Capitolo 11

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Lídia POV

La conversazione andò avanti più a lungo del previsto. Mi guardai allo specchio, soffocando una risata per la situazione assurda che si era andata a creare. Neymar tentò di chiudere subito il discorso, mostrandosi comunque aperto alle critiche e alla conversazione. Mio padre, quando voleva, era abbastanza logorroico.

Finalmente, dopo una buona mezz'ora, mio padre decise che era tempo di pranzare.

-Vestiti, ragazzo, ti aspetto giù con gli altri- non si sentì la sua risposta, probabilmente stava annuendo, ma poco dopo udii la porta della stanza aprirsi e chiudersi.

Uscii dal bagno con una mano davanti la bocca, trattenendo le risate nel caso in cui mio padre fosse ancora fuori la stanza. Neymar sospirò e si precipitò verso di me per abbracciarmi.

-Saranno dei mondiali lunghi-

-Lunghissimi, Ney-

-Dobbiamo andare a pranzo- osservò lui. Sbuffai, il momento clue era passato da un pezzo, ma non ci sarebbe voluto niente a riaccendere la fiamma.

-Oggi pomeriggio dovrete allenarvi di nuovo?-

-No, oggi pomeriggio e domani saremo in pausa. Dopodomani cominciano le sfide e gli allenamenti, noi giocheremo il 24 novembre-

-Mh, non mi interessa in questo momento-

-Simpatica come sempre-

-Volevo solo sapere quando avremo un'altra chance- gli baciai la punta del naso e corsi a recuperare il reggiseno al lato del letto -Sbrighiamoci prima che mio padre torni a chiamarti-

Neymar POV

Aspettai che Lídia raggiungesse il ristorante prima di abbandonare la mia stanza. Eravamo quasi stati scoperti e non avevo intenzione di rischiare ancora. Il mister era già nervoso per la mia scenata in campo, non potevo aggiungere altra carne al fuoco. Allontanai il pensiero di Lídia tra le mie gambe per evitare spiacevoli inconvenienti a tavola, ma essere rimasti a bocca secca non aiutava affatto. Le sue parole "ora scopami, Ney" mi rimbombavano nella testa. Scossi il capo e cercai di tornare in me.

Arrivato al ristorante, notai che ero l'unico assente all'appello. Lídia parlava con Thiago Silva e Casemiro. Allungai lo sguardo verso la tavolata dei giocatori croati: Livakovic aveva un cerotto sullo zigomo. Era poco, ma era pur sempre qualcosa. Incrociò il suo sguardo col mio, ma nessuno dei due voleva mettersi nei guai. Mi sedetti accanto a Paquetà e cominciai a mangiare il mio piatto ormai freddo.

-Oggi pomeriggio pensavamo di fare un giro per la città, sei dei nostri?- Antony, di fronte a me, attendeva una risposta.

-Non fa troppo caldo per uscire di pomeriggio?- valida alternativa a "mi hanno già interrotto stamattina, oggi pomeriggio lasciatemi libero"

-È il Qatar, amico, qui fa sempre caldo- fanculo.

-Io speravo di fare un bagno caldo e riposarmi un po', in realtà-

-Avanti, vecchio! Hai tutto di domani per riposarti!-

-Senti qua- intervenne Casemiro -usciamo, ci fermiamo in qualche locale e ci portiamo a letto qualche ragazza per smorzare la tensione pre-partita. Non puoi rifiutare-

Lídia alzò un sopracciglio, sulla sua faccia era stampato un ghigno divertito; poi rivolse di nuovo l'attenzione al piatto.

-Una ragazza non ti farebbe male- il mister intervenne a sostegno degli altri, alludendo alla spiacevole situazione, fraintesa, che avevamo vissuto un'oretta fa in camera.

Mi schiarii la voce e accontentai i miei amici -D'accordo, uscirò con voi, ma non aspettatemi. Vi raggiungo io dopo essermi riposato- era un buon compromesso.

-Le ragazze non aspetteranno certo il tuo sonnellino di bellezza, Neymar- la voce di Lídia mi spiazzò. Anche lei ora supportava i ragazzi. Thiago Silva e Paquetà risero di gusto, Antony mi lanciò un'occhiata di intesa, per poi fare l'occhiolino.

-Me ne farò una ragione... come hai detto che ti chiami?-

-Lídia-

-Me ne farò una ragione, Lídia-

Il gioco aveva retto bene.

Save me || Neymar JrWhere stories live. Discover now