Capitolo 6. Alberto?

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Sembrava andare tutto a meraviglia quando mi si parò davanti Alberto, l'ultima persona che volevo vedere o incontrare:

'Oh guarda chi c'è' disse fermandosi davanti a me 

'Cosa vuoi?' 

'Te' 

'Non mi avrai più sono stata già chiara' 

'Non funziona così sai e poi chi è quest'uomo?' 

'Non sono affari che ti riguardano più' 

'Gliel'hai detto chi sei e cosa fai di notte?' 

'Smettila, lasciami andare' Urlai mentre mi afferrava un braccio, Alvaro era dietro di me che studiava ogni mossa, voleva che ce la vedessimo noi ma contemporaneamente era pronto a intervenire 

'Allora glielo dico io: è una puttana, solo questo' 

'Vattene devi uscire dalla mia vita' 

'O mio o di nessuno' 

'Non credo proprio' intervenne Alvaro 

'Ah sì?' mi afferrò i fianchi con un movimento rapido. 

Alvaro lasciò la mia mano e gli tirò un destro sulla guancia, lui si accasciò, gliene tirò un altro e poi mi guardò, prese la mia mano e disse: 'Andiamo ora' E corremmo via, arrivammo alla sua macchina, entrammo e ci allacciammo le cinture. Alvaro mise in moto e partì, il tutto in completo silenzio, così come il resto del viaggio. Parcheggiò davanti al locale e disse:

'Io non so chi sia quell'uomo, ne cosa sia successo tra voi, se vorrai parlarne sarà solo una tua scelta; possiamo farlo ora oppure entra e parlane con Najwa. Non so se avrei bisogno di ore, giorni o mesi ma io ti aspetto qui e quando vorrai ci sarò' 

'Grazie Alvaro' dissi avvicinandomi e baciandogli la guancia per poi scendere. 

Corsi dentro il ristorante quando Najwa esclamò: 

'Raccontami tutto - così si girò e - che cosa succede?' Ero in lacrime e con una pessima cera probabilmente 

'Alberto' sussurrai 

'Aspetta hai incontrato Alberto?' 

'Al parco' 

'E?' 

'Mi ha chiamato puttana davanti ad Alvaro, dicendo che potevo essere solo sua' 

'Non ci credo, quest'uomo non ha limiti. Ora chiamo un avvocato serio' Lo chiamò 

'Sì pronto? sono Nimri, Najwa. Vorrei un avvocato a questo indirizzo - glielo disse - per un caso di maltrattamenti domestici, violazione dell'ordine di allontanamento e stalking. Perfetto' 

'Arriva tra poco, ma Alvaro è fuggito?' 

'No lo ha menato dopo che mi ha messo le mani sui fianchi. Poi mi ha portato qui e mi ha detto che se volevo parlare con te andava bene, che mi avrebbe aspettato anche mesi' 

'Itzi è il tuo uomo, non fartelo scappare' 

'Ma ho paura' 

'Di cosa?' 

'E se non provasse quello per me? Se solo perché mi ha visto bisognosa di cure una volta e, come dire, si senta in dovere? e poi perché scegliere proprio me quando potrebbe avere qualsiasi ventenne?' 

'Perché tu sei speciale ai suoi occhi e lo sai ma se sei insicura. Prenditi il tuo tempo e pensaci su, solo ricordati che lui non è Alberto, ricordalo sempre' 

In quel momento entrò un uomo sulla trentina, distinto; bussò e si sedette su una sedia: 

'Buon pomeriggio quindi chi è la vittima?' alzai la mano 

'Mi dispiace se ci saranno domande scomode o se sarò brusco' 

'Non fa nulla' 

'Quindi partirei dalla violenza domestica' 

'è iniziato tutto 2 anni fa quando ci siamo conosciuti per caso....' Raccontai tutto come avevo fatto solo con Najwa, lui si appuntava le cose mentre ascoltava 

'Da qui la richiesta di allontanamento?' 

'Sì ma lui non l'ha mai rispettata, qualche settimana fa era fuori casa mia, abbiamo discusso e mi ha fatto cadere dalle scale: c'è il referto dell'ospedale. Oggi invece mi ha colpita mentre ero al parco con un ragazzo' 

'Vi frequentate?' 

'Ci stiamo conoscendo si' 

'E questo per lo stalking, direi concludendo' Era soddisfatto 

'C'è qualcosa su cui lavorare?' chiesi speranzosa 

'Molto e non penso sarà necessario che lei venga in tribunale, farò da solo, incrociamo le dita ma con un po' di fortuna lo sbatteremo dentro per anni, altro che buona condotta' 

'Grazie davvero' 

'Nulla' e uscì. Ero sollevata ma avevo ancora molta paura 

'Naj e se Alvaro non mi volesse più?'

'Spiegati' 

'Se gli dicessi di Alberto e mi guardasse con occhi diversi? Con pietà, come se provasse schifo?' 

'Fin quando non glielo dirai non lo saprai e se non ti amerà, vorrà dire che non era quello giusto'

'Ci sarò di merda però lo sai?' 

'Ci sarò qui io per te e poi dubito che lo faccia, l'hai visto come ti guarda? Vedrai che andrà tutto bene' 

'Lo spero' 

'Se vi sposate voglio l'invito e voglio essere la damigella' 

'Che scema' risposi ridendo 

Quella settimana non ci sentimmo più, continuai ad avere paura della sua reazione, dei suoi occhi. Lui mi lasciò il mio spazio e io apprezzai moltissimo, si stava dimostrando maturo e soprattutto paziente. Riflettei molto su quello che stava accadendo: mi piaceva Alvaro, mi faceva sentire bella, la persona più importante, il centro di tutto. Avevo paura però, una parte di me aveva paura che non mi guardasse più come prima, perché potrei fargli schifo e se succedesse non solo perderei un uomo meraviglioso ma anche un amico, il posto di volontaria e con esso un po' di mia madre. Sarebbe stato perdere tutto, però se mi avrebbe amato, avrei trovato il mio principe azzurro. I miei sentimenti erano contrastanti - diglielo o non dirglielo - in più non mi aveva scritto per tutta la settimana e io avevo paura di aver già rovinato tutto. Ma se gli avessi scritto cosa gli avrei detto 'Oh ciao come stai?' facendo finta di nulla, non mi sembrava il caso. Arrivò il martedì e quella mattina decisi di uscire di casa presto e fare una passeggiata prima di entrare al locale. Stavo attraversando le strisce vicino ad un incrocio, guardai che qualche macchina stesse arrivando e, sincerandomi che nessuno fosse in vista, attraversai. Un ubriaco svoltò dalla via che entrava nell'incrocio a 90°, lo vidi con la coda dell'occhio ma non fui così veloce da spostarmi. Mi prese in pieno, io caddi a terra priva di sensi ma viva.


Rinascita || AU ALVITZ ||Where stories live. Discover now