Capitolo 2. Alvaro

173 11 9
                                    

ALVARO'S POV:

L'incontro di quella mattina mi aveva lasciato scosso, non ho mai creduto nell'amore a prima vista, ma quella donna mi aveva colpito davvero. Mi sentivo bene con lei accanto ed è una cosa che non mi succedeva da molto tempo. Nonostante non la conoscessi per niente bene, mi dava un senso di serenità e sicurezza. Volevo restare lì ore a sentirla parlare e ridere ma probabilmente non l'avrei rivista. Quando mi coricai i miei pensieri si spostarono a lei, che cosa stesse facendo, se le facesse male il polso o la schiena, se c'era qualcuno con lei e con queste domande mi addormentai. La mattina dopo mi svegliai presto e andai alle 9 nel reparto di pediatria, qui facevo il volontariato per i bambini malati di tumore o che stavano in degenza. Vestito da clown entrai e salutai i bambini che subito mi vennero incontro per toccarmi il cappello e il naso: erano carinissimi. Dopo il primo approccio iniziai a fare degli spettacolini creati apposta con delle bolle di sapone o delle marionette. Alle 14 iniziai il mio turno in reparto e passai dalla stanza che era stata di Itziar sperando di incontrarla, lei con quel suo sorriso così luminoso ma incontrai qualcun altro: 'Alvaro cerchi qualcosa?' Mi chiese Blanca, la mia ex con cui qualche mese prima ebbi una discussione.

FLASHBACK 

(A)'Mi sono innamorato di te cazzo e tu eri con me solo per una scommessa' 

(B)'Lo so, allora non lo ero ma ora mi sono innamorata' 

'Certo e io dovrei anche crederci?' 

'Davvero è stata solo una scommessa all'inizio ma ora è diverso' Il mio viso era rigato dalle lacrime, tutto era basato su fantasie 

'Mi hai mentito per tutto questo tempo e non hai nemmeno avuto il coraggio di dirmelo, potevi dirmi che era solo una scommessa ti avrei aiutato senza illudere me stesso' 

'Scusami'

'Mi hai distrutto Blanca' 

'Resettiamo tutto e rifacciamo daccapo' 

'Non funziona così Blanca, con il cuore delle persone non puoi scherzare' 

'Ma anch'io ero innamorata di te, non ti ricordi le cose che ci dicevamo a letto mentre facevamo sesso?' 

'Non ti rendi conto di quello che hai fatto vero? allora ti illumino: mi hai avvicinato per una scommessa, mi hai portato a letto e hai registrato mentre lo facevamo, non contenta non hai ammesso ciò che stavi combinando e io lo vengo a scoprire da terzi. Pensi di meritarti una seconda possibilità? Sei stata la prima persona con cui sono stato coinvolto seriamente e sono a pezzi' 

'Ma io ti amo davvero' 

'L'amore non basta, bisogna che ci sia fiducia, rispetto, lealtà e a te questi nomi sono del tutto estranei. Ora esci da quella porta e sia chiaro che non ti licenzio perché sei una professionista ed i pazienti apprezzano ma con me hai chiuso. Non voglio vederti e parlarti. Fuori' 

'Ma' 

'Ho detto fuori' 

Uscì finalmente e io ritornai a sedermi piangendo. Non so quanto tempo stetti lì ma so che alle 11 presi la macchina ed entrai in uno di quei nightclub, non ero lì per fare sesso, pensavo che fosse un collegamento molto intimo che quindi richiedeva una conoscenza dell'altro, ma ero lì solo per vedere le spogliarelliste e staccare un attimo la mente. Mentre uscivo alle dodici, una cosa mi era chiara: non mi sarei mai più messo con una donna, al limite avventure estive e soprattutto niente figli, li avevo già all'ospedale ed erano sufficienti. 

FLASHBACK

Ma ora sono sicuro di non volermi innamorare? o di non esserlo già perdutamente? Guardai Blanca 

'Nulla che ti riguardi' 

'Se cerchi la mora di ieri posso aprire la scheda e dirti tutto' 

'Blanca fatti i cazzi tuoi. Ok?' 

'Frustrato' 

'Io non lo provocherei se fossi in te' intervenne Ursula, una specializzanda del mio reparto, nonché una mia amica. 

Blanca se ne andò 

'Quindi che ti prende?' chiese mentre ci spostavamo sul ponte che collegava le due ali dell'ospedale per prendere aria 

'Alvaro?' ero mutato, non sapevo cosa dire 

'Cosa cercavi lì?' 

'Chi cercavo è la domanda giusta' 

'Ok allora chi?' 

'Una donna è venuta ieri al pronto soccorso per una caduta dalle scale'

'E tu non sei convinto che sia stata una casualità' 

'No in realtà non c'ho neanche pensato' 

'Sei serio?' 

'Sì' 

'Doc - era il soprannome che usavano a volte - ti sei innamorato?' 

'Può essere io non lo so, non è possibile, l'ho vista solo una volta' 

'Esiste l'amore a prima vista' 

'è da ieri che penso a lei e stamattina speravo che fosse ancora lì a sorridermi'

'Sei proprio cotto ma te lo concedo era proprio una bella donna' 

'Ma cosa devo fare ora? Non mi è mai piaciuto così tanto qualcuno' 

'Aspetta di rincontrarla e poi segui il tuo cuore, se non funziona io, Miguel e Alba siamo nella stanza degli specializzandi' disse andandosene. 

In quel momento suonò il mio cerca persone e dovetti correre al pronto soccorso per un incidente ferroviario con un numero consistente di vittime. Tra interventi, fasciature e certificati di morte il mio turno finì e tornai a casa a pensare ad Itziar. La settimana venne così scandita da ritmi frenetici come sempre, divisa tra pediatria e pronto soccorso. Il mio pensiero era tornato varie volte a quella donna con gli occhi color miele ma non avevo i superpoteri per sapere dove abitasse quindi mi limitavo ad aspettare il destino. E funzionò, sabato feci il mio turno di notte e staccando alle 7 decisi di fare un salto a fare la spesa: presi verdura, frutta, tutto fino ad arrivare alla corsia delle birre. Ero molto distratto dai miei pensieri e non mi resi conto che una donna stava prendendo la mia stessa marca di lattine, finendo con la mia mano sopra la sua: 

'Mi scusi, ero distratto' dissi imbarazzato 

'Non succede nulla - disse guardandomi - Alvaro?' 

'Itziar' 

'Già, tu come stai?' 

'Bene tu? ti sei ripresa?' 

'Si abbastanza, ho male alle vertebre quando respiro ma niente antidolorifico' 

'Ottimo e scusami per prima stavo pensando ad altro' 

'Non preoccuparti' disse sorridendo. Il mio battito cardiaco accelerò e la mia faccia divenne rossa, non potei fare altro che dire: 

'Scusami devo scappare' 

'Certo'


Rinascita || AU ALVITZ ||Where stories live. Discover now