Capitolo 57

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Lídia POV

Dopo circa mezz'ora, Richarlison, Vinicius e Lucas ci avevano raggiunti in stanza, come concordato. Si erano seduti sul divanetto di fronte al letto, a testa bassa come se fossero in punizione. Era una scena comica, in effetti, sarebbe stato facile per mio padre prenderli a schiaffi in quella posizione. Neymar era invece seduto sul letto, con la stessa identica espressione degli altri in volto. Faceva strano non vedere Richarlison o Lucas ridere, di solito erano l'anima della squadra. Dovevano proprio sentirsi male, fisicamente e psicologicamente.

-Ora chiamerò mio padre- annunciai -limitatevi a chiedergli scusa, fatelo sbraitare e fatevi insultare se necessario. Non provate neanche a pensare di giustificarvi per ieri- li avvertii.

-È così che facevi tu quando tornavi ubriaca a casa?- Neymar. Mi venne da ridere a quella domanda, più che legittima. Dopo la doccia si era leggermente ripreso e aveva anche mangiato qualcosina a metà mattina.

-No, ecco perché sto dicendo a voi di farlo. Ho una certa esperienza-

Richarlison, per la prima volta in quella giornata, finalmente rise. Poi però appoggiò di nuovo la testa al divano portandosi una mano sulla fronte -Fanculo, mi gira tutto-

Incorreggibili. Mi godetti quegli ultimi momenti di quiete e calma, ero consapevole che da un momento all'altro le urla di mio padre si sarebbero sentite fino a casa in Brasile.

Uscii lentamente dalla stanza dirigendomi verso la camera di fronte la mia, dove alloggiava mio padre. Cautamente, bussai alla porta e aspettai pazientemente che venisse ad aprirmi. Quando finalmente lo fece, notai che era già vestito in tenuta da lavoro, il tutto contornato da un'espressione corrucciata in viso.

-Lídia, che succede?-

-Papà...- inspirai ed espirai -ora cerca di stare calmo, per favore- tentai un approccio cauto -se vieni un attimo in camera mia, qualcuno vorrebbe chiederti scusa per ieri-

Papà sospirò e alzò gli occhi al cielo, poi si appoggiò alla porta.

-Quindi Neymar è vivo?-

-Neymar, Richarlison, Lucas e Vinicius. Tutti vivi. Però papà, per favore, stai calmo-

Lui non le rispose. Quella situazione era davvero bizzarra, non mi ero mai posta in quel modo con mio padre. Di solito preferivo attaccare più che difendere. Chiuse la porta alle sue spalle e mi seguì verso la mia stanza. Quando entrammo, tutti e quattro sussultarono e cercarono di ricomporsi. Si alzarono come dei robot sincronizzati alla perfezione, tutti insieme. Neymar teneva lo sguardo basso, la faccia imbronciata; Vinicius si torturava le mani; Richarlison aveva le spalle ricurve in avanti e muoveva nervosamente i piedi; Lucas di mordeva le labbra e guardava ovunque tranne che verso di noi. Facevano quasi tenerezza: sembravano dei bambini in punizione.

-Mister, noi...- fu Neymar a rompere il silenzio.

-Sta' zitto, Neymar. State zitti tutti!-

Mi avvicinai a mio padre, sussurrando un "non era così che ti avevo chiesto di comportarti", ma lui alzò di nuovo gli occhi al cielo e decise di ignorarmi. Fantastico, direi.

-Vi rendete conto della gravità di quello che avete fatto? Iniziare una fottuta rissa da ubriachi? Se la notizia trapelasse... oh cazzo, saremmo fottuti. Se aveste fatto una cosa simile fuori dall'albergo sareste già in carcere, razza di coglioni! Ora ditemi perché cazzo vi ho dovuto separare, per di più insieme a un cazzo di Modric ubriaco che invece di aiutarmi mi metteva ancora di più in difficoltà!-

Come avevo immaginato, le urla rimbombarono per tutta la stanza. Davano fastidio a me, per la prima volta sobria e sveglia, figuriamoci a loro.

-Mister, abbiamo esagerato con i festeggiamenti ieri. Non.. non c'è nessuna ragione valida- Richarlison prese la parola.

-Chi cazzo ha iniziato? Per favore, ditemi che sono stati loro, mi risparmierete una figura di merda colossale con Dalic-

-Sono stato io, mister – ecco Lucas -ho iniziato a provocarli e poi si sono accesi gli animi-

-Mister, io anche ho.. ho iniziato. Livakovic ha iniziato a insultarmi sul personale- ora Neymar, potevo solo immaginare le battute di Livakovic. Per farlo scattare come una molla, probabilmente aveva messo in mezzo anche me. Mi coprii gli occhi con la mano: lo avevo sospettato, ma non volevo crederci.

-E noi ci siamo uniti subito dopo- Vinicius indicò se stesso e Richarlison, che annuiva con fare colpevole.

Papà cominciò a fare su e giù per la camera, nervoso come non mai.

-Dovrei mandarvi tutti a casa- diceva tra sé e sé. Vinicius sussultò.

-Papà...capita di fare qualche cazzata- provai a difenderli. Mossa sbagliata, perché lo provocai ancora di più.

-Sono pagati per non fare cazzate!- esclamò infatti. Mi zittii completamente e mi spostai verso la parete opposta della stanza, osservando la scena da lontano. Forse avrei fatto meglio a non fare niente.

-Voi quattro- li indicò uno ad uno -riposo revocato. Dopo pranzo vi voglio attivi in palestra. Non mi importa se vomiterete l'ultimo grammo di dignità che vi è rimasto, non mi importa se sverrete per disidratazione. Oggi in palestra rimpiangerete di non essere mai nati- dopo questo, se ne andò sbattendo la porta.

-Poteva andare peggio...-si azzardò a dire Vinicius.

-Il peggio verrà in palestra, fidati- rispose Neymar.

Save me || Neymar JrTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon