Capitolo 31

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Lídia POV

Aprii di scatto gli occhi, incrociando lo sguardo con Neymar. Avevo capito bene, aveva scandito fin troppo bene quelle parole.

La mia prima reazione fu quella di staccarmi da quell'abbraccio e adagiarmi rigidamente sul letto, accanto a lui. Le parole sembravano morirmi in gola.

-Lídia?- cercò di richiamare la mia attenzione.

-Tu... tu mi ami- era un'affermazione? Una domanda? Una supposizione? Neanche io lo sapevo. Era l'unica cosa che ero riuscita a dire.

-Ti amo- ripeté ancora. Sussultai ancora. Avevo avuto varie frequentazioni, varie storie da una notte. Ero abituata a tutto, ma non a quello. Forse ero io quella strana.

-Io...-

-No- mi fermò lui -non devi dirlo per forza, non se non te la senti-

-Ney, io ci tengo a te, lo sai?-

-Lo so- era deluso, lo percepivo -e so di averti già detto che mi stavo innamorando di te- ammisi. Il fiato era di nuovo corto -ma...-

-Mi basta questo per ora- concluse Neymar. Quel ragazzo, per me, era troppo. Non mi meritavo tanta pazienza.

Mi poggiai sul fianco, verso di lui. Accarezzai delicatamente quel viso leggermente imbronciato, che cercava di nascondere dietro al cuscino. Posai un bacio tra i suoi capelli e mi adagiai sulla sua spalla, cercando di riprendere il controllo.

Come era possibile rovinare qualsiasi cosa? Probabilmente avevo un talento speciale. Nonostante Neymar non avesse fatto scenate o approfondito la questione, era visibilmente dispiaciuto, e come dargli torto. Mi aveva appena detto che mi amava, e l'unica cosa che ero riuscita a fare era stata balbettare un "ci tengo a te".

Cercai di liberare la mente e concentrarmi su me e Ney, sul letto, insieme, in quel momento. Facendo il resoconto di quelle giornate, potevo affermare che quello era l'unico momento in cui non stava succedendo effettivamente qualcosa. Cinque brevi minuti interrotti dalla sua voce, che diceva di aver sonno. Annuii quasi timidamente e mi spostai dalla sua spalla, lasciandolo libero di spostarsi e mettersi comodo per dormire. Si mise di spalle, ma quando allungai il mio braccio verso il suo fianco, sentii la sua mano stringere la mia. Sorrisi, era già qualcosa.

*mattina seguente*

Neymar POV

-È già ora?- Lídia si lamentò, svegliandosi e stropicciandosi gli occhi. La sveglia continuava a suonare ininterrottamente. Allungai svogliatamente il braccio verso il telefono e bloccai quel suono assordante.

-Devo allenarmi- forse lo stavo dicendo più a me stesso che a lei. Mi ero svegliato con un peso sullo stomaco e no, non era per via del colpo. Fortunatamente quella mattina il dolore era pressoché passato, o comunque notevolmente diminuito. Il livido era ancora presente, ma riuscivo a muovermi senza particolari disagi. Il peso che avevo, invece, era dovuto alla conversazione della sera prima. Sentivo che era il momento giusto di aprire il mio cuore a Lídia. Stavamo facendo l'amore, dopo una giornata assurda fatta di risse e problemi familiari. Sentivo davvero una connessione con quella ragazza, ed era stato il mio cuore a parlare, a prendere il sopravvento.

Sapevo che Lídia non si comportava in quel modo con cattiveria. Non lo faceva apposta. Aveva bisogno dei suoi tempi e io, in qualche modo, avrei aspettato. La paura che un domani, dopo i mondiali, sarebbe tutto finito continuava a balenarmi nella mente. La paura che si trattasse semplicemente di una storia di un mesetto, il tempo che il campionato finisse, era costante. Lídia negli ultimi giorni mi aveva dato dimostrazione del contrario. Stava davvero cercando di cambiare atteggiamento, seppur con qualche scivolone. Ma ero disposto a sorreggerla ad ogni caduta, così come successo con la madre.

Mi imposi di aprire gli occhi e quello che vidi mi fece, da una parte, contento, dall'altra esattamente il contrario. Lídia era bellissima, col viso imbronciato, semi coperto dalle lenzuola. Era ancora nuda e i suoi capelli le scivolavano lungo il seno turgido. E se quella visione fosse solo temporanea? Se stessi fraintendendo tutto?

Smettila, Neymar. Non hai motivo di pensarlo, smettila. Scossi il capo e mi allungai verso il suo viso. Le baciai delicatamente il collo, poi la guancia, fino ad arrivare al suo orecchio.

-Vieni a fare colazione- sussurrai.

Mugugnò qualcosa, ancora addormentata, provocando la mia risata. Decisi di comportarmi come se non fosse successo nulla. Avremmo avuto modo di discuterne in altre situazioni, in quel momento dovevo pensare solo agli allenamenti.

-Mi alzo- brontolò ancora. Scoprì il resto del corpo spostando le lenzuola. Male, decisamente male. Le bloccai il braccio prima che si alzasse dal letto. Lei mi guardò confusa, i capelli arruffati le davano un'aria comica e dolce allo stesso momento. Avevo voglia di lei e i nostri corpi nudi di certo non aiutavano a migliorare la situazione.

La accompagnai dolcemente verso il cuscino, di nuovo. Partii dal suo collo lasciando una scia di baci fino ai suoi fianchi, perdendo tempo sui suoi capezzoli duri. Gemette dolcemente. Portò la sua mano tra i miei capelli, stringendo di tanto in tanto la presa.

Andai più giù con la testa, arrivando alla sua intimità già umida. La mia lingua andò a stimolarla delicatamente, poi sempre con più foga. La sentii contorcersi sotto la mia presa salda. Le mie mani le bloccavano il bacino, impedendole di spostarsi. Le sue gambe, invece, si muovevano in base alla pressione che esercitavo sul suo sesso.

A interrompere quel momento decisamente eccitante fu di nuovo quella maledetta sveglia. Sbuffai. Non potevo fare tardi o il mister avrebbe avuto sicuramente da ridire. Interruppi malvolentieri quella piacevole e lenta tortura su Lídia, disattivai di nuovo l'allarme e le posai un bacio sulle labbra.

-Non abbiamo finito io e te- conclusi. Lei sorrise, io mi diressi in bagno per prepararmi.

Lídia POV

Era stato un risveglio particolarmente piacevole, ma non avevo ancora voglia di cominciare la giornata. Volevo passare un altro po' di tempo a letto, preferibilmente con Neymar, ma sapevo che era decisamente impossibile. In dieci minuti era già pronto per scendere giù e fare colazione col resto della squadra.

-Io resto qui, non ho fame ora- dissi. Tornai di nuovo sotto le coperte.

-Non vieni all'allenamento, oggi?-

-No, Ney, oggi non ho proprio voglia- ammisi. Le coperte avevano il suo profumo. Mi accoccolai dalla sua parte di letto.

-Va bene, ma ti aspetto a pranzo-

Annuii silenziosamente e cercai di riprendere sonno mentre Neymar usciva dalla stanza. Mi accorsi malvolentieri di essere del tutto sveglia. Sbruffai e mi adagiai comodamente sul cuscino, quasi seduta con la schiena appoggiata sulla testata del letto.

Save me || Neymar JrDove le storie prendono vita. Scoprilo ora