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잊어버린 장소 / luogo dimenticato / forgotten place

Minho guardò fuori dal finestrino della sua auto, seguendo il movimento di alcune foglie sollevate in aria dal vento. La portiera alla sua destra si aprì all'improvviso.

–Baby!– esclamò Jisung, sorridendogli e sedendosi vicino a lui.

Minho ricambiò il sorriso, il suo cuore ora pieno di felicità. –Hey.

Jisung si sporse verso di lui, afferrando il suo viso con entrambe le mani e dandogli un bacio prolungato per più di un minuto. –Mi sei mancato.– sussurrò quando si staccò da lui.

–Ci siamo visti prima, sei solo stato a lavoro per un paio di ore.– notò Minho.

–Non decido io cosa pensa il mio cuore.– rispose Jisung, tornando a sedersi al suo posto.

–Anche tu mi sei mancato.– disse Minho, afferrando la sua mano con la propria, spostandola sulla sua gamba e trattenendola per un po', invece che accendere l'auto. Jisung non se ne lamentò, rimanendo in silenzio e chiudendo gli occhi, ad un certo punto, la testa contro il poggiatesta.

–Andiamo a casa?– chiese dopo un paio di minuti, la sua voce leggermente attenuata.

–Mhm, andiamo a casa.– rispose Minho, lasciando andare la sua mano per mettere finalmente in moto la macchina.

Sembrava che Jisung fosse un po' più stanco del solito, o forse era solo distratto, ma non gli stava parlando di qualcosa come avrebbe normalmente fatto. Minho non si preoccupò a riguardo, sapeva che stava bene dal modo in cui gli aveva sorriso quando era arrivato. Il modo in cui sorrideva Jisung era sempre così genuino, così puro, così vero. Avrebbe voluto vederlo sempre sul suo viso, lo rendeva ancora più bello.

–Stanco?– gli chiese, una volta arrivati.

Jisung riaprì i suoi occhi, girando la testa verso Minho. –No.– rispose. –Sto bene.

–Ti avrei preso in braccio, altrimenti.– disse l'altro ragazzo, sorridendo al ricordo della notte durante la quale erano tornati dopo una giornata fin troppo movimentata.

–Magari un'altra volta.– disse Jisung. –Non è tempo di flexare i tuoi muscoli.– concluse poi, ridacchiando mentre usciva dall'auto.

Abbastanza tempo per arrivare fino all'appartamento di Minho e le loro labbra erano premute un'altra volta le une contro le altre.

Jisung sospirò nel bacio, sentendo la spinta di una mano dell'altro ragazzo sulla sua schiena. Vicino, ancora più vicino. Le sue dita stavano ora tracciando linee verso il basso, trovando i suoi fianchi, fermandosi lì per almeno un po'.

Inclinò la sua testa di ancora un po', alzando le braccia per poggiarle sulle spalle di Minho e aprendo ulteriormente le sue labbra, un brivido lungo la sua spina dorsale come reazione involontaria alla sensazione delle loro lingue che si muovevano insieme.

Le dita di Minho si spostarono sotto l'orlo della sua maglia, toccando appena la sua pelle con i polpastrelli. Si staccò da lui solo per un istante, bloccando il suo sguardo sugli occhi appena aperti di Jisung, sussurrando un "posso?", attendendo la risposta affermativa prima di tornare a baciarlo, questa volta dandogli delle lente carezze sulla sua pelle nuda.

Stava così bene che avrebbe giurato di poter essere in grado di toccare il cielo. Se solo avesse alzato un braccio in alto, delle dense nuvole lo avrebbero bagnato. Ma non lo fece, invece facendo scorrere le sue mani sul petto di Minho, poi verso il suo collo, poi di nuovo sulle spalle. Il solo pensiero che Minho stesse provando le stesse cose in quel momento lo mandava in tilt, lo faceva sentire la persona più fortunata sull'intero pianeta. Quanto il là sarebbero riusciti ad arrivare? Quanto in alto sarebbero saliti, solo attraverso quei baci? Era possibile? Iniziava a pensare di non essersi mai sentito così prima.

of these chains | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora