ғɪғᴛʏ-ᴛᴡᴏ

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🗓️Martedì 1 settembre 2020
📍Misano Adriatico, Italy

15.05

"Tutto a posto Rebe?" Chiede mio fratello mentre torno in camera.

"Si" mi limito a dire, faccio altri due passi ma vengo fermata dalla voce di Fabio, mi giro e me lo ritrovo di fronte. Inizia a guardarmi gli occhi, e poi guarda il resto del corpo.

"C'è qualcosa di strano" dice dopo avermi osservato per un po'.

"Sono uguale a prima" dico.

"Hai preso qualcosa?" Chiede, ed io resto in silenzio. Cazzo, dopo la mia overdose è diventato come un poliziotto antidroga.

"Rebeka, ti sei drogata?" Chiede a voce più alta, continuo a guardarlo restando zitta, e noto che si sta innervosendo sempre di più.

"Merda, ma lo capisci che quella roba ti rovina? Ti entra in quella testa che ti ritrovi o no?" Chiede praticamente urlando contro di me. Non rispondo neanche in questo caso, mi giro e vado in camera, e prima che lui possa entrare chiudo la porta sbattendola e chiudendola a chiave.

"Rebeka, apri questa cazzo di porta" urla da fuori, ma io faccio finta di niente. Infilo le scarpe, metto il telefono in tasca, sblocco l'uscio ed esco, ma vengo ovviamente bloccata da Fabio.

"Lasciami passare" dico cercando di stare calma.

"No, ora tu mi spieghi cosa hai preso e perché" dice mettendosi in mezzo al corridoio, in modo da non farmi passare.

"Voglio uscire, togliti da lì" dico a voce più alta, ma lui non si muove, provo a spostargli un braccio, ma con tutti i muscoli che ha ovviamente non riesco.

"Dimmi cos'hai preso"

"No, ed ora fammi passare" ripeto.

"Stai qui finché non parli"

"Non ti dirò un cazzo, quindi levati" dico, lui mi urla contro qualcosa a cui non faccio nemmeno caso. Penso di non essere mai stata così incazzata in vita mia, e messa come sono ora, credo proprio che potrei fare dei danni.
Continuiamo ad urlarci contro per un po', e poi, quando la mia pazienza arriva al limite, scoppio.

"Spostati porca troia" dico urlando più forte di lui, ma resta fermo dov'è. Mentre gli urlo contro colpisco per sbaglio un quadro attaccato al muro con all'interno una nostra foto da piccoli, che ovviamente cade, facendo frantumare il vetro. Presa dal nervoso e dalla rabbia, prendo in mano un pezzo di quest'ultimo e lo punto contro Fabio, che si spaventa momentaneamente.

"Fammi uscire da questa cazzo di casa" urlo tenendo in mano il vetro.

"Rebeka, calmati... Pa'!" dice il ragazzo abbastanza preoccupato chiamando rinforzi, e continuando ad indietreggiare lentamente mentre io continuo ad avvicinarmi a lui. Dal salotto sbucano i miei genitori e Beatrice, traumatizzati nel vedermi con un vetro (che tengo all'interno della mano destra, completamente insanguinata perché lo sto tenendo ben stretto al punto di tagliarmi) puntato contro Fabio.

"Tesoro, adesso tranquillizzati" dice mia madre, con un'espressione sul viso più che impaurita.

"Spostatevi, ed io non faccio male a nessuno" dico, i miei e la mia amica si spostano, mentre mio fratello cerca di rimanere immobile. Beatrice lo tira per un braccio e lo avvicina a sé, io passo, butto a terra il vetro, che si rompe in mille pezzi, ed esco di casa.
Scendo in garage, prendo la bici, salgo e parto, senza una metà ben precisa. Decido di chiamare Mattia per chiedergli se posso andare da lui.

"Io sono a casa, tra poco dovrebbero arrivare anche i ragazzi, quindi vieni pure" dice, lo ringrazio, chiudo la chiamata e poi mi dirigo là, dove arrivo un quarto d'ora più tardi.

"Cazzo Rebe, ma che hai fatto?" Chiede Federico aprendo la porta e notando subito la mano insanguinata.

"Ho litigato con Fabio, ho rotto un quadro e gli ho puntato contro il vetro con il tentativo di fargli male" dico tutto d'un fiato.

"Però... Dai, vieni" replica, entro in casa, il ragazzo chiama Mattia, che rimane altrettanto sconvolto nel vedere la mia mano ridotta così, prende il necessario per medicarla e poi andiamo in giardino, dove ci sono Gioele e Thomas.

"Ma scusa, perché tuo fratello ce l'aveva con te?" Chiede Fede.

"Ha capito che avevo preso qualcosa"

"Di nuovo Rebe?" domanda retoricamente il fratello di Bezzecchi.

"Ho preso solo 1 pasticca di Molly, la situazione con Enea è difficile e mi fa andare fuori di testa, ed io non volevo pensare a niente per un po', tutto qui" dico, e Mattia, che mi sta medicando la mano mi abbraccia, e dopo anche gli altri tre si uniscono.

"Dai, adesso facciamo qualcosa che faccia tornare la nostra Rebe felice" dice Thomas. Decidiamo di andare a fare un giro in moto, il proprietario della casa mi fa usare la sua da motocross, gli altri prendono le moto con cui sono arrivati qui, metto il casco che uso di solito quando esco con il figlio di Capirossi, e poi partiamo, inizialmente senza una meta precisa, poi decidiamo di andare a San Marino.

Verso le otto torno a casa, porto la bici in garage, salgo le scale e vado in casa mia. Come pensavo, nessuno mi rivolge la parola, Fabio non mi guarda nemmeno in faccia, mentre Beatrice mi rivolge un timido sorriso. Vado in camera e mi siedo sul letto, restando lì per un po'.

"Posso Rebe?" Chiede Fabio, io accenno un sì, lui entra e si siede di fianco a me.

"Credo di aver esagerato oggi, sai che ci tengo a te, non voglio che ricominci a drogarti" dice.

"Lo so lo so, scusami se ti ho trattato così e ti ho anche minacciato"

"Niente, quella roba da fare cose strane..."

"Non ero così incazzata per l'ecstasy, è la situazione con Enea che mi fa essere così" replico.

"Perché sta poco con te? Dai Rebe, lo fa per lavoro, non per altro" dice sorridendo. Poco dopo arriva anche Bea, con la quale parlo per un po' e che riesce a tranquillizzarmi. Vado a scusarmi anche con i miei genitori per la scena, perché non penso che siano stati molto felici di vedere la propria figlia che minacciava l'altro figlio con un pezzo di vetro.

𝘈𝘭𝘭 𝘸𝘦 𝘩𝘢𝘷𝘦 𝘪𝘴 𝘯𝘰𝘸 || 𝘌𝘯𝘦𝘢 𝘉𝘢𝘴𝘵𝘪𝘢𝘯𝘪𝘯𝘪  Where stories live. Discover now