potrai andartene presto.– disse, voltandosi verso i due ragazzi che parevano seguirla ovunque, parlando di qualcosa riguardo a cui Minho non provava interesse.

Le scorse ore non erano state le sue preferite. Di tutto quel tempo passato in quell'edificio, forse erano state le peggiori. Nonostante vi si fosse svegliato quella mattina stessa, nella sua testa le immagini del suo risveglio non esistevano già più. Era come un ricordo lontano, non riusciva a distinguere tutti i dettagli, ricordava solo la sensazione generale che aveva provato. E ora, stare senza Jisung, non rendeva l'aspettare più semplice. Non riusciva a capire perché li avessero separati. Non c'era alcun motivo logico per cui ciò dovesse accadere.

–Puoi uscire. Segui loro e ti riporteranno indietro.– disse la donna.

–Un attimo.– disse Minho, portando i due ragazzi a fermarsi. La donna gli diede un'occhiata, attendendo che parlasse. –Jisung?

–Oh, il tuo amico.– disse la donna, un ghigno sul viso. –Non ha molta voglia di pagarci.

–Cosa?

Minho sapeva che dovesse esserci di più. Non era possibile che non volesse pagarli e basta. Probabilmente si sentiva nello stesso suo modo, quindi avrebbe fatto qualsiasi cosa per uscire da quel posto.

–Ha provato a darmi settecentomila won e mi ha detto che era tutto ciò che aveva.

Minho la guardò serio. –Non è abbastanza?

–Come potrebbe essere abbastanza? Se volessi così poco non rapirei delle persone.

Certo, e se io ci tenessi al mio futuro non farei qualcosa di illegale.

–Voglio vederlo.

La donna alzò le spalle, pensando che non ci fosse alcun motivo per cui opporsi. Se quel ragazzo fosse stato in grado di convincere l'altro, sarebbe certamente risultato positivo per lei.

Qualche minuto più tardi il viso di una persona che non aveva visto da qualche ora comparve sulla porta. I suoi occhi si illuminarono leggermente quando lo vide, così poco che nessuno lo avrebbe notato, ma Minho era attento ad ogni suo dettaglio. Gli sorrise lievemente, felice di rivederlo.

–Vedi di fargli cambiare idea.– disse la donna, guardando Minho per qualche secondo prima di richiudersi la porta alle spalle e lasciarli soli.

Minho osservò Jisung mentre camminava verso di lui, sedendosi sulla coperta che era ancora disposta per terra, nell'esatto punto in cui l'aveva lasciata prima di andarsene da quella stanza.

of these chains | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora