Capitolo 49

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Lídia POV

Mai mi sarei aspettata una risposta del genere. Neymar aveva davvero intenzione di chiedermi di seguirlo a Parigi? Se prima mi sentivo in colpa, ora stavo morendo dentro. Lo guardai sconvolta per qualche secondo prima di riuscire a formulare una frase di senso compiuto.

-Stai parlando seriamente?-

-Certo, Lídia, tutto quello che faccio con te è serio- altra fitta al petto.

-Perché non me l'hai detto, allora?-

Rise amaramente. Scosse il capo e proseguì -per poi fare la figura del coglione e scoprire che appena mi distraggo un attimo ti fiondi sulle labbra di qualcun'altro? Mi basta già tutto questo-

-Neymar- usai il suo nome intero per attirare la sua attenzione su di me. A quanto pare giocherellare con le dita era molto più interessante che darmi retta -Cerca di ascoltarmi quando ti parlo. Ero in preda al panico perché ero terrorizzata all'idea che la nostra relazione terminasse a campionato concluso-

-Sai Lídia, al contrario tuo io peso le mie parole. Se ti ho detto di amarti, probabilmente ti amo sul serio e non ti lascio solo perché un fottuto mondiale ha un inizio e una fine- utilizzò un tono ironico per concludere la frase. Stava fraintendendo tutto. Il fatto che avessi aspettato prima di dirgli di amarlo era proprio perché volevo essere sicura dei sentimenti che provavo per lui. Per me quello non era un gioco, anzi, tutto il contrario. Per la prima volta in vita mia stavo sperimentando una cosa nuova, una cosa piacevole e sana.

-Quante possibilità ho di farti cambiare idea su di me.. su di noi?- le labbra cominciarono a tremare di nuovo.

-Io.. non voglio ripetere questo all'infinito. So che se ti perdonerò prima o poi succederà qualche altro casino, e la causa sei sempre tu, cazzo- sputò quelle parole con rabbia -tu e i tuoi maledetti modi. Non accetti le tue emozioni, non ammetti di avere un cuore, di provare sentimenti. Non sei fatta di pietra, Lídia. Sei fatta di carne e ossa, proprio come tutti gli altri. Quando finalmente capirai questa cosa, forse potremo parlarne di nuovo-

Non riuscii a trattenere le lacrime, ancora. Aveva ragione, in parte, ma non notava tutti gli sforzi che stavo facendo per rigettare il mio passato problematico e aprirmi a nuove esperienze.

-Credi che questo- e mi indicai il viso rigato dalle lacrime, mischiate al correttore -credi che questo non sia un'ammissione di colpa? Credi che questo non sia un disperato tentativo di cambiare e migliorare per te?- alzai la voce. Lui fece altrettanto subito dopo.

-Dobbiamo sempre aspettare le catastrofi per far sì che ti renda conto che sei umana?- si alzò dal letto e quasi perse l'equilibrio dopo aver appoggiato male la caviglia infortunata. Gemette e tornò a sedersi, questa volta più lontano, sul letto. Guardai con apprensione la gamba, poi mi massaggiai le tempie.

-Devi riposarti... ti lascio in pace- sussurrai. Lui di tutta risposta si mise a braccia conserte e guardò verso la finestra, dalla parte opposta della stanza. Mugolò qualcosa che non riuscii a capire.

-Che hai detto?- chiesi.

-Lascia perdere...-

-Neymar, non me ne andrò finchè non mi griderai contro tutto quello che hai da dire- mi alzai da letto e lo guardai dall'alto in basso, sperando in una sua reazione. Lui sembrò pensare dieci volte prima di aprire bocca di nuovo.

-Allora non andartene...- sussurrò finalmente.

Save me || Neymar JrWhere stories live. Discover now