Capitolo 55. Festa

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ALVARO'S POV:

Il 20 Agosto lasciammo l'ospedale, non prima di aver fatto una foto con tutti gli infermieri e i medici, finalmente liberi da tute protettive. Andammo a casa in macchina, solo noi tre, Pablo passò il tempo a guardare il cielo e i paesaggi. In mezz'ora arrivammo e appena scesi dall'auto nuvola andò incontro a Pablo, leccandolo tutto. Giocarono da subito, senza dire nulla allontanandosi nel giardino 

'Casa' Mormorò Itzi 

'Già' dissi io avvicinandomi da dietro e stringendola 

'Pronta a una nuova vita?' 

'Sì, solo se ci sei tu' 

'Ovviamente' Mi baciò la guancia 

'Piscina?' Così salimmo a cambiarci, ci mettemmo i costumi (io Bermuda e lei in due pezzi). Ci buttammo dentro insieme, subito la mia compagna venne verso di me, allacciò le gambe intorno ai miei fianchi e iniziò a baciarmi piano. Mentre lo faceva sorrideva e io mi perdevo in quegli occhi, quelle labbra. Vedemmo poi nostro figlio sorridere guardandoci, li fecimo segno di venire e così si unì a noi, insieme anche a nuvola. Il pomeriggio poi trascorse con gavettoni e getti d'acqua, mentre finalmente tornavamo alla realtà, a qualcosa di normale. La prima notte dormimmo tutti insieme o meglio Pablo dormì sul petto di Itzi poggiata accanto a me 'Sei bellissima' 'Anche tu' Ci baciammo prima di addormentarci anche noi. Subito appena conclusi di scrivere il libro gli diedi un titolo - il bambino pelato - e lo inviai come manoscritto a una casa editrice, mi aspettavo di rimanere deluso, che non volevano nulla del genere ma alla fine mi diedero una possibilità e io la colsi subito. Qualche settimana dopo andammo insieme dal tatuatore 

'Buongiorno' 

'Giorno, avete una prenotazione?' 

'A nome Garcia' 

'Sì perfetto, venite - ci fece accomodare in una stanza su due lettini adiacenti - quindi avete già un'idea?' 

'In realtà sì, due diversi' gli spiegammo il progetto e lui in breve tempo lo realizzò esattamente come lo volevamo.

 Quando Pablo lo seppe  apprezzò moltissimo anzi mormorò 'Mi piace come regalo di compleanno'. Per giorni continuai poi a guardare attentamente il mio lavoro, ciò che avevo scritto con Itzi: ero sotto pressione e con la paura che lo rifiutassero già in stato così avanzato. Non fu così e arrivò alla stampa. Non mi mancava altro da fare che annunciarlo su Facebook, in cui i miei amici erano triplicati dopo la storia di mio figlio. Tutti seppero come finì una settimana dopo l'intervento, con la foto delle nostre mani unite 

'E alla fine sono stato io donatore. Un caso su 100.000, un essere su 100.000, eppure sia io che la mia compagna siamo compatibili, non sappiamo spiegarcelo tutt'oggi, a una settimana dalle ore più lunghe della nostra vita, dal momento in cui abbiamo rischiato di perdere il nostro figlio. Avrei preferito ringraziare la madre di Pablo di persona ma purtroppo non è venuta. Non so il motivo e nemmeno mi interessa, ora che lui è vivo, va tutto bene' 

Quindi dicevo che pubblicai la copertina su Facebook e poi su Instagram, in cui scegliemmo il nome di 'famigliadicuore' Avevamo 200 mila followers. Posai il telefono sulla scrivania e accesi la registrazione 'Buongiorno a tutti, so di non essere solito fare cose del genere ma ho una novità da dirvi. Mmm, pare che io abbia scritto un libro, questo qua - E lo mostrai - si chiama il bambino pelato, storia di una famiglia. Racconta questi mesi passati col piccolo, le gioie e le cadute, i momenti in cui volevamo mollare, il momento in cui pensavamo di dirgli addio, tutto senza filtri perché vorrei mostrare a tutti che una via d'uscita per questo c'è ed oltre la medicina è sicuramente la presenza. Spero insomma che le persone che lo leggano ne rimangano positivamente colpite. Vi saluto' Poi condivisi il link per il preorder e attesi. Così passò parecchio tempo, quasi 4 mesi, quando mi annunciarono che anche quell'anno ci sarebbe stato il galà. Appena lo sappi, pazienti permettendo, corsi in dirigenza per poter organizzare una sorpresa 

'Jaime' 

'Alvaro che bello vederti' 

'Lo stesso per me, come sta la tua famiglia?' 

'Bene stiamo tutti bene, grazie' 

'Ottimo ma dimmi per cosa sei venuto?' Gli spiegai in poche parole ciò che aveva in mente lui acconsentì senza alcuna riserva, lasciandomi carta bianca e permettendomi di portare anche Pablo.

I giorni successivi furono molto pieni: l'uscita del mio libro, col tour che sarebbe iniziato verso marzo, poiché era già uno dei più venduti, andare a prendere i vestiti per la festa. E così io ed Itzi passammo pochissimo tempo insieme, ma ne sarebbe valsa la pena oh come ne sarebbe valsa la pa. Scegliemmo tre vestiti abbinati: il suo vestito da sera lungo nero con una scollatura nella parte della schiena mentre in quella frontale era completamente accollato, con una giacca bianca sopra; mentre io e Pablo comprammo una camicia bianca con giacca e pantaloni neri. Il 24 sera si fece sempre più vicino e a tratti mi sembrava che Itzi andasse nel senso opposto, fosse  lontana e assente 'Tutto bene?' le chiedevo di continuo ma dopo il suo cenno affermativo non insistevo più. Così andammo tutti e cinque, inclusi Naj e Pedro, invitati speciali, al galà del 24 dicembre. Guidai io per circa mezz'ora per poi chiedere 'Pronti?' 'Sì' disse nostro figlio contentissimo. Scendemmo quindi, prendemmo per mano Pablo e dopo aver passato i controlli di sicurezza entrammo. 

'Alvaro, che bello vederti!' Era Ursula seguita da Alba e Miguel

'Dico lo stesso' 

'E tu devi essere il piccolo Pablo' disse al bambino che si nascondeva dietro la mia gamba 

'Piacere io sono Ursula, un'amica di mamma'

'Eri al mio compleanno' 

'Sì sono io'

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To be continued con un flashback della festa di cui si parlaa


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