Capitolo 16. Correndo

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ALVARO'S POV:

Uscito mi diressi al luogo dell'incontro e arrivato vidi che la mia compagna era in coda per pagare. Attesi, dopo qualche momento uscì fuori: 

'Dov'eri? mi sei mancato' 

'Anche tu, ma era una cosa che dovevo fare da solo' 

'Non ne vuoi parlare vero?' 

'No' 

'Ok allora - disse ancora un po' mogia - andiamo al negozio di giocattoli' 

Conclusa la frase intrecciai la mia mano con la sua, gesto che la fece sorridere. Entrammo nel negozio, era enorme, mentre io tenevo la borsa e il sacchetto di Itzi, lei faceva passare le letterine dei bambini, selezionando i regali che più si addicevano. Passammo circa un'ora ma una volta usciti eravamo davvero soddisfatti. Occupammo la sera, dopo una cena dello chef, a impacchettare il tutto: due trenini, tre bambole diverse, un'astronave, un gioco da tavolo, 2 Nerf, un gioco in cui devi acchiappare i fantasmi, un altro quiz da fare insieme e un didò. Mentre facevamo il tutto parlammo: 

'Mi è piaciuto oggi passare la giornata con te' 

'Lo stesso per me, il tempo è volato' risposi 

'Davvero' 

'Quindi domani lavoro ma dopodomani cinema giusto?' 

'Sì' 

'Cosa andiamo a vedere?' 

'Notting Hill' 

'Ma è romantico' 

'Già' 

'Uno d'azione no? Per favore' dissi con gli occhi da cucciolo, non li sapevo fare ma questi sono dettagli 

'No' 

'Dai' adesso avevo le mani chiuse in preghiera 

'None' 

'Please' Adesso ero inginocchiato per terra 

'No scemo, dai l'ho già scelto' 

'Scherzavo' dissi alzandomi e prendendola in braccio. 

Lei allacciò le sue gambe intorno al mio busto e ricambiò il bacio che io avevo iniziato. Quando ci separammo per mancanza di fiato mi disse: 

'Faremo tardi e domani lavoriamo' 

'Ma non puoi rovinare così il momento' 

'Scusa' mi disse dandomi un bacio svelto, prima di sedersi sulla sedia e continuare 

'A cosa pensi?' chiesi guardandola 

'A come sia bello passare del tempo con te, come mi sento a mio agio, tranquilla: non mi succedeva da anni' Mi limitai a sorridere perché qualsiasi parola davanti alla sua dichiarazione sarebbe stata vana. Passarono minuti in silenzio: 

'Posso farti una domanda?' 

'Certo' disse guardandomi 

'Quel giorno in cui ti sei svegliata in ospedale, ti ricordi?' 

'Sì' 

'Mentre ti davo il pasto mi è sembrato di vedere i tuoi occhi lucidi, può essere?' 

Rinascita || AU ALVITZ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora