Capitolo 16

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Neymar POV

Il risveglio fu più traumatico del previsto. La testa mi pulsava, gli occhi mi bruciavano. Acqua, avevo bisogno di acqua. Quando mi convinsi ad aprire gli occhi, notai con stupore che la stanza nella quale ero finito non era la mia. 'Oh cazzo' pensai. Ero forse finito nella camera d'albergo di quella tifosa del bar? Mi misi a sedere sul letto. Girai lo sguardo verso il comodino e notai con felicità una bottiglietta d'acqua ancora sigillata. Non mi importò che non fosse camera mia, aprii velocemente il tappo e mi attaccai alla bottiglia finendo l'acqua in pochi sorsi.

Il buio che proveniva dal balcone indicava che il tramonto era già passato da un pezzo. Le finestre erano aperte, e neanche un secondo dopo comparve una figura slanciata con un accendino in mano: Lídia.

-Ben ritornato sulla terra dei vivi- il tono di voce era un misto tra l'ironico e lo stizzito.

-Che cos'ho fatto?-

-Quello che hai fatto con i tuoi amici, non lo so. Quello che hai fatto con una sconosciuta, me l'hai detto tu-

-Cazzo- imprecai.

-Cazzo, sì. Se mi avessi lascito spiegare quando era il momento, non ci troveremmo a questo punto- alzò di poco la voce, quel poco che bastò per farmi fischiare le orecchie. Il mal di testa era lancinante. Lei se ne accorse, ma parve non importarsene. Continuò -Non è più il tuo turno di essere arrabbiato. Sei tu quello nel torto ora. Ero quasi tentata di chiamare mio padre e mostrargli le condizioni in cui ti sei presentato alla mia porta poco fa-

Ancora fitte alla testa. Mi girai verso il comodino alla ricerca di altra acqua, ma avevo terminato la bottiglia al mio risveglio. Lei sbruffò e mi lanciò un'altra bottiglietta afferrata dal frigo bar.

-Ti ho comprato una cassa intera di acqua-

La ringraziai con lo sguardo e finii anche quella bottiglietta.

-Ho fatto un casino-

-Mio padre non saprà nulla. Hai tutto di domani per riprenderti-

-No, ho fatto un casino con te- non mi importava della sbronza. Mi importava di lei, di cosa pensasse di me dopo quel pomeriggio.

-Siamo pari, in un certo senso- mi guardava ancora dall'alto verso il basso, con le braccia incrociate e una posa rigida. Picchiettava col tacco sul pavimento: quel rumore mi dava fastidio, ma non ero nelle condizioni di lamentarmi.

-Vieni qui- la chiamai con un tono di supplica. Dovevo sembrare proprio penoso. Mi vergognai.

-Va' prima a farti un bagno. Puzzi di alcol-

-Disse quella che puzza come una ciminiera- provai a smorzare la situazione. Lei sembrò cambiare espressione per un attimo, sembrò divertita.

Si avvicinò, allungai le braccia come per chiedere di aiutarmi a scendere dal letto, ma quando afferrò le mie mani la tirai verso di me. La baciai come se fosse la cosa più preziosa al mondo; forse, in quel momento, lo era davvero per me.

Save me || Neymar JrWhere stories live. Discover now