Capitolo 14. Amore, mi piace

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ALVARO'S POV:

Itzi si sdraiò sul mio petto, appoggiando la testa sul mio cuore. Iniziò infatti a dire: 

'Bum, bum, bum, batte così veloce' 

'è colpa tua' dissi messaggiandole la schiena 

'C'è una cosa che devo dirti' Itzi tirò su la testa per guardarmi negli occhi, facendomi segno di continuare 

'Ti andrebbe di andare al cinema insieme? A vedere un film' 

'Se mi andrebbe?' 

'Quella è la domanda' 

'Certo che mi andrebbe amore' 

'Come, come, mi hai chiamato?' 

'Amore, ma se non ti piace non' 

'No è bellissimo, amore' sorridemmo insieme e ci baciammo mentre le stringevo i fianchi. Poco dopo mi chiese: 

'Facciamo il 24 pomeriggio?' 

'Il 24 non posso' 

'Cosa hai? l'appuntamento con l'amante ahahah?'Mi prese in giro ridendo 

'Più o meno: il 24 c'è il galà annuale, i primari devono andare e portare una donna. Vorresti, mm, ti andrebbe di onorarmi della tua presenza?' 

'Assolutamente, ma a una condizione' 

'Dimmi' 

'Che andiamo insieme a scegliere il vestito, il mio e il tuo' 

'Va benissimo' 

'Ti amo' 

'Anch'io' 

E così finimmo di vedere il film, sdraiati insieme, ancora abbracciati. Finito spensi la TV 

'Pronta per andare a letto?' 

'Se mi ci porti tu sempre' 

'Ovvio' 

E così dicendo la presi in braccio mettendole le mani sui fianchi mentre lei intrecciava le gambe intorno ai miei glutei. 

ITZIAR'S POV:

Arrivati a metà nel corridoio dissi:

'Alvaro, puoi abbassare le mani'

'Ah, io non, pensavo potesse metterti a disagio' 

'Con te no, stai tranquillo' 

'Va bene allora' E così dicendo, le sue mani enormi rispetto alle mie si abbassarono mentre io ritornai ad abbracciare quell'uomo, che mi rendeva così felice. Arrivati mi depose con una delicatezza, che non pensavo possibile, sul letto.

'Ti porto una camicia per dormire, aspetta qui' disse prima di stamparmi un bacio sulle labbra. Ritornò poco dopo con una camicetta fine e me la pose 

'Io vado in bagno a cambiarmi, così hai la tua privacy' 

'Ottimo grazie' dissi sorridendogli dolcemente, lui rispose nello stesso modo prima di scomparire dietro la porta del bagno. 

Iniziai a togliermi i pantaloni, poi la felpa, la maglietta e arrivata all'intimo mi chiesi se toglierlo o no, di solito non lo tenevo ma non era cosa mia e non mi sembrava opportuno. Così mi misi su la camicetta e quando finì di abbottonarla, Alvaro uscì con i pantaloni della tuta e una maglietta a maniche corte aderente, che risaltava tutto il suo petto ben scolpito dalla palestra 'Sei bellissima' Fu l'unica cosa che disse prima di avvicinarsi di più e appoggiare i vestiti su una sedia. Mi sedetti poi sul letto aspettandolo, mi raggiunse poco dopo portandomi subito un braccio intorno al petto e baciandomi una guancia sinistra; eravamo già sdraiati entrambi quando gli afferrai la mano e gliela spostai in modo da averla vicino mentre dormivo: 'Buonanotte amore mio' Mi sussurrò Alvaro, prima di avvicinarmi al suo petto e dormire. La mattina successiva mi svegliai con il suo calore ancora sulla schiena e il suo respiro regolare, il battito calmo, la mano sul mio cuore intrecciata alla mia. Mi sono sentita in paradiso e in quel momento mi sono resa conto che volevo svegliarmi così tutte le mattine. Il pensiero però della mia parte irrazionale fu respinto da quella razionale, che mi ribadiva che non ero pronta. Diedi ascolto alla seconda. Alvaro si svegliò poco dopo con un sorriso che mi affrettai a unire col mio: 'Potrei svegliarmi così per sempre e le mie giornate sarebbero perfette' Risi e diventai rossa sapendo che in fondo provavo la stessa sensazione di felicità. Ci alzammo per fare colazione, io chiesi, con un panino alla marmellata in mano: 

'Ma quindi noi adesso siamo emm' 

'Fidanzati?' 

'Sì'

'Se non ti mette in imbarazzo sì, oppure usa impegnati' 

'No mi piace fidanzati' 

'Ottimo e Itzi, ho pensato, non è il caso che tu porti qui uno spazzolino e dei vestiti, succede che rimani senza preavviso e penso che così, come dire, sarebbe più naturale' 

'Va bene, mi sembra una buona idea' sorridemmo 

'Quindi, oggi che facciamo?' chiesi poco dopo 

'Le letterine per Babbo Natale, sono una tradizione e non voglio perderla' 

'Fantastico, la settimana prossima dovremmo anche comprarli i regali' 

'Lo faremo dopo essere passati a un atelier in centro' 

'Vedo che ti sei organizzato' 

'Assolutamente'

'Stasera Naj ha bisogno di me al ristorante, vado a casa a prendere dei vestiti e uno spazzolino, così domani li porto qui' 

'è un grande passo, sei sicura?' 

'Si' risposi convinta e lo ero. 

La mattinata iniziò con le manine dei piccoli intorno alle nostre gambe, tanti sorrisi e tanta gioia: 

'Tra una settimana è Natale' urlò Pablo, l'anima del gruppo 

'E quindi - disse Alvaro - Oggi facciamo le letterine per un Babbo Natale diverso'

'Come?' 

'Già, quest'anno non verrà Babbo Natale, ma un suo aiutante, non ve lo svelo ora, via partiamo'

E così passai la mattinata a scrivere per i piccoli, che volevano dei lego, chi delle macchinine, una bambola ma tutti desideravano, più di ogni altra cosa, guarire. Anche Alvaro, con cui ho scambiato due parole alla fine, ha notato le stesse cose. La sera cucinai nel mio ristorante, col mio staff e la stessa gioia di sempre, entusiasta sapendo cosa avrei fatto il giorno dopo. Io e Naj tornammo a casa alle 11 e ci buttiamo subito sul letto, esauste. La notte mi sembrò lunga, fredda e triste senza Alvaro, mi rigirai nel letto un paio di volte, faticando a prendere sonno.

Rinascita || AU ALVITZ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora