Strip club pt.2

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Era passata una settimana dell'episodio con la polizia e io non vedevo Niall da quel giorno.
Avevo finito lezione e mi diressi verso casa ma quando arrivai trovai Niall che mi aspettava.
Io: che ci fai qui? *scesi dalla macchina*
N: possiamo parlare? *mi guardò*
Io: non c'è niente da dire, sei un bugiardo e mi hai solo usata, non ci sono scuse. *aprii la porta di casa*
N: ti prego Sharol, c'è una spiegazione. *entrò in casa*
Io: esci subito da casa mia. *mi fermai difronte a lui*
N: un secondo, non chiedo altro.
Io: perché dovrei ascoltarti? *incrociai le braccia al petto*
N: perché meriti di sapere realmente com'è andata.
Io: vai, parla.
N: okay, il mio capo mi ha chiesto di indagare sul tuo strip club e trovare un'informatrice attendibile. Per questo ho fatto di tutto per avvicinarmi a te, ma poi ho sorpassato il limite e mi sono fatto coinvolgere.
Io: e secondo te a quel punto non era meglio mettermi al corrente della situazione, così che magari mi sarei preparata alla retata delle 2 di notte in casa mia.
N: hai ragione, ho sbagliato tutto, ma mi sono trovato in difficoltà e non sapevo come comportarmi. Da un lato avevo il lavoro, dall'altra te, che mi hai stregato.
Io: tu pensi che io ti perdonerò tutto questo, per un paio di parole smielate?
N: no, ormai penso di conoscerti un minimo, ma non posso perderti senza neanche provarci.
Io: e io cosa dovrei fare secondo te?
N: concedimi un'altra possibilità.
Io: non ho la forza di combattere con te, vattene. *mi misi accanto alla porta*
N: io non mi arrendo così, sappilo.
Io: sono tutti bravi con le parole.
N: ti farò cambiare idea. *uscì*
Io: *chiusi la porta*
-
Per tutto il mese seguente Niall continuò a provarci senza sosta.
Io: *ero sul palco ad esibirmi*
X: avvicinati bellezza. *era a bordo palco*
Io: *mi mossi vicino a lui*
X: *mi mise una banconota negli slip*
Io: *continuai a ballare lì*
Dopo poco finì il pezzo e io scesi dal palco.
X: perché non andiamo nel privè e mi fai vedere che altro sai fare. *si avvicinò a me*
Io: neanche se mi paghi sinceramente.
X: che fai, la sostenuta con me puttanella? *mi diede un pacca sul sedere e lo strinse*
Io: togli quella mano prima che te la rompa. *lo guardai*
N: hai sentito? Vattene. *si intromise*
X: e tu chi cazzo sei?
N: forse non ci siamo capiti. *gli mise una mano intorno al collo*
X: okay cowboy, scopatela pure. *si allontanò*
Io: me la cavo da sola. *me ne andai*
N: e io che ci sto a fare? *mi seguì*
Io: me lo chiedo tutte le volte che ti vedo qui. *non mi fermai*
N: vieni a cena con me. *mi prese la mano per fermarmi*
Io: non hai avuto ancora abbastanza informazioni? *ero difronte a lui*
N: non lavoro più su questo caso, voglio solo riconquistare la tua fiducia. *si avvicinò*
Io: che dovrei dirti?
N: si.
Io: ma davvero? *entrai nel mio camerino*
N: una sola uscita e poi se non vuoi continuare ti lascerò stare. *entrò con me*
Io: non puoi stare qui.
N: guardami.
Io: smettila di darmi ordini. *mi girai verso di lui*
N: ti supplico, non ti chiederò altro. Che vuoi che faccia, vuoi che mi metta in ginocchio? Perché lo faccio.
Io: *lo guardai senza dire niente*
N: okay. *si inginocchiò davanti a me*
Io: alzati. *scossi la testa*
N: non finché tu non mi darai questa possibilità.
Io: e va bene.
N: grazie, grazie. *si alzò e mi baciò*
Io: ora va via. *gli mise le mani sul petto*
N: vuoi che ti accompagni a casa?
Io: d'accordo ma poi te ne vai.
N: tutto quello che vuoi.
-
N: com'è andata questa serata? *entrò in casa*
Io: sono stata bene. *lo seguii*
N: sono contento che i miei amici ti abbiamo finalmente conosciuta. *chiuse la porta*
Io: anche io di aver conosciuto loro, sono molto simpatici. *non mi ero ancora levata la giacca*
N: però continui a non essere a tuo agio in casa mia. *mi tolse la giacca*
Io: non è questo.
N: allora cos'è? *mi prese per mano e mi fece sedere sul divano*
Io: ho ancora qualche difficoltà a fidarmi. *lo guardai*
N: davvero piccola? *mi accarezzò il viso*
Io: so che è passato del tempo però io sto cominciando davvero a provare qualcosa e questo precedente mi spaventa.
N: io farò di tutto per non farti avere più questo tipo di pensieri.
Io: grazie. *appoggiai le gambe sopra le sue*
N: dovrei essere io a ringraziare te, per la possibilità che mi hai dato. *mi baciò*
Io: *gli misi una mano tra i capelli*
N: ti amo.
Io: *mi fermai per un secondo*
N: troppo? *mi guardò dispiaciuto*
Io: no, è che io non. *non sapevo che dire*
N: non lo devi dire se non ti senti pronta.
Io: tu non ti vergogni di me vero? *non lo guardai*
N: cosa? Ma di che parli Sharol?
Io: per il lavoro che fai tu e per quello che faccio io. Non vorrei che tu ti sentissi in difficoltà.
N: Sharol ti assicuro che non è assolutamente un problema per me, e poi non scordarti che frequenti giurisprudenza, questo non lo metti in conto?
Io: si, solo tu assicurami che quello che faccio non ti faccia sentire a disagio.
N: non mi mette a disagio che la mia bellissima ragazza si faccia il culo in un locale per pagarsi gli studi, e per altro faccia il suo lavoro fottutamente bene. *mi prese il viso tra le mani*
Io: okay. *sospirai*
N: davvero questa cosa ti preoccupava?
Io: un pochino.
N: sei la più dolce, gentile, premurosa e forte ragazza che io conosca. *mi baciò*
Io: ti amo Ní. *mi misi su di lui*
N: *sorrise tra le mie labbra e mi spogliò*
Io: *gli levai la maglia*
N: vieni qui. *si alzò con me in braccio e mi portò in camera da letto*
Io: *mi stesi sul letto*
N: quanto sei bella. *si mise sopra di me*
Io: *gli baciai il collo e gli sbottonai la cintura*
N: *si sfilò i pantaloni e continuò a baciarmi tutto il corpo*
Io: *ansimai sotto di lui*
N: *arrivò alla mia intimità e dopo aver spostato le mutandine cominciò il sesso orale*
Io: dio Ní. *gemetti*
N: *continuò a leccarmi*
Io: *strinsi le lenzuola*
N: *infilò un dito*
Io: non ti fermare. *gli misi una mano fra i capelli*
N: *infilò anche l'altro dito*
Io: *mi morsi il labbro*
N: *continuò un altro po' e poi si fermò ed entrò in me*
Io: *gli strinsi le braccia*
Facemmo l'amore e dopo essere venuti entrambi ci stendemmo uno affianco all'altro.
N: adesso penso di amarti ancora di più. *si girò verso di me*
Io: anche io. *risi*
-
Io: *avevo finito di esibirmi e tornai in camerino*
X: *bussò alla porta*
Io: *andai ad aprire* ehi mark.
M: ti ho portato un omaggio della casa per il tuo spettacolo. *prese dell'eroina dalla tasca*
Io: ma che stai facendo mark, io non sniffo quella roba. *gli stavo per chiudere la porta in faccia*
M: dai, è solo per farti divertire un po'. *spinse la porta ed entrò*
Io: ti ho detto di no mark. *lo guardai*
M: sballiamoci insieme, sarà il nostro segreto. *mise due strisce di eroina sul tavolo e mi tirò verso di lui*
Io: ma che cazzo ti passa per la testa? *alzai la voce*
M: ma che problemi hai? Dovresti ringraziarmi.
Io: io non faccio queste cazzate, le lascio ai tipi come te. *mi tirai il braccio*
M: sei una troia. *mi diede uno schiaffo*
Non riuscii a reagire che sentii delle urla dall'interno del locale.
Agenti: polizia di New York, tutti contro il muro.
Io: che cazzo sta succedendo? *mi avvicinai alla porta*
M: cazzo cazzo. *guardò l'eroina*
Agente: polizia di New York, mani in alto e contro il muro. *entrarono nel mio camerino*
Io: non un'altra volta, vi prego. *feci come avevano detto*
A: vedo che è qui la festa. *guardò l'eroina*
Ci ammanettarono e per l'ennesima volta io fui portata in centrale come una delle peggiori criminali.
A: Brooks sta diventando un'abitudine. *mi fece uscire dall'ascensore*
Comandante: bella retata ragazzi.
Io: posso avere qualcosa da mettere addosso? *guardai il mio agente*
A: non meritiamo di vedere questo spettacolo? *mi guardò il culo*
N: capo ho finito...*non completò la frase che si paralizzò alla mia vista*
C: bene Horan.
N: che ci fa lei qui? *si avvicinò a me e mi diede la giaccia*
Io: grazie. *lo guardai*
C: abbiamo fatto una retata e l'abbiamo trovata a sniffare cocaina con un amico.
N: dio Sharol, che cazzo hai combinato? *mi guardò*
Io: niente Niall, e voglio un avvocato.
N: portatela in sala interrogatori, ci parlo io.
A: subito sergente. *fece come aveva detto*
C: mi raccomando Niall, fa il tuo lavoro come si deve, questo potrebbe essere il caso della tua vita.
N: certo capo. *si passò una mano tra i capelli*
Dopo una decina di minuti che ero da sola in quella stanza fredda e buia arrivò Niall.
Io: Niall ti prego fammi uscire da qui, non ce la faccio più, andiamo a casa, ho bisogno di cambiarmi.
N: qui sono il sergente Horan, e lei, signorina Brooks, è accusata di un reato alquanto grave. *poggiò il fascicolo sul tavolo*
Io: Ní. *lo guardai un po' confusa*
N: non si sente a suo agio nei suoi vestiti da lavoro? *fece cadere la sua giacca che avevo appoggiata sulle spalle*
Io: che c'è ti piace avere il controllo? Ti eccita giocare al poliziotto cattivo e alla ragazzina in difficoltà? *mi ero arrabbiata*
N: possiamo arrivare ad un ottimo accordo. *si sedette difronte a me*
Io: il tuo accordo te lo puoi ficcare dove sai, io voglio il mio avvocato. *mi avvicinai*
N: non sprechi quest'occasione, non le conviene.
Io: sinceramente qui l'unico che ha sprecato l'occasione della sua vita sei tu, e io ho chiesto un avvocato.
N: cazzo Sharol, hai fatto un casino enorme, prenditi le tue responsabilità una volta nella vita. *alzò la voce*
Io: troppo per un incompetente e ignorante poliziotto come te comprendere il significato della frase voglio un avvocato?
N: sta attenta a come parli.
Io: mi hai appena dato della puttana, dovrei essere io a controllarmi?
In quel momento bussarono al vetro della sala interrogatori.
-
Dopo circa un'ora di trattative con il mio avvocato riuscii a concludere questa storia nel migliore dei modi.
Io: *ero ancora in centrale e stavo cercando di chiamare un taxi*
N: ti accompagno io a casa. *mi passò di fianco e andò verso l'ascensore*
Io: preferisco farmela a piedi.
N: non farmelo ripetere di nuovo, ho l'auto in garage. *si aprì l'ascensore*
Io: ma che pensi, che puoi trattarmi in quel modo e poi fare finta di niente? *alzai la voce*
N: ne parliamo in macchina. *entrò in ascensore*
Io: perché continuo a parlare con te. *sbuffai*
N: muoviti. *mi prese per il polso e mi trascinò in ascensore*
Io: pensi di avere tutto il controllo tu perché sei nel tuo territorio?! *gli diedi le spalle*
N: con te è una lotta continua. *si passò una mano fra i capelli*
Io: adesso è anche colpa mia. *risi ironica*
N: che dovevo fare secondo te eh? *si aprirono le porte dell'ascensore*
Io: credermi. *uscii*
N: ho eseguito gli ordini, la prassi, le prove, non potevo fare nient'altro. *mi seguì*
Io: davvero? *mi girai verso di lui*
N: ho fatto il mio lavoro, e alla fine è uscita fuori la verità, e abbiamo messo tutto apposto.
Io: abbiamo? Adesso ti vuoi anche prendere il merito per avermi aiutata? Beh ti svelo un segreto, non è stato grazie a te, se fosse stato per te probabilmente avrei passato un bel po' di tempo in carcere. E se proprio la vogliamo dire tutta ti sei comportato da stronzo lì dentro, mi hai dato della puttana, anche della stupida, pensando davvero avessi sniffato quella roba, come se non mi conoscessi. E infine, ma non per importanza, hai di nuovo rischiato di rovinare la mia carriera futura. *ero incazzata nera e avevo urlato come una pazza*
N: *mi guardò sospirando*
Io: adesso che hai preso coscienza della cazzata immensa che hai fatto, riportami a casa, che ho freddo. *salii nella sua macchina*
N: mi dispiace. *salì anche lui*
Io: non voglio sentire le tue inutili scuse. *guardai fuori dal finestrino*
N: guardami.
Io: *mi girai verso di lui*
N: scusami, mi sono spaventato, è questa la verità. Ho avuto una paura assurda quando ti ho visto lì, e mi ha terrorizzato entrare in quella stanza interrogatori con te.
Io: non mi sembravi spavento, mi sembravi incazzato e hai sparato a zero su di me.
N: ero preoccupato per l'accusa che ti avevano rivolto e non sapevo come agire.
Io: e hai scelto la strada più facile, senza pensare neanche per un secondo a me.
N: questo non è vero, ti ho interrogato io per questo, per proteggerti, perché sapevo gli altri come si sarebbero comportati.
Io: se questo è il tuo modo per proteggermi fa schifo.
N: ho fatto quello che pensavo fosse giusto, ed è andata bene. Ho fatto quella scenata perché sapevo che il capo avrebbe capito la situazione e ti avrebbe creduta. E il tuo avvocato ha fatto il resto.
Io: che ti ha detto il capo dopo aver bussato al vetro?
N: che aveva capito dove volevo arrivare e bastava così, ma una cosa del genere non si sarebbe mai più dovuta ripetere e mi ha sospeso per una settimana.
Io: ha fatto bene a sospenderti, fai schifo come poliziotto.
N: non lo pensi davvero e qui dentro sono un sergente.
Io: ancora peggio.
N: adesso accetterai le mie scuse? *mi prese il viso tra le mani*
Io: mi hai umiliata lì dentro.
N: lo so e mi dispiace ma non pensavo veramente le cose che ho detto.
Io: non dovrà succedere mai più una cosa del genere.
N: allora cercheremo entrambi di evitare queste situazioni. *si avvicinò alle mie labbra*
Io: d'accordo. *lo baciai*
N: *mi mise le mani sul collo*
Io: io continuo a essere mezza nuda.
N: non sai quanto questo abbia inciso sulla mia concentrazione.
Io: cretino. *mi allontani sorridendo*
N: ti amo. *mi guardò*
Io: anche io. *mi girai verso di lui*

SPAZIO AUTRICE
Ecco qui la seconda parte. Datemi sempre un'opinione.

One shots Niall Horan Where stories live. Discover now