Capitolo 28

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Lídia POV

Mi chiusi in me stessa, di nuovo. Neymar era steso accanto a me sul letto, ma non osava toccarmi. Fissava con apprensione la spalla, che però aveva smesso di fare male. Avvertivo solo un leggero fastidio, ma non c'era nulla di rotto.

Tutto ciò che desideravo erano delle giornate senza problemi, tensioni o disastri. Ma a quanto pare l'universo non la pensava come me. Stavo dando le spalle a Neymar quando lo sentii lamentarsi dopo aver provato a cambiare posizione sul letto. Mi girai.

-Ti fa male?- cercai di usare un tono duro, nonostante la preoccupazione per quel colpo allo stomaco. Lui si toccava il basso ventre con le mani, massaggiandosi la zona dolorante.

-Sto bene, devo solo stare a riposo-

-Sei sicuro?-

-Lídia, se ci fosse qualcosa che non va te lo direi. Tu piuttosto, non riesci a stare lontana dai guai per mezza giornata- accennò a un sorriso ma l'espressione che aveva in volto mostrava il dolore che stava provando in quel momento. Presi il lenzuolo e glielo appoggiai addosso, poi mi avvicinai a lui evitando di toccarlo nel caso gli avesse fatto male.

-Non andrò da lei, posso vivere benissimo senza una madre come ho fatto finora- allungai il braccio verso il comodino e afferrai il telefono. Mostrai a Neymar la schermata della chat di whatsapp con mia madre, che sarebbe stata vuota se non fosse stato per quella condivisione di posizione in tempo reale che mi aveva inviato qualche minuto prima.

-Ho controllato la zona, sai? Vive nel lusso sfrenato. La mia presenza non le migliorerà di certo la vita, anzi. Probabilmente sarei un problema da gestire e risolvere il più cautamente e velocemente possibile-

-Non la metterei così, forse...-

-No, Neymar. Abbiamo provato, ora basta, capitolo chiuso. Se è andata via, un motivo ci sarà-

Neymar non ribatté. Probabilmente era d'accordo con me per la prima volta su qualcosa. Fece cenno col capo di avvicinarmi ancora di più, ma quando appoggiai la testa al suo petto lo sentii gemere.

-Sei stato un vero cretino a colpirlo-

-Se lo meritava. Tu non hai visto la scena a cui ho assistito io. Il modo in cui ti teneva quel braccio, il modo in cui si è rivolto a me...-

-C'ero anche io, so cos'è successo-

-Ma non hai visto la scena dalla mia prospettiva. Nessuno deve azzardarsi a trattarti così-

-Me la sarei cavata anche da sola, Ney-

-Avanti, Lídia, per favore!- il suo tono era stanco -Per una volta non muore nessuno se hai bisogno d'aiuto. Io non sono contro di te, io sono con te. Non vedermi come un ostacolo da abbattere, per favore-

Non risposi, aveva ragione. Dovevo imparare a vivere con la consapevolezza di avere qualcuno al mio fianco. Dovevo abituarmici ancora.

Quel momento fu interrotto dal telefono di Neymar che squillava: Antony. Per evitare che si muovesse troppo, risposi io.

-Lídia? Mi passi Neymar?-

-Sta riposando- mentii. Lui mi ringraziò con lo sguardo.

-Ah, ecco perché non vi ho visti al ristorante- cazzo, nel casino generale avevamo saltato il pranzo -oggi pomeriggio siete dei nostri? Pensavamo di stare un po' tutti insieme, qui in hotel-

-Appena Ney si sveglia ti faccio sapere, ma penso non ci siano problemi-

-Va bene, salutami Ney- chiuse la telefonata ridendo.

Posai il telefono di nuovo sul comodino e mi girai verso Neymar -Che dici, andiamo?-

Annuì col capo e si sistemò sotto le coperte -Più tardi, però. Ora voglio riposare un po'-

Lo lasciai dormire tranquillamente da solo e ne approfittai per darmi una sistemata; la mia testa diceva solo una cosa: raccontare a mio padre dell'accaduto con mamma. Io e mio padre, dopo la discussione allo stadio, non avevamo ancora avuto modo di parlarci. Quella era l'occasione giusta.

Feci attenzione a non svegliare Neymar aprendo la porta e sgattaiolai fuori dalla suite prima che la luce proveniente dal corridoio vanificasse le mie accortezze.

Save me || Neymar JrWhere stories live. Discover now