Mare fuori

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Io: le assicuro che non ho fatto nulla.
Agente: venga con me signorina. *mi portò vicino la macchina della polizia*
Io: è tutto un malinteso.
A: questo lo valuterò io. *mi sbattè contro l'auto della polizia*
Io: ti prego smettila. *mi dimenai*
Agente: sta ferma. *mi bloccò le mani*
Io: *chiesi aiuto*
A: smettila di fare tutte queste scenate. *mi mise una mano intorno alla gola*
Io: *cercai di scappare*
A: certo che sei una piccola troietta. *mi infilò una mano nei pantaloni*
Io: no, ti prego. *cominciai a piangere*
A: ci divertiamo un po'. *mi girò e mi fece piegare sulla macchina*
Io: *non sapevo più che fare e riuscii a colpirlo*
A: cazzo, stronza. *si tenne il naso sanguinante*
Io: *provai di nuovo a scappare*
A: adesso sei davvero nei guai. *mi raggiunse e mi diede uno schiaffo*
Io: *gli presi il coltello e lo pugnalai*
A: figlia di puttana. *urlò*
Arrivò un'altra pattuglia e alla fine mi portarono in caserma senza voler sentire spiegazioni.
Comandante: vieni Brooks, ti vuole la direttrice. *aprì la cella dov'ero seduta*
Io: *lo guardai ancora sconvolta e sporca di sangue*
C: forza, muoviti.
Io: *mi alzai e lo seguii*
C: ecco a lei la nuova arrivata. *mi fece entrare nell'ufficio*
Direttrice: buonasera signorina Brooks, prego si accomodi. Grazie comandante.
Io: *mi sedetti difronte alla direttrice*
D: cos'è successo Sharol? *si sedette*
Io: *non proferii parola*
D: è la tua occasione per dire la tua versione, sei accusata di un reato molto grave.
Io: voglio parlare con mia madre.
D: ti ho fatto una domanda.
Io: non dirò nulla a lei, so bene come vanno queste cose.
D: perfetto Sharol, hai preso la tua decisione. Puoi andare.
-
Mi stavo cominciando ad ambientare in quel posto, anche se mi sentivo continuamente come se dovessi dimostrare qualcosa. Avevo conosciuto qualche ragazza, compresa la mia compagna di cella, che mi stavano aiutando a resistere. Ma il problema si propose quando iniziarono le attività con i ragazzi.
Quel giorno ci portarono tutte in sala comune.
Io: ma domani ci sono le visite? *chiesi alla mia compagna di cella mentre giocavamo a carte*
Anne: si, da domani iniziano. *guardò dietro di me*
Io: *la guardai confusa*
Chris: ma guarda chi c'è qui. *mi appoggiò le mani sulle spalle*
A: vattene Chris. *lo guardò male*
C: non posso fare conoscenza con la nuova arrivata? *prese una sedia e si sedette con noi*
Io: *lo guardai un po' spaventata sapendo chi fosse*
C: una bella ragazza come te che ci fa qui dentro?
Io: non sono affari tuoi.
C: vedo che non sei in vena, perciò andrò direttamente la punto. *si avvicinò*
Io: *mi allontanai di scatto*
C: tu sai chi è mio padre, io conosco perfettamente il tuo, mi sembra giusto portargli rispetto facendo amicizia tra di noi. *mi prese il mento tra le dita*
Io: io non ho niente a che fare con mio padre. *gli tolsi le mani dal mio viso*
C: tu non vuoi avere problemi con vero?
Io: io con i mafiosi non stringo nessun tipo di rapporto, puoi chiederlo anche a mio padre, dato che lo conosci così bene. *alzai la voce e mi misi in piedi*
C: ma tu chi cazzo pensi di essere? *si alzò e si mise difronte a me alzando la voce*
Io: io non appartengo a questa vita.
C: potevi sopravvivere qualche giorno in più qui dentro ma hai deciso di complicarti la vita. *se ne andò*
Comandante: ma che sta scucendo qui eh! *mi portò nella stanza accanto*
Io: io con questa gente non voglio stare. *mi venne da piangere*
C: andrà bene Sharol, devi resistere.
Io: non ho mai voluto far parte di questo mondo, e adesso mi sta mangiando. Mi sono allontanata da mio padre molto tempo fa, neanche adesso che sono qui dentro ho chiesto aiuto a mio padre, perché io con i giudici che scendono a patti con i mafiosi non ci voglio avere a che fare.
-
John: Sharol sei di turno alle pulizie. *mi chiamò*
Io: arrivo. *uscii dalla cella e mi diressi nella stanza da pulire*
N: ciao. *mi sorrise*
Io: Niall giusto? *lo guardai*
N: si. *prese la scopa*
Io: mi poteva andare molto peggio. *cominciai a spolverare*
N: ho visto che ieri hai affrontato Chris.
Io: ho capito bene chi è, e che è lui a comandare qui dentro, ma io non mi piego a questo sistema di merda.
N: potremmo andare veramente molto d'accordo noi. *sorrise*
Io: come se non sapessi chi sei tu. *lo guardai male*
N: dovresti sapere bene che la famiglia non la puoi scegliere, ma puoi decidere di non seguire le loro scelte di vita.
Io: e tu Niall, dimmi un po', che strada hai deciso di seguire?
N: la mia e non quella della mia famiglia.
Io: tua madre non la pensa così, e insieme al padre di Chris, sta scatenando una guerra lì fuori. *mi fermai*
N: tu sei come tuo padre? *si mise davanti a me*
Io: *lo guardai sorpresa*
N: pensi che non sappia la figlia di chi sei?!
Io: io non ho più un padre da molto tempo.
N: e io ho decido di allontanarmi da mia madre da altrettanto tempo.
Io: almeno non sono l'unica con cui se la prenderà Chris qui dentro. *ripresi a pulire*
N: tranquilla, sarai sempre dopo di me sulla sua lista nera.
Io: sarà divertente appartenere al clan nemico a quello a cui appartiene chi comanda qui dentro. *risi*
N: io non appartengo a nessuno Sharol, non scordarlo mai.
-
Erano passato un po' di tempo e io avevo ancora il terrore di quel carcere minorile, ma stavo cercando di resistere e speravo che mi avrebbero tirato fuori da lì al più preso. Anche se stavo cominciando a stringere forti rapporti.
Comandante: Sharol vieni con me, ti vuole la direttrice. *mi fece uscire dalla cella*
Io: non ho fatto nulla. *lo guardai spaventata*
C: vuole solo parlarti. *mi accompagnò nell'ufficio*
Io: non puoi restare con me? *lo guardai*
C: andrà tutto bene. *mi lasciò lì*
Io: buongiorno. *mi sedetti alla scrivania*
D: non ci girerò intorno sharol, ho una brutta notizia da darti. *incrociò le braccia*
Io: cosa.
D: il poliziotto che hai colpito non ce l'ha fatta.
Io: no, no, non può essere. *mi mise le mani nei capelli*
D: mi dispiace.
Io: non uscirò mai più da qui. *cominciai a piangere*
D: fa il tuo percorso e vedi che andrà tutto bene. *mi mise una mano sulla spalla*
Io: voglio tornare a casa. *continuai a piangere*
D: guardami Sharol. *si inginocchiò vicino a me*
Io: *la guardai*
D: questo periodo sarà duro, ma ti farà anche crescere tanto. Hai solo sedici anni, una vita intera che ti aspetta e che ti darà tantissime soddisfazioni. Noi siamo qui per aiutarvi, farvi maturare, capire i vostri errori e buttarveli alle spalle.
Io: ho lottato tutta la mia vita per stare lontana dal mondo della criminalità, e adesso guardi dove sono, circondata da ragazzi che ho evitato per tutta la vita, per di più accusata di omicidio.
D: qualsiasi problema tu avrai con loro noi saremo a disposizione per proteggerti, non sentirti mai in pericolo, l'importante è stare con le persone che ti vogliono bene, e ti assicuro che ti sei fatta tanti amici.
Io: *cercai di calmarmi*
D: adesso vai in sala comune, insieme a tutti gli altri. E non isolarti, non aiuta. *chiamò il comandante*
C: andiamo Sharol. *si avvicinò*
Io: *mi alzai e uscii dall'ufficio*
C: tutto bene? *mi fermò*
Io: ho solo ucciso un poliziotto. *non lo guardai*
C: è stato un incidente.
Io: non è stato un incidente, è stata legittima difesa, è diverso. *alzai lo sguardo*
C: la verità alla fine viene sempre fuori. *mi abbracciò*
Io: grazie, sei stata la prima persona che ha creduto in me qui dentro. *lo strinsi*
C: le riconosco le brave persone. *mi accarezzò i capelli*
-
Io: ciao mamma. *vidi mia madre seduta la tavolo*
M: finalmente ti posso abbracciare piccola. *si alzò e mi abbracciò*
Io: *misi il viso nel suo collo*
M: come stai? Stai avendo problemi? Mangi abbastanza? *si allontanò per guardarmi*
Io: sto bene mamma, adesso che ti vedo ancora di più. *mi sedetti*
M: i tuoi occhi non confermano la tua versione. *si sedette difronte a me*
Io: è difficile, ma merito di stare qui.
M: non è vero, e tu lo sai. Non sei come i ragazzi che stanno qua dentro e hai avuto un motivo per fare quello che hai fatto. *mi prese la mano*
Io: lo puoi dire mamma, ho ucciso un uomo, un poliziotto.
M: ti stavi solo difendendo amore.
Io: si, ma adesso lui è morto, e io devo scontare la mia pena.
M: ti faccio uscire da qui, te lo prometto.
Io: mi sto facendo degli amici, lo sai? *sorrisi*
M: ne sono contenta, ne hai bisogno. Perché non me ne parli.
Io: la prima persona che ho conosciuto qui dentro è il comandante, Max, una delle persone più belle che abbia mai conosciuto, lui riesce sempre a capire realmente le persone che ha davanti.
M: vedi, per la prima volta nella tua vita hai conosciuto un uomo onesto e sincero.
Io: poi c'è la mia compagna di cella, e tutte le ragazze con cui ho stretto un forte legame.
M: nessun altro?
Io: *sorrisi*
M: Sharol Brooks, dimmi subito chi è questo ragazzo.
Io: si chiama Niall, e siamo molto ma molto simili.
M: Niall Horan? Il figlio di una delle famiglie più influenti della criminalità organizzata?
Io: lui non è così, ha deciso, come noi, di non seguire la sua famiglia.
M: fa attenzione amore, ti prego.
Io: ti assicuro che c'è altro da cui tenersi alla larga.
M: c'è qualcuno che ti ha dato fastidio?
Io: si, ma me la sto cavando bene.
M: vuoi che chiami tuo padre? *mi guardò seria*
Io: non lo dire neanche per scherzo, è solo a causa sua e dei suoi "amici", che sto avendo problemi.
M: d'accordo, ma qualsiasi cosa me lo devi dire.
Io: devi stare tranquilla mamma.
-
Io: *ero in sala comune da sola a suonare il piano*
Chris: ma guarda chi c'è qui, la nostra pianista. *si avvicinò*
Io: *mi bloccai appena lo vidi*
C: continua pure. *si sedermi accanto a me*
Io: che vuoi? *lo guardai*
C: sei sempre scortese con me, forse non hai capito con chi hai a che fare.
Io: proprio perché so bene con chi ho a che fare sono fin troppo gentile.
C: hai pensato alla proposta che ti ho fatto?
Io: pensavo di averti già dato una risposta.
C: ti ho dato la possibilità di rifletterci un po' su, e capire quanto sarebbe stupido da parte tua avermi come nemico.
Io: altrimenti che fai Chris, mandi i tuoi cagnolini a uccidermi mentre dormo?
C: per chi mi hai preso Sharol? Farò molto peggio, diventerò il tuo peggior incubo. *mi sussurrò all'orecchio*
Io: lasciami stare Chris.
C: adesso non c'è nessuno a difenderti. *mi mise una mano al collo*
Io: *persi un battito*
C: come mai il comandante si è così affezionato a te? Gli hai fatto un servizietto?
Io: e anche se fosse? Lo vuoi anche tu?
C: non giocare con il fuoco Sharol, che poi ti bruci. *strinse un pò*
Io: *mi stava cominciando a mancare l'aria*
C: allora mi farai un favore? *si avvicinò al mio viso*
Io: no.
Prima che potesse fare qualsiasi cosa entrò Niall.
N: lasciala Chris.
C: non prendo ordini dalle pecore come te.
N: e tu che metti le mani addosso ad una ragazza, cosa sei? *si avvicinò e lo spinse*
C: stai al tuo posto. *si alzò*
N: prenditela con uno della tua stessa altezza.
C: tu alla mia altezza? *ridacchiò*
Io: io chiamo le guardie. *andai verso la porta*
C: dove vai tu? *mi prese per il polso*
N: certo che sei duro a capire le cose. *lo allontanò da me*
C: e tu non hai ancora capito chi comanda qui dentro. *gli diede un pugno*
N: *reagì*
Io: basta smettetela. *cercai di fermare Chris*
C: *mi sbattè al muro*
Io: cazzo. *sbattei la testa*
Guardia: ma che vi passa per la testa? *entrò nella sala e li divise*
Comandante: tutti e due in direzione, subito! *urlò*
Io: *mi alzai da terra*
Comandante: tutto bene? *si avvicinò*
Io: credo di sì.
Comandante: vieni, ti porto in infermeria. *mi prese per il braccio*
Io: Niall non ha fatto nulla. *lo guardai*
Comandante: qui tutti pagano per le azioni commesse.
-
Io: *ero sulla mia branda*
N: vedo che stai molto meglio. *si appoggiò allo stipite della cella*
Io: che ci fai qui? *lo guardai sorpresa*
N: ho chiesto un paio di favori. *entrò*
Io: riesci sempre a metterti nei guai. *mi sedetti sul letto*
N: e centri sempre tu. *si sedette accanto a me*
Io: grazie per l'altro giorno. *lo guardai*
N: come sta la tua testa. *mi accarezzò i capelli*
Io: bene, è guarita del tutto.
N: se è così semplice la prossima volta anche io mi faccio sbattere al muro. *sorrise*
Io: cosa c'è in questa testolina che necessita di essere curato?
N: non immagini neanche. *mi mise una mano sul viso*
Io: per caso c'è qualcosa che posso fare per alleviare un po' tutto ciò?
N: la tua presenza è già sufficiente. *si avvicinò alla mie labbra*
Io: sufficiente non è abbastanza. *mi sporsi*
N: *mi baciò*
Io: *gli misi le mani tra i capelli*
N: se non me ne vado adesso nessuno sarà in grado di portarmi via da te. *si allontanò un po'*
Io: chi ha detto che devi andartene.
N: se ci beccano finirà male.
Io: allora ci vediamo dopo in sala comune. *mi misi una mano sul petto*
N: ci conto. *mi baciò di nuovo e se ne andò*
Anne: ciao Niall. *lo incontrò fuori dalla nostra cella*
N: ciao anne. *se ne andò*
A: adesso mi dici che ci faceva lui qui. *entrò*
Io: ti devo assolutamente aggiornare. *mi sdrai sul letto sorridendo*
A: finalmente ce l'avete fatta tutti e due.

SPAZIO AUTRICE
Spero vi piaccia il tema, mi dovete sempre scusare per l'assenza, ma la sessione estiva mi sta prendendo veramente tutto il tempo che ho.

One shots Niall Horan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora