Eating disorder

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*se avete problemi con il tema passate oltre, non c'è alcun problema*
Io: *mi alzai da tavola a metà pranzo, lasciando quasi tutto*
M: sharol hai finito?
Io: si. *mi chiusi in camera mia e mi misi sul letto a fissare il soffitto*
M: tesoro sei sicura che non vuoi più niente? *bussò alla porta*
Io: si mamma, stai tranquilla. *rimasi immobile*
Dopo due ore che ero rimasta a contemplare il vuoto mi alzai e decisi di chiamare Blair.
B: ciao tesoro, come stai? *mi sorrise*
Io: più o meno, tu?
B: che succede, non ci sentiamo da un sacco di tempo.
Io: ti ho chiamato perchè ho bisogno di sfogarmi con qualcuno e so che con te posso aprirmi.
B: sono qui per ascoltarti tesoro.
Io: ti prego non giudicarmi. *abbassai lo sguardo*
B: tesoro che c'è? Mi fai preoccupare.
Io: e che io non so come dirlo e me ne vergogno. *mi torturai le mani*
B: amore ma sono io, non ti devi preoccupare del mio giudizio.
Io: penso di avere un problema alimentare. *la guardai con le lacrime agli occhi*
B: piccola...
Io: sto malissimo in questo periodo, il lockdown ha amplificato tutto e io mi sento vuota.
B: perchè non me ne hai parlato prima? L'avremmo potuto risolvere insieme.
Io: perchè probabilmente non me ne sono neanche accorta, è partito tutto come una semplice dieta, ma ora è la mia ossessione, penso solo al cibo, a cosa posso o meno mangiare, al mio corpo, e ogni volta che mangio anche una piccola cosa in più mi sento in colpa. *cominciai a piangere*
B: non sai quanto mi dispiace vederti così, ne hai parlato con tua madre?
Io: non ho il coraggio, è orrendo il fatto che io non abbia il controllo sul mio corpo e che quando cominci a mangiare per lo stress non mi riesca a controllare.
B: amore ma non te ne devi vergognare, sei umana, e non è colpa tua.
Io: è colpa mia se non mi riesco a fermare, o non mi riesca a godere un semplice "sgarro".
B: non è colpa tua e il mio consiglio è parlare con qualcuno di specializzato, perchè io ci sarò sempre per ascoltarti ma non voglio che le mie parole possano fare peggio.
-
Io: *bussai alla porta dello studio dello psicologo*
N: avanti.
Io: buonasera. *entrai*
N: ciao sharol, accomodati. *mi sorrise*
Io: salve dottore. *mi sedetti difronte a lui*
N: come stai oggi?
Io: possiamo passare ad un'altra domanda?
N: okay, hai mangiato oggi?
Io: si.
N: e adesso pensi a tutto quello che hai mangiato e quanto ha influito sul tuo peso?
Io: *lo guardai con le lacrime agli occhi*
N: va tutto bene, stenditi e dimmi qualunque cosa tu voglia.
Io: *mi stesi*
N: l'altra volta mi hai detto come ti sentivi, che è successo?
Io: sto male, come se ci fosse un mostro che mi divora da dentro. *mi asciugai le lacrime*
N: stai combattendo, non mollare così.
Io: non ce la faccio, mi sento inerme. *singhiozzai*
N: ma stai facendo dei passi in avanti, devi andare fiera di questo.
Io: si, faccio un passo avanti e tre indietro. È la cosa che odio di più, quando sembra che stia un po' meglio poi ricado.
N: sharol è normale, è una malattia, altrimenti sarebbe solo un capriccio o una ricerca di attenzione, come dicono tutti.
Io: non penso di farcela.
N: ce la farai perchè sei forte, perchè ti stai impegnando e non ti sei lasciata andare.
-
Io: auguri mamma. *le diedi un bacio*
M: grazie tesoro. *mi abbracciò*
R: che ne dite di aprire la torta? *sorrise*
Ru: si. *la andò a prendere*
Io: a me un pezzo piccolo.
Mangiammo la torta e mi venne un senso di nausea.
Io: vado un attimo in bagno. *salii di sopra*
Mi sedetti per terra, sapevo di non dover vomitare, anche se in quel momento era l'unica cosa che desideravo. La sensazione che provavo in quel momento era di completa confusione, come se mi trovassi in un labirinto e non sapevo come uscire.
Andai in camera e chiamai il mio psicologo.
N: ehi sharol, che succede?
Io: non ce la faccio. *cominciai a piangere*
N: raccontami che è successo.
Io: *gli raccontai tutto*
N: adesso respira lentamente e rilassati, perchè non è successo niente di grave, e il fatto che tu stia parlando con me è un grande traguardo, dovresti esserne soddisfatta.
Io: anche se l'unica cosa che voglio in questo momento è vomitare?
N: si, perchè stai combattendo l'impulso e ti stai sfogando con me.
Io: non vomito solo perchè non ci riesco, non perchè non ci abbia provato.
N: sharol stai trovando scuse per buttarti giù, si fiera dei miglioramenti.
Io: grazie per il supporto. *mi asciugai le lacrime*
N: è il mio lavoro.
-
Io: *andai in bagno a pesarmi anche se Niall mi aveva proibito di farlo* cazzo. *mi misi le mani nei capelli*
R: sharol ti vuole mamma. *bussò alla porta*
Io: arrivo. *trattenni le lacrime*
R: fai presto.
Dopo due minuti scesi giù.
M: sharol oggi ho fatto la lasagna, tu la vuoi assaggiare? *la infornò*
Io: *la guardai con il cuore che mi batteva a mille*
M: sharol? *mi guardò*
Io: si, ma solo un pezzetto. *me ne andai di sopra*
Non so se fossi più dispiaciuta del fatto che mia madre avesse fatto la lasagna, o perché mi aveva chiesto se la volessi solo assaggiare. Io non la volevo proprio ma perchè doveva chiedermi se la volessi, a Riccardo non lo chiedeva.
Dopo un'ora uscii per andare all'ennesima seduta con lo psicologo, ormai ne facevo più di sette alla settimana.
Io: *bussai alla porta dello studio*
N: avanti.
Io: buongiorno. *entrai*
N: giorno sharol, ormai sai come funziona. *mi sorrise*
Io: oggi abbiamo cominciato malissimo. *mi stesi*
N: cos'è successo? *si aggiustò gli occhiali*
Io: odio mia madre, che non capisce un cazzo.
N: che ti ho detto sul linguaggio?
Io: che anche se sono arrabbiata mi devo esprimere in modo educato altrimenti sembra che io stia sulla difensiva e quindi di conseguenza abbia torto.
N: esatto, allora ogni tanto mi ascolti. *sorrise*
Io: in realtà la giornata è cominciata male perchè mi sono pesata, mia madre ha solo peggiorato la situazione. *lo guardai dispiaciuta*
N: ritiro quello che ho appena detto, perchè non mi ascolti!
Io: perchè quel numero su quella bilancia è tipo tutto, determina il mio umore.
N: per questo ti ho chiesto di non farlo, è il mio lavoro sharol, so di cosa parlo, devi ascoltarmi e seguire le mie direttive.
Io: posso lamentarmi di mia madre adesso? *lo guardai*
N: vai.
Io: *gli raccontai quello che era successo*
N: perchè ti sei arrabbiata?
Io: perchè mi ha chiesto se volessi assaggiarla, non mi tratta normalmente, è come se mi avesse detto so che non meriti di mangiarne un pezzo intero.
N: questo è quello che pensi tu.
Io: la voglio solo assaggiare, anche se anche di questo poco me ne pentirò, perchè so che se me ne privo avrò il pallino per tutto il giorno e finirà che mi abbuffo.
N: devi smetterla di pensare a tutte le mille conseguenze e possibilità delle tue azioni, è questo che ti fa male.
Io: vorrei tanto non farlo, ma non dipende da me.
N: il mio consiglio è mangia un pezzo di lasagna e non sentirti in colpa, perchè è una cosa normale, e butta quella cazzo di bilancia.
Io: la regola del linguaggio? *lo guardai*
N: per me non vale. *sorrise*
Io: voglio solo andare avanti, e buttarmi questo periodo alle spalle, come se fosse stato solo un brutto sogno. *mi vennero le lacrime agli occhi*
N: lo so, ti assicuro che insieme lo supereremo, non sei da sola.
Io: anche che nessuno se ne sia accorto non è bello. Perchè il fatto che io non fossi magra e ora sia normale per loro è un successo.
N: purtroppo la società ha imposto uno standard fisico, ma tu sai meglio di me che essere magri o in carne non determina la salute di una persona.
Io: le persone non se ne accorgono anche perchè per loro i disturbi alimentari sono solo l'anoressia o l'obesità, perchè sono quelli più visibili, ma ce ne sono molti altri che magari non hanno ripercussioni esagerate sul corpo, ma a livello mentale è la stessa cosa.
N: purtroppo sono sempre dell'opinione che finché non lo vivi sulla tua pelle non puoi capire.
Io: posso farle una domanda personale?
N: si.
Io: lei ha mai sofferto di un disturbo del genere?
N: non personalmente, ma ho vissuto per molto tempo con un mio amico che ne soffriva.
Io: per questo si è specializzato in questo campo?
N: si, è uno dei motivi.
-
Io: *ero a casa da sola e chiamai Niall*
N: ehi sharol, tutto bene?
Io: sono da sola a casa e ho il terrore di non riuscire a resistere al cibo.
N: stai tranquilla, ricordati che non può controllarti, tu sei più forte.
Io: non ne sono sicura.
N: sto tornando a casa dall'ufficio vuoi che passi?
Io: non vorrei disturbarla.
N: nessun disturbo, cinque minuti e sono lì.
Io: grazie.
Dopo poco arrivò Niall e lo feci entrare.
Io: mi scusi davvero, io sono un casino. *mi sedetti sul divano*
N: devi stare serena, è parte del mio lavoro. *si sedette vicino a me*
Io: le posso offrire qualcosa?
N: no grazie, e ti prego di darmi del tu.
Io: va bene.
N: dimmi che è successo per arrivare a chiamarmi.
Io: odio dovermi sentire così, persa, mi servirebbe tanto una guida in questo momento.
N: *mi baciò*
Io: *rimasi immobile*
N: ho oltrepassato il limite, sono il tuo psicologo, mi dispiace. *si allontanò*
Io: possiamo separare le due cose. *lo baciai*
N: *mi prese il viso tra le mani*
Io: forse era questo quello di cui avevo bisogno. *dissi fra le sue labbra*
N: non è per niente professionale. *mi baciò il collo*
Io: non è il momento per pensarci. *gli passai le mani fra i capelli*
Sentimmo il rumore della porta che si apriva e ci allontanammo.
M: buonasera. *guardò confusa niall*
Io: mamma lui è il mio psicologo.
Ru: piacere di conoscerti. *gli diede la mano*
N: il piacere è il mio, Niall Horan. *gli strinse la mano*
M: vuole rimanere per cena?
N: la ringrazio, ma stavo per andare.
Io: a domani. *sorrisi*
N: buona serata. *se ne andò*
-
N: sharol ieri abbiamo sbagliato.
Io: *lo guardai*
N: non guardarmi così, ti prego.
Io: non sto facendo nulla.
N: non posso essere il tuo medico se continuiamo così.
Io: sta facendo tutto lei. *guardai per terra*
N: le cose si fanno sempre in due. *si avvicinò*
Io: se non crede sia il caso posso anche cambiare psicologo.
N: smettila di parlare. *mi baciò*
Io: *gli misi le braccia intorno al collo*
Mi fece indietreggiare e mi fece stendere sul divano.
N: *si mise sopra di me e continuò a baciarmi*
Io: *gli passai le mani fra i capelli*
N: *mi passò una mano sul fianco*
Io: *mi irrigidii*
N: ehi. *si allontanò*
Io: scusa. *non lo guardai*
N: guardami, sei al sicuro con me. *mi accarezzò il viso*
Io: *sorrisi*
N: sei bellissima. *mi baciò il collo*
Io: *mi godetti i baci e incrociai le gambe al suo bacino*
N: *si alzò con me in braccio e mi appoggiò sulla scrivania*
Io: *gli sbottonai la camicia*
N: *mi levò la maglia*
Io: guardami negli occhi. *gli presi il viso tra le mani*
N: cos'altro potrei guardare se non questi. *mi baciò*
Ci finimmo di spogliare e Niall mi fece stendere.
Io: non me l'aspettavo così la mia prima volta. *risi*
N: cosa? *si allontanò*
Io: ho detto qualcosa di sbagliato?
N: è la tua prima volta?
Io: è un problema? *lo guardai confusa*
N: no, è che forse dovevo andarci un po' più piano.
Io: non preoccuparti per me. *gli slacciai i pantaloni*
N: sei sicura? *mi prese le mani*
Io: si. *lo baciai*
-
Io: *bussai alla porta di casa di Niall*
N: *aprì* ma ciao piccola. *mi fece entrare*
Io: come stai? *lo baciai*
N: io bene, tu?
Io: bene.
N: vieni, è quasi pronto. *mi prese per mano e mi portò in cucina*
Io: che buon odore. *cercai di sorridere*
N: baby, è solo una cena e sei con me. *mi prese il viso tra le mani*
Io: okay. *sorrisi*
N: mangeremo quello che vuoi, senza imposizioni o altro. *mi diede un bacio sulla fronte*
Io: grazie. *lo abbracciai*
Dopo poco ci sedemmo a tavola e mangiammo.
Io: allora com'è andata la tua giornata? *tagliai la carne*
N: bene, qualche paziente difficile ma niente di che, la tua?
Io: abbastanza bene, ho studiato.
N: la vuoi mangiare o continuerai a guardarla?
Io: si. *presi un boccone*
Finimmo di cenare e dopo aver sparecchiato ci mettemmo sul divano.
N: ti va di vedere un film? *mi mise un braccio intorno alle spalle*
Io: si. *mi appoggiai al suo petto*
N: c'è qualcosa che non va? *mi accarezzò i capelli*
Io: no. *lo strinsi*
N: va tutto bene. *mi mise una mano sulla guancia e mi baciò*
Io: *gli misi una mano fra i capelli*
N: adesso ti farò vedere come sono bravo a coccolare.
Io: non vedo l'ora. *sorrisi*
N: vieni qui. *si mise su un fianco*
Io: *mi misi difronte a lui e lo abbracciai*
N: sei meravigliosa. *mi passò le braccia intorno al corpo*
Io: tu mi fai sentire così. *lo guardai*
N: davvero? *sorrise*
Io: si. *lo baciai*
N: è la cosa più bella che mi abbiamo mai detto. *mi spostò i capelli dietro l'orecchio*
-
Io: *andai a trovare Niall in studio e bussai alla porta*
N: ma buongiorno. *aprì la porta*
Io: giorno. *chiusi la porta*
N: tutto bene? *mi baciò*
Io: sei impegnato? *lo feci indietreggiare fino alla scrivania senza staccarmi dalle sue labbra*
N: dipende che vuoi fare. *sorrise*
Io: farò presto. *gli sbottonai la camicia e i pantaloni*
N: mi piace questo spirito di iniziativa. *sorrise e mi spogliò*
Io: *mi sedetti sul scrivania e incrociai le braccia intorno a lui*
N: dove tutto è cominciato. *mi baciò il collo e mi tolse il reggiseno*
Io: *mi stesi*
N: *si mise sopra di me e mi baciò tutto il corpo fino ad arrivare agli slip*
Io: oh dio.
N: *mi sfilò gli slip e cominciò a leccare la mia intimità*
Io: Ní. *ansimai*
N: *continuò e mi mise una mano sul seno*
Io: se non fai presto verrò così.
N: *infilò anche due dita*
Io: dio. *gli strinsi la mano che aveva sul mio seno*
N: *continuo per un altro po'*
Io: Niall. *urlai e venni*
N: abbassa la voce, che di là c'è la mia segretaria. *rise e tornò da me*
Io: ormai è tardi. *mi godetti l'orgasmo*
N: adesso come va? *mi guardò*
Io: molto bene. *sorrisi*
N: dato che già sei nuda. *entrò in me*
Io: oh dio. *urlai*
N: shh. *mi mise una mano sulla bocca*
Io: probabilmente questa era la terapia di cui avevo bisogno. *buttai la testa all'indietro*
N: ringrazia dio che sei nuda, e sei bellissima. *mi baciò il collo*
Venimmo entrambi e mentre stavamo per rivestirci bussarono alla porta.
Io: cazzo. *mi infilai la maglia al contrario*
N: i capelli tesoro. *mi sistemò*
Io: grazie. *lo baciai e andai ad aprire*
X: mi scusi dottore, è impegnato?
Io: no, io ho finito, arrivederci dottor Horan. *lo guardai sorridendo e uscii*
X: sta bene? Sembra accaldato. *si sedette*
N: si, è che con la paziente precedente abbiamo fatto degli esercizi di meditazione. *sorrise*

ANGOLO AUTRICE
Okay in questo capitolo ho raccontato una cosa personale, anche per sfogarmi un po'.
Fatemi sapere se vi è piaciuto, magari faccio una parte due.

One shots Niall Horan Where stories live. Discover now