Capitolo 36. Amore

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ALVARO'S POV:

Allora la condussi in camera in braccio mentre lei si stringeva a me. Quando arrivammo la lasciai giù con molta delicatezza, prima di iniziare baci profondi. Lei si fermò 

'Amore non me la sento di togliermi il reggiseno sto allattando e...' 

'Non mi devi alcuna spiegazione, va bene, sfrutterò altre zone' così dicendo scesi verso il basso, baciandole il busto fino ad infilare la mia testa tra le sue cosce. 

Itzi era al limite del letto e io, inginocchiato per terra, le presi le natiche, le aprì e puntai al centro, dove inserì la lingua. La mia compagna ringhiava basso, così procedetti per il suo punto di piacere e in pochissimo tempo iniziò ad agitarsi 'Oh, così, così' Proseguì inserendo due dita insieme e lì urlò. Un urlo selvaggio con la schiena inarcata e le mani strette al lenzuolo, ansimò ancora mentre io continuavo fino a portarla al piacere. Una volta finito mi avvicinai a lei, le baciai la guancia mentre riprendeva fiato e sorrideva 

'Va tutto bene?' 

'Si è stato meraviglioso'

'Proviamo qualcosa di nuovo?' 

'Tipo?' 

'Vedrai' E così dicendo presi a morderle il labbro inferiore mentre mi levavo gli slip che mostrarono il mio pene eretto. 

Prima di entrare misi le mie due mani vicino alla sua testa, con le ginocchia divaricate, lei era a pancia in su sotto di me 

'Che devo fare?' chiese 

'Metti le gambe sulle mie spalle' Lo fece con qualche difficoltà e quando fu pronta e bagnata la penetrai in una volta. 

Le partì un altro urlo che io procedetti ad ammorbidire baciandola in modo che entrasse nella mia gola. Continuai per alcuni minuti fin quando lei portò le mani sul mio membro per guidarne la velocità e per stimolarmi. Iniziai anch'io ad avere onde di piacere che percorrevano il mio corpo e mi rendevano eccitato. Procedetti così e alla fine venimmo contemporaneamente urlando il nome uno dell'altra. Mi sdraiai subito accanto a lei per riprendere fiato mentre la guardavo 

'Profondo' disse con difficoltà 

'Ti ho ferita?' 

'No affatto, non preoccuparti, è stato solo più duro e forte, ma nulla di insopportabile' Sorrise e io ricambiai 

'Quindi ti andrebbe un secondo round?' 

'Certo, quando ci ricapiterà di avere casa libera?'

'Mai' 

'Ecco appunto'

'Itzi....' 

'Umm, altro da sperimentare?' 

'Vasca' 

'Sei, sei serio?' 

'Sì ma puoi dire di no insomma io...' Mi baciò in bocca ridendo 

'Scherzavo voglio provare con te' 

'Bene allora andiamo' E così la presi in braccio ed entrambi nudi ci spostammo nel bagno con vasca 

Continuammo a farci coccole e a baciarci mentre si riempiva. Una volta piena entrai e poi accolsi Itzi appena si sedette sulle mie ginocchia 

'Tocca a me' 

'Non devi per forza' Ma lei era già partita e stava già muovendo le mani sul mio cazzo indurito.

 Decise quindi di farmi uscire un poco nell'acqua per potersi mettere il membro in bocca per succhiare, così con un perfetto mix di mani e lingua venni ricadendo nell'acqua. Itzi aspettò che mi riprendessi prima di riprendere il membro ormai rigidissimo e di inserirlo dentro di sé. Iniziò quindi a muoversi su e giù e in cerchi, mentre giocava coi testicoli con le mani. Alla fine venimmo entrambi abbracciati e sorridenti, finalmente soddisfatti.

ITZIAR'S POV:

Alvaro si stava ancora riprendendo quando io mi alzai per uscire: 'Ehi, dove vai? Non ho ancora finito con te' Così dicendo mi prese i fianchi e mi fece risedere tra le sue gambe. Mi mordicchiò quindi la spalla per poi passare davanti e lasciarmi un succhiotto proprio sopra il seno destro 'Sei un animale' gli dissi ridendo 'Senti chi parla' e così continuiamo a baciarci per un po' fin quando, guardando l'orologio, ci resimo conto di quanto fosse tardi. Così uscimmo e ci vestimmo in fretta per arrivare prima che Pablo si svegliasse 

'Muoviti dai!' dissi ad Alvaro che sembrava del tutto tranquillo 

'Stai serena, siamo in orario' 

'No, non lo siamo, Pablo ti sveglierà e noi non saremo lì' 

'Ed è un problema?' 

'Gli ho promesso che ci saremmo stati' Finalmente aveva finito di vestirsi. 

Prese le chiavi della macchina, chiuse la porta e poi scendemmo 

'Sai che non ti facevo così sensibile?' 

'Scusa?' 

'Con Pablo, non pensavo ti saresti legata così tanto a lui' 

'Nemmeno io, ma è successo, ecco' Guardai per terra pensando a quello e al fatto che per la malattia avrei potuto perderlo in ogni istante 

'Non lo perderemo, amore, te lo prometto' 

'Come fai?' 

'Ti conosco' E così dicendo entrammo nel garage sotterraneo dell'ospedale riservato alle auto dei medici

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