Capitolo 45

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Lídia POV

Neymar divorò tutto quello che i camerieri portarono a tavola, e mangiò anche il contorno di verdura che avevo lasciato io. Il mio stomaco era ancora scombussolato per l'alcol e.. per il bacio dato a Kylian. Cercai di tenere un profilo basso a tavola: non sapevo effettivamente se qualcuno mi avesse vista la sera prima. In ogni caso, pensai, avrebbero dovuto dire qualcosa a Neymar, soprattutto Antony o Richarlison, quelli più legati a lui. Invece tutto sembrava tranquillo.

Neymar mi distrasse da quel vortice di pensieri, accarezzandomi il braccio.

-Ti va un caffè al bar? Kylian ci aspetta lì-

Kylian. Kylian. Kylian. Quel nome mi tormentava la mente e la vita reale. Non potevo dare la colpa a nessuno, ero stata io a combinare quel casino, e ora io dovevo affrontare le conseguenze.

Annuii e mi alzai da tavola salutando tutti. Mio padre mi fece cenno di avvicinarmi a lui.

Titubante, raggiunsi la sua postazione torturandomi le mani. Anche lui era alla festa, poteva essere stato effettivamente lui ad avermi vista. Neymar per fortuna non mi seguì.

-Lídia, stai bene? Sembri strana-

-Sto bene, ho solo un po' sonno-

-Ieri ti ho vista molto... allegra- un colpo al cuore. Allora mi aveva vista baciare Kylian.

-Cosa, scusa?-

-No, beh, dicevo.. ti ho vista ballare con Neymar e sembravi un po' su di giri. Non avrai esagerato come al tuo solito?- per fortuna gli altri si erano già alzati dal tavolo. La conversazione era alquanto imbarazzante.

-Sì beh, ho alzato un po' il gomito. Ma sto bene. Tu... tu ti sei divertito ieri?- era ovvio che non mi importasse di come avesse passato la serata mio padre. Ciò che mi premeva era capire cosa avesse visto.

-I ragazzi mi hanno insegnato a giocare a poker. Richarlison mi ha fatto perdere un patrimonio- rise. Era tranquillo e mi bastava questo. Poco mi importava del poker.

-Okay, io... io vado a prendere un caffè per riprendermi. A dopo-

Mio padre mi salutò con un cenno di capo, poi alzò la mano per salutare anche Neymar dall'altra parte del tavolo. E una era andata. Ora bisognava affrontare Kylian.

Mentre camminavamo, mano nella mano, in direzione del bar, un brutto presentimento si fece largo nella mia mente. E se Neymar sapesse tutto e facesse una scenata al bar davanti a me e Kylian? No, era troppo sereno. Non era possibile.

-Sono distrutto. Il mister ci vuole tutti in palestra oggi pomeriggio-

-Ancora? Non vi siete allenati abbastanza stamattina?-

-Per lui a quanto pare non era abbastanza- fece una smorfia di disappunto, poi scoppiò a ridere -è finita la pacchia, ora si fa sul serio-

Notai Kylian alla fine del corridoio e mi irrigidii. Neymar sembrò notarlo e mi guardò confuso.

-Scusa- dissi io -mal di testa da alcol- inventai. Mi strinse di più la mano, poi con un cenno di capo salutò Kylian.

-Kylian! Siamo sopravvissuti all'ira del mister! Forse abbiamo sbagliato a invitarlo ieri sera, ci ha visto troppo rilassati e ora ne paghiamo le conseguenze-

-Ciao, amico!- Kylian diede una pacca sulla spalla di Neymar -Ciao, Lídia- imbarazzo totale. Sorrisi impacciata e ricambiai il saluto con un timido "ciao". Avanti, Lídia, puoi fingere meglio di così.

Raggiungemmo un tavolino al centro della sala e prendemmo posto. Neymar andò invece al bancone a ordinare i caffè. Eravamo solo io e Kylian, uno di fronte all'altra. Dovevo fare il primo passo.

-Kylian, mi dispiace davvero. Ricordo qualcosa e sono totalmente imbarazzata per ciò che ho fatto- sussurrai. Le mie guance erano in fiamme. Tendenzialmente non mi pentivo mai delle mie azioni, neanche quando ero ubriaca fradicia, ma quella era una situazione troppo particolare per passare inosservata.

-Non è successo niente, stai tranquilla. Rimarrà tra di noi- mi fece l'occhiolino, e il sorriso affabile mi tranquillizzò abbastanza da potermi rilassare sulla sedia comoda del bar. Presto, però, un altro flash della sera precedente mi tornò in mente: "Per quanto mi abbia fatto piacere, non posso fare questo a Neymar".

Forse, in un altro contesto, Kylian non si sarebbe comportato da amico nei confronti di Neymar. Forse, se non avessero risolto le loro questioni, a quest'ora la faccenda sarebbe stata molto più seria e Kylian probabilmente avrebbe raccontato tutto a Neymar. O forse non sarebbe mai successo nulla... dopotutto, Neymar aveva invitato Kylian alla festa.

Non volli approfondire più di tanto, poiché Neymar era a portata d'orecchio. Nel momento stesso in cui tra me e Kylian calò il silenzio, lui si avvicinò con i caffè su un vassoio nero.

-Non ti facevo cameriere- dissi ironica. Poggiò il mio caffè macchiato sul tavolino, poi afferrò le altre due tazzine e ne diede una a Kylian, e l'altra la poggiò accanto a me, al suo posto, con un sorriso a trentasei denti stampato in volto.

Come avevo potuto tradire la sua fiducia in quel modo?

Save me || Neymar JrDove le storie prendono vita. Scoprilo ora