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수영할 수 있는 사람 / persona capace di nuotare / person who can swim


Quando ormai quelle nuvole stavano diventando scure con il buio della notte, seguendo il cielo nel normale corso del giorno, loro erano in silenzio. Anche quando erano passati interi minuti, e l'unica cosa rimasta era il vento leggero che entrava dalla finestra, e l'oscurità che stava correndo ad impossessarsi del mondo, erano ancora seduti l'uno vicino all'altro, come se non fosse passato un solo secondo. Jisung pensava che forse le tenebre non sarebbero mai riuscite a prenderlo se fosse rimasto lì, nella luminosità che emanava Minho.

E ora anche i suoi occhi brillavano. Nonostante non ci fosse più alcuna fonte di luce ad illuminarli. Risplendevano mentre osservava lui, e Jisung si domandava se ci fosse una ragione, o se forse fosse tutto nella sua testa.

–Voglio abbracciarti di nuovo.

No, non poteva essere tutto nella sua testa.

Non voleva accettarlo. Non voleva ammetterlo. Ma confessava a se stesso di aver sperato che Minho dicesse qualcosa di simile, quella sera. Che lo tirasse verso di sé un'altra volta, che lo stringesse così forte da togliergli il respiro. Ma quell'abbraccio non era stretto come aveva previsto, o voluto.

Sentiva gli occhi dell'altro ragazzo scrutarlo mentre posava la testa sulla sua spalla, e una mano subito vicino ad essa, sul suo petto.

Il se stesso del passato sarebbe probabilmente corso verso di lui, avrebbe ghermito il suo corpo e lo avrebbe tirato via, lanciato da qualche parte in cui Minho non sarebbe riuscito a trovarlo, perché quella volta lui era ancora una minaccia, la minaccia più grande di cui fosse al corrente. Ma allora perché, perché lo faceva sentire così bene stare tra le sue braccia, con le sue dita che sfioravano appena il suo fianco, scoperto dalla maglia che si era arrotolata sulla sua vita, quasi provocandogli il solletico.

Forse era quello il problema. Il fatto che si fosse astenuto da qualsiasi tipo di tocco da parte di un'altra persona, per così tanto tempo che i suoi sensi erano stati ampliati oltre il normale. O forse il motivo era un altro? Non lo avrebbe mai scoperto, andando avanti così. Parlando solo a sé stesso, nella sua mente.

–Comodo?

Anche la sua voce brillava. Non come il sole. Non era così forte, ma qualcosa di più delicato.

–Sì.

E la sua, a confronto, avrebbe fatto ridere. Non capiva perché a Minho piacesse così tanto sentirla.


Quale significato aveva il fatto che fossero così vicini da aver ormai mischiato i loro due diversi odori? Sarebbe stata una priorità capirlo in qualsiasi altra circostanza, ma in quel momento non sembrava importante. Solo le sensazioni che stava provando lo erano.

Il suo cuore non correva più, ora. Batteva alla solita velocità, e anche il suo respiro era tranquillo, non come quello che aveva avuto tante volte, tentando di mantenere la calma mentre Minho glielo rendeva difficile.

–Hai freddo?

Il suo fiato caldo si mescolava con il vento fresco che entrava dalla finestra. Non avrebbe detto a voce alta quel tipo di cose, ma Minho notava ogni dettaglio, come suo solito.

–Solo un po'.

Il braccio di Minho si sollevò, lasciando scoperta quella striscia di pelle sul fianco di Jisung che la sua mano aveva coperto fino a quel momento, spingendo la finestra aperta al suo posto, tentando del suo meglio per chiuderla, ma non riuscendo a farlo, a causa del peso della testa di Jisung sul suo petto, che lo tratteneva contro il letto. Dopo qualche suono di scontento da parte di Minho, mentre ancora tentava di giungere al suo obiettivo, Jisung rise, alzandosi per permettergli di chiudere la finestra.

of these chains | minsungWhere stories live. Discover now