Capitolo 2

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Non appena entrai in camera mi buttai sul letto: ero distrutta. Non avevo fatto niente di particolarmente stancante, forse ero solo stanca di aver oziato per due ore e mezza su un campo da calcio. Accarezzai il mio polso destro e notai con felicità che non faceva più male.
"Per fortuna non è rotto" pensai, e mi diressi verso il bagno per una doccia fresca e una lunga sessione di cura del corpo. Amavo passare le giornate intere a curare il mio corpo, ma la sera cambiavo completamente: uscivo, mi divertivo, facevo sesso e bevevo fino a non ricordarmi più nulla delle mie serate. In fondo i giovani fanno questo, no?
Passai la maggior parte del pomeriggio a occuparmi della mia manicure, e una volta finita mi accorsi che era ora di cena.
Tolsi di dosso il morbido asciugamano bianco della doccia e mi vestii con dei pantaloni neri aderenti e una maglia larga, stretta solo in vita. Non avevo molta voglia di truccarmi, così optai per un filo di fondotinta e mascara. Scesi nella hall e notai che il grande ristorante era strapieno di persone, ma non persone qualunque. Il 90% di loro indossava magliette delle nazionali, e riuscii a riconoscerne solo poche: Croazia, Brasile e Francia.
Avevo sentito dire da mio padre che questo hotel era uno dei tanti che avrebbe ospitato i giocatori che avrebbero partecipato ai mondiali, ma non mi aspettavo di certo cosí tante squadre. Mi diressi verso il gruppetto di ragazzi che indossava la maglia della nazionale brasiliana, sperando di trovarci anche mio padre, e così fu. Non mi sedetti vicino a lui per due ragioni: primo, il posto era già occupato; secondo, anche se fosse stato libero, non lo avrei fatto lo stesso.
Trovai un posticino accanto a un ragazzo che scoprii chiamarsi Richarlison, ma decisi che quella sera non avrei fatto la provocante con nessuno. In Brasile mi sentivo a casa, mi sentivo la regina del mondo. Qui, in Qatar, ero come un pesce fuor d'acqua, ma non ci sarebbe voluto molto per abituarmi a questo clima così... strano.
Notai che Neymar era seduto a pochi posti distanti dal mio, e non appena i nostri sguardi si incrociarono fece un cenno col capo in segno di saluto. Sorrisi sfacciatamente e continuai a mangiare la mia insalata.
Sbirciai un po' tra i tavoli e notai tanti volti famosi: a poco più di due metri c'era Griezmann, più in là Kylian Mbappe, e vicino la porta del grande ristorante notai il volto di Luca Modric. Non sapevo quasi niente di calcio, ma essendo la figlia del CT del Brasile avevo imparato a riconoscere alcuni dei giocatori più famosi del momento.
Peccato che non ci fosse anche la Germania, avrei potuto fare un pensierino su Manuel Neuer.
Sorrisi al pensiero e finii la mia insalata, alzandomi dal tavolo per tornare in camera. Odiavo quella confusione.
Arrivai alla hall quando mi sentii tirare per un braccio.
-Ehi-
Neymar, ancora lui. Alzai gli occhi al cielo e mi voltai.
-Da quanto tempo- ironizzai.
-Io...ecco...-
-C'è qualcosa che devi dirmi?- stavo cominciando a spazientirmi.
-Si... Beh, non mi hai ancora detto il tuo nome. Io mi sono presentato, ma tu...-
Risi, ma non era una risata cattiva. Risi sul serio al pensiero che quel ragazzo mi aveva seguito fino alla hall per chiedermi il nome.
-Lavori con mio padre praticamente ogni giorno, non puoi chiederlo a lui?-
-Non vedo perchè non possa chiederlo a te- sorrise dolcemente. Mi stava facendo saltare i nervi.
- Lídia Souza- mi presentai mantenendo lo sguardo fisso su di lui.
-Che bel nome- si complimentò sorridendo ancora. Pur avendo un sorriso a dir poco perfetto, tutta quella 'dolcezza' mi stava spazientendo.
-Ora che sai il mio nome mi lascerai in pace?-
-Ti dò così tanto fastidio?-
Già, mi dava così tanto fastidio? Ci pensai su, e prima di voltarmi per dirigermi in camera sussurrai un 'no', seguito da un occhiolino. Non mi girai per guardarlo una seconda volta, ma sapevo che stava sorridendo. Salii le scale ed entrai in camera con un solo pensiero fisso in mente: scoprire di più su quel ragazzo.
Digitai sul motore di ricerca il nome "Neymar" e "Brasile". Il suo nome non mi era sconosciuto: mio padre, nei suoi lunghi discorsi pre-partita, che ignoravo per la maggior parte del tempo, doveva averlo nominato, ma non avevo mai associato quel nome alla sua faccia. 

Save me || Neymar JrWhere stories live. Discover now