Capitolo 25. Pedro?

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ALVARO'S POV:

(A)'Com'è andata?' 

'Bene, mi hanno anestetizzato quindi non ho sentito nulla' 

'C'è qualcosa che non va? A cosa pensi?' 

'Mi sto immaginando un piccolo te che corre per casa' rilasciò tutto d'un fiato. 

Le presi la mano sinistra e la intrecciai con la mia, mentre continuavo a guidare in silenzio. 

'Funzionerà, lo faremo funzionare' 

'Ho paura di perdere un altro o altri bambini, ho paura di perderti, ho paura di deluderti, paura di non riuscire a fare ciò che avevo promesso a mia madre, ho paura di fallire di nuovo' 

'Amore - fermai la macchina in un'area di SOS sulla superstrada - non fallirai, non lo faremo, ci siamo dentro insieme. Io ti amo moltissimo, non andrò da nessuna parte senza di te, ma ti prego non piangere, mi distruggi'


ITZIAR'S POV:

I giorni passarono, le settimane anche, in attesa di quel 7 febbraio, giorno in cui avremmo provato per la prima volta a concepire. Non nascondo che la mia ansia cresceva di giorno in giorno, ora in ora, ero vicino a realizzare il mio sogno ma non ero così sicura, poteva andare male o molto male. Intanto però tutto a casa andava per il meglio: io e Alvaro ci dividemmo i lavori, come lavare, stirare, pulire, sempre godendoci la presenza dell'altro. Io stavo bene, meglio di quanto lo fossi mai stata, mi sentivo amata follemente. I suoi orari di lavoro divennero sempre i soliti, con un solo turno di notte a settimana, mentre io facevo tutti i pranzi inclusa la domenica per poter essere a casa alle 4 senza problemi. Un giorno di questi ero appena entrata in casa, avevo appena baciato Alvaro quando suonò il campanello; lui era sotto la doccia dopo un giorno stancante e io mi stavo mettendo in tenuta casalinga, con solo la sua camicia che mi arrivava fino alle cosce. Andai ad aprire e mi si parò davanti un uomo, sulla quarantina, non troppo alto, con capelli marroni e occhi dello stesso colore. Rimasi immobile mentre mi esaminava da testa a piedi 

'Desidera?' 

'Vorrei entrare' 

'Innanzitutto chi è lei?'

'Ma chi sei tu, questa è casa mia' 

'No questa è casa mia' 

'Pedro' sentì alle mie spalle Alvaro urlare, prima di correre incontro allo sconosciuto e abbracciarlo come fosse un vecchio amico. Rimasero così per un minuto circa, quando sembrarono capire che c'ero anch'io:

'Ah giusto, scusate non ho fatto le presentazioni: Pedro Itziar, Itziar Pedro. Amore lui è mio fratello' Ah giusto, il fratello disperso in Africa che mi aveva detto sarebbe tornato, che stupida me ne ero completamente dimenticata 

'Un piacere' disse con un inchino 

'Ma che galantuomo, è di famiglia?' chiesi e loro risero insieme prima di prendere le valigie e di entrare. Mentre si guardava in giro ne approfittai per scusarmi 

'Scusami per prima ma non sono proprio al top oggi, non volevo essere scortese' 

'Non preoccuparti cognatina, come non fosse successo nulla' 

'Come mi hai chiamata?' 

'Cognatina' ripete 

'Ma io e Alvaro non siamo' 

Rinascita || AU ALVITZ ||Where stories live. Discover now