Capitolo 24

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Neymar POV

Non sentire Lídia per tutti quei giorni mi aveva letteralmente fatto impazzire. Gli allenamenti procedevano, ma la testa era chiaramente da tutt'altra parte. I miei compagni di squadra se ne erano accorti, ma solo Antony ci pensò due volte prima di farmelo notare. Il mister, invece, si comportava tranquillamente. Lídia non aveva assistito a nessun allenamento dall'inizio vero e proprio dei mondiali; non la vedevo a pranzo, né a cena. Richarlison si fece sfuggire di averla intravista una sera sul ciglio della porta della sua stanza, mentre il servizio in camera le portava del cibo dal ristorante. Probabilmente mangiava lì, da sola. Tutti avevano notato la sua assenza, ma a nessun sembrò importare più da tanto, come era giusto che fosse. Non avevamo avuto modo di parlare dell'accaduto, o della situazione tra noi due. Io, da parte mia, mi ritenevo ancora parte di una frequentazione, per quanto quelle parole sembrasse ridicola in quel momento.

Era finalmente arrivato il nostro turno nel campionato: ci saremmo battuti contro la Serbia. L'umore del team era abbastanza sereno, con la giusta tensione che non faceva mai male. Lo stadio era gremito di gente, la curva del Brasile intonava canzoni e ballava coreografie allegre, come sempre. Al momento del nostro inno, un brivido mi percorse la schiena. Volsi lo sguardo verso i tifosi, poi verso la nostra panchina, con la coda dell'occhio intravidi una figura fin troppo familiare sedere sulla tribuna proprio al di sopra della panchina.

Lídia.

Lídia POV

Impormi quella "pausa", come l'avevo definita, era stata una cosa positiva, ma anche negativa. Alternavo momenti bui, in cui mi rifugiavo nei ricordi della mia infanzia prima del divorzio dei miei, a momenti in cui la famiglia passava né in secondo, né in terzo piano. Non avevo avuto contatti con mio padre, né con Neymar o altri della squadra. Né tantomeno loro mi avevano cercata: mio padre era abituato ai miei momenti "no", e probabilmente era felice che non gli stessi in mezzo ai piedi durante gli allenamenti; gli altri giocatori non avevano motivo di preoccuparsi della mia scomparsa dai radar. Neymar, invece, aveva provato solo una volta a ricontattarmi. Il giorno dopo l'ultima "conversazione", tentò di riprendere il discorso, lui dietro la porta della mia suite, io sul letto con i piedi a penzoloni. Mi aveva detto che mi avrebbe dato il tempo che mi serviva, ma che gli sarebbe piaciuto vedermi tifare per lui e la sua squadra alla prima partita dei mondiali. E così avevo fatto.

Indossavo la maglia della nazionale come la maggior parte dei tifosi brasiliani, un pantalone bianco e un cappellino da baseball che andava a coprire buona parte superiore del mio viso. Le occhiaie erano visibilmente peggiorate dopo quei giorni di solitudine e nervosismo.

Richarlison quel giorno fece doppietta e il Brasile vinse due a zero contro la Serbia: i tifosi erano in delirio e, anche se da fuori non sembrava, anche io.

Neymar POV

La squadra era in delirio nello spogliatoio. Vincere la prima partita del campionato dava la carica giusta per affrontare la lunga esperienza dei mondiali. La prossima partita sarebbe stata tra 4 giorni, potevamo permetterci una serata di festeggiamenti. La mia testa in quel momento però era concentrata solo su Lídia. Vederla di nuovo mi aveva trasmesso un ottimismo e una felicità fuori dalla norma. Le avevo chiesto io di assistere alla partita, e nonostante non avessi ricevuto risposta, era lì a fare il tifo per noi. Feci una doccia veloce per lavarmi dallo sporco del campo e dal sudore, indossai in fretta la mia tuta e sgattaiolai fuori dagli spogliatoi subito dopo i complimenti del nostro mister per la vittoria.

Dovevo trovarla. Lo stadio si stava svuotando minuto dopo minuto, ma di lei sulla tribuna nessuna traccia. Non era con suo padre, e non sembrava essere nei paraggi.

-Cercavi qualcuno?- la sua voce fu accompagnata dall'eco del lungo corridoio che portava agli spogliatoi.

Mi girai di scatto e finalmente la vidi. Il suo volto era stanco, ma bellissimo. Corsi verso di lei e l'abbracciai come se la mia vita dipendesse da quell'abbraccio.

-Neymar, mio padre uscirà a momenti da lì-

-Fanculo tuo padre- La baciai. Le mie mani andarono a coprire le sue guance morbide e calde. Lei sembrò restia all'inizio, ma poi si abbandonò completamente a quel bacio. Lo desideravamo entrambi. Ci staccammo solo perché eravamo a corto di fiato.

-Non farmi mai più una cosa del genere- le mie mani continuavano ad accarezzarle le guance. I suoi occhi erano spenti. Abbassò il capo e tirò su col naso in quello che sembrava un singhiozzo. Non era il momento di fare scenate, lo capii subito. Le posai un bacio a stampo sulla fronte e la strinsi al mio petto. Poi quelle parole, che mi fecero capire di star lottando per una valida causa.

-Mi sto innamorando di te, Ney-

Save me || Neymar JrWhere stories live. Discover now