ᴇɪɢʜᴛᴇᴇɴ

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🗓️Giovedì 31 ottobre 2019
📍Kuala Lumpur, Malaysia

16.45

Io e Beatrice entriamo nell'aeroporto, recuperiamo le nostre valige e poi usciamo dagli arrivi, dove troviamo un meccanico del team Ducati (che ovviamente Bea conosce) ad attenderci. In teoria sarei dovuta essere in circuito già da un giorno, ma lunedì notte sono svenuta per un motivo non chiaro ed i medici hanno preferito tenermi un giorno in più. Mercoledì mattina mi hanno fatto uscire, al pomeriggio abbiamo preso l'aereo ed ora siamo finalmente arrivate in Malesia. Lo salutiamo, carichiamo le valige in auto, mi siedo nei sedili posteriori e appena partiamo resto in silenzio a guardare il paesaggio. La Malesia è uno dei miei weekend preferiti per via dei bellissimi posti che ho la possibilità di visitare e anche per la voglia di MotoGP che c'è nell'aria già dall'inizio della settimana, perciò sono contenta di essere qui, dopo tutto quello che mi è successo. Già da ieri ho iniziato a soffrire di ipersonnia e un po' di vera e propria depressione, tipici sintomi dell'astinenza, oltre ovviamente al craving, ovvero la voglia sempre maggiore di cocaina. In 10 minuti arriviamo all'hotel vicino al circuito in cui alloggeremo, ringraziamo il ducatista, prendiamo i bagagli ed andiamo nella hall per fare il check-in. Questo fine settimana sarà la prima volta in cui sarò in camera da sola, nonostante Beatrice volesse stare con me, l'ho convinta a stare con mio fratello, altrimenti le attaccherei la mia tristezza insensata. Andiamo entrambe al quinto piano, entriamo nelle rispettive stanze e, avendo tempo, colgo l'occasione per sistemare i vestiti nell'armadio. Verso le cinque e mezza io e la mia amica raggiungiamo il circuito, che si trova a 5 minuti da lì, e facciamo un giro. La sera io e Bea andiamo a cena fuori, solamente noi due dato che Fabio non vuole vedermi neanche per sbaglio, e con Enea ci ho litigato, e prima di tornare in hotel facciamo un giro a Sepang.

11.15

Spengo la sveglia che avevo puntato ieri sera, resto qualche minuto a contemplare il niente presente sul soffitto, poi mi alzo, mi lavo e mi vesto. Una mezz'ora più tardi esco dalla stanza e di seguito dall'hotel, per poi dirigermi al circuito, dove appena arrivo chiamo Beatrice, che mi raggiunge all'ingresso.

"Rebe, tu e Fabio dovete risolvere la situazione che si è creata, quindi ora andiamo da lui" dice, per poi iniziarmi praticamente a trascinare. Entriamo dal retro box, percorriamo qualche metro e poi arriviamo davanti al ragazzo, che sta parlando con i suoi meccanici.

"Ehi Bea, hai bisogno di qualcosa?" Chiede, ma non appena mi vede il sorriso che era spuntato sul suo viso sparisce.

"Dovete risolvere il casino che c'è tra voi" replica la mia amica, e Fabio sospira, mentre io, che potrei letteralmente addormentarmi in piedi, resto in silenzio.

"Ragazzi, ci potete lasciare un attimo soli? Vai anche tu dada" replica, tutti escono e nel garage rimaniamo solo io, mio fratello e le due moto Speed Up.

"Ti sto lontano altrimenti c'è il rischio che ti metta le mani addosso, e che tu non ne esca viva" dice.

"Ah si? Qui sarei io che ti dovrei picchiare, sei l'unica persona della mia famiglia presente qui, sto male e tu non ti presenti nemmeno in ospedale, ti sembra un comportamen..." non riesco a terminare la frase che Fabio inizia ad urlarmi contro.

"Come cazzo credi che mi sia sentito quando il medico mi ha detto che stavi così per la cocaina? Credi che abbia fatto i salti di gioia nel sapere che eri una drogata del cazzo?"

"Non è un motivo valido per non preoccuparti per me" dico interrompendolo.

"Invece si, ti è capitato tutto questo solo perché tu l'hai voluto, non perché lo voleva qualcun altro, sei tu che ti sei cercata tutto questo, solamente tu e la tua fottuta dipendenza!" urla, facendomi intimorire per un secondo.

"Sei un fratello orribile. Sai cosa ti rende peggiore di tutti? Che non ti sei accorto di niente. Sono due mesi che andavo avanti di ecstasy e cocaina, e tu non ti sei accorto di un cazzo di niente, e già da qui si capisce quanto tu ci tenga a me!" replico urlando a mia volta, con gli occhi bagnati di lacrime. A questo punto Fabio continua a dirmene di tutti i colori, ed io resto in silenzio, allibita dal fatto che mio fratello, la persona a cui voglio più bene dopo i miei genitori e con il quale ho passato un'intera vita, possa parlarmi così.

"E poi con quali soldi l'hai comprata? Con i miei ovviamente, e per farti fare qualche sconto la davi in giro, proprio come una troia" dice, e senza pensarci un secondo gli tiro uno schiaffo più forte che posso sulla guancia. Avendo un anello in un dito, sul suo viso compare un piccolo taglietto rosso, e devo ammettere che quello è ancora poco.

"Testa di cazzo" dico, con il dorso della mano asciugo le lacrime scese sulle guance, mi giro e vado verso la porta.

"Vaffanculo!" urla il ragazzo per farsi sentire, mentre poggia una mano sulla guancia rossa e dolorante.

"Rebe, tutto bene?" Chiede Beatrice, vedendomi uscire dal retro box.

"No, non va bene proprio un cazzo" replico fermandomi ed appoggiando le mani sul viso.

"Vuoi che ti faccia compagnia?" Chiede, ma io scosso negativamente la testa.

"Ora voglio stare sola" dico, cammino per tutto il paddock fino a raggiungere i cancelli, esco e torno in hotel. Una volta in camera tolgo le scarpe e mi siedo sul letto, per poi restare in silenzio a pensare.

𝘈𝘭𝘭 𝘸𝘦 𝘩𝘢𝘷𝘦 𝘪𝘴 𝘯𝘰𝘸 || 𝘌𝘯𝘦𝘢 𝘉𝘢𝘴𝘵𝘪𝘢𝘯𝘪𝘯𝘪  Where stories live. Discover now