Tirocinio

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Io: *entrai in aula emozionata per l'assegnazione del tirocinio*
B: c'è solo un posto per il Caplan & Gold e sarà mio. *mi guardò*
Io: non illuderti tesoro, quel posto ha il mio nome sopra. *mi sedetti vicino a lei*
P: *assegnò i vari tirocini in ordine alfabetico ma mi saltò*
Io: mi ha saltato. *guardai Blair*
B: dopo ci parli.
P: Caplan & Gold, Blair Waldorf.
B: si. *esultò sorridendo*
Io: brava tesoro. *la guardai*
B: sono sicura che andrai anche tu in uno dei migliori studi.
Io: *guardai il prof*
Finì la lezione e io mi avvicinai alla cattedra.
P: Brooks proprio con lei volevo parlare.
Io: si prof.
P: Waldorf in privato.
B: mi scusi prof, ti aspetto fuori tesoro. *se ne andò*
Io: mi ha saltato prof. *guardai in basso*
P: lo so, volevo parlarti in privato perchè ho un incarico speciale per te.
Io: mi dica prof. *mi illuminai*
P: tu hai il posto a Fox River. *mi diedi i moduli*
Io: al carcere di massima sicurezza? *dissi titubante*
P: esatto, sono sicuro che sia un'ottima opportunità.
Io: io lì non ci vado. *scossi la testa*
P: non è una richiesta Brooks, vuoi diventare un buon avvocato?! Allora comincia a sperimentare sul campo, e con clienti veri.
Io: *presi i moduli e uscii*
B: allora? *mi guardò*
Io: vaffanculo, vaffanculo! *urlai andando verso la stanza del college*
B: che è successo? *mi seguì*
Io: ho il tirocinio a fox River, ma ti pare normale? Io non ci vado. *entrai in casa*
B: in carcere? *chiuse la porta*
Io: nel carcere di massima sicurezza più pericoloso d'America! *mi misi le mani in faccia in preda ad una crisi isterica*
B: non so che dirti, sono sconvolta!
Io: credevo di meritarmi un posto decente, perchè mi consideravo una brava studentessa, questo non mi formerà per niente.
-
Io: *parcheggiai nel parcheggio del carcere e mi avvicinai alla guardiola*
Agente: salve, posso aiutarla?
Io: si, sono una studentessa della Harvard, sono qui per il tirocinio, con chi posso parlare?
A: prego entri ed vada nell'ufficio del direttore, è il primo a sinistra appena entra, le daranno un badge di accesso. *mi aprì il cancello*
Io: grazie mille. *entrai e mi diressi all'interno*
Ero spaesata in quell'enorme edificio ma trovai la porta giusta e bussai.
X: avanti.
Io: *entrai un po' impaurita* salve.
X: salve lei è?
Io: sono Sharol Brooks, sono qui per il tirocinio. *mi avvicinai e gli strinsi la mano*
D: piacere signorina Brooks, Derek Shepherd, il direttore del carcere. *mi strinse la mano*
Io: non so bene cosa io debba fare qui.
D: studierà un po' i profili dei vari prigionieri e deciderà quale prendere come suo caso.
Io: devo costruire una causa su un prigioniero di un carcere di massima sicurezza? *sgranai gli occhi*
D: esatto, nel frattempo che io sistemo i vari moduli, perchè non va a farsi un giro, si comincia ad orientare.
Io: d'accordo, posso girare indisturbata?
D: si, stia attenta a quelli del braccio C, sono un po' molesti, e non vada nelle aree riversate, per il resto con questo potrai accedere ovunque. *mi diede il badge*
Io: grazie. *lo presi e lo attaccai alla maglia*
Uscii dall'ufficio e cominciai a vagare per i corridoi di quell'edificio enorme, finché non arrivai fuori dove c'erano i detenuti che stavano facendo l'ora d'aria.
Li guardai da dietro la recinzione e mi sentii un po' in soggezione.
X: abbiamo carne fresca. *mi guardò*
X: la spaventerai così. *si girò verso di me*
X: come ti chiami dolcezza? *si avvicinò alla recinzione*
Io: sharol, sharol Brooks. *mi tremò un po' la voce*
X: una figlia di papà.
Io: *restai ferma a guardarli*
X: puoi entrare, non ti faremo nulla. *apparve un sorriso perverso sul suo viso*
Io: *scossi la testa inorridita e mi allontanai*
Agente: tutti dentro! *urlò ai carcerati*
Dopo un po' tutti rientrarono nelle loro celle e io continuai il mio giro. Entrai in un corridoio e vidi una scena agghiacciante.
Agente: stai a terra! *bloccò un detenuto a terra*
Il ragazzo non si mosse e non si scompose di un millimetro.
A: dove sta la roba? *urlò tenendolo fermo con le mani dietro la schiena*
Passò qualche minuto ma la situazione non cambiava, il ragazzo continuava a non parlare e l'agente non smetteva di urlare e schiacciarlo sotto di sé, e gli altri detenuti cominciavano ad agitarsi.
Io: non è il caso di farlo alzare? *sussurrai*
A: cosa? *mi guardò con la coda dell'occhio*
Io: penso possa bastare, non mi sembra che questa sia una soluzione efficace. *dissi un po' più convinta*
A: avvicinati. *si alzò tendono il detenuto con le mani dietro la schiena*
Io: *lo feci quasi tremando*
A: guardalo bene in faccia, resteresti dieci secondi chiusa qui con questa bestia? *mi guardò*
Il ragazzo mi fissò e mi fece un occhiolino.
Io: sarà anche un bestia ma ha anche dei diritti e che lei sia d'accordo o meno è tenuto a rispettarli. *tornai a guardare la guardia*
A: Horan hai qualcuno che ti difende.
-
Io: buongiorno. *entrai in prigione e salutai le guardie*
John: stamattina sei davvero bella. *mi guardò*
Io: grazie, ero in università per un esame. *presi un caffè*
Adam: abbiamo un problema nella cella 148. *avvertì velocemente i colleghi*
J: arriviamo. *lo seguì*
Tutti si attivarono e in poco tempo perquisirono la cella e bloccarono il detenuto contro il muro.
Niall: mi sei mancato John. *disse con la guancia schiacciata contro la parete*
J: stai zitto. *urlò e lo perquisì*
Finirono senza aver trovato niente, ma nel frattempo avevano messo la cella sottosopra.
Io: *restai a guardare il ragazzo che sistemava semplicemente il materasso per stendersi*
N: vuoi qualcosa? *non mi guardò neanche*
Io: no...nulla. *mi guardai le scarpe*
N: che c'è, hai paura? *si avvicinò*
Io: no. *deglutii guardandolo*
N: coraggiosa. *sorrise continuando ad avvicinarsi*
Io: *indietreggiai e mi ritrovai contro le ringhiere del corridoio*
N: che ci fa una come te qui? *si fermò davanti a me*
Io: una come me? *mi tremò la voce*
N: sembri non aver mai messo piede in un carcere, questo non è il posto adeguato per una principessa dell'upper west side. *mi mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio*
J: detenuto si allontani. *urlò*
N: *non lo ascoltò*
J: fammelo ripetere un'altra volta e uso il teaser. *urlò*
N: *alzò le mani facendo dei passi indietro*
Io: va tutto bene. *mi ricomposi e me ne andai*
J: muoviti, in cella. *lo spinse*
N: toccami un'altra volta e finisce male. *entrò*
J: stai rischiando di nuovo l'isolamento Horan.
-
Io: *stavo passeggiando nel cortile del carcere quando mi sentii chiamare*
N: dolcezza. *mi raggiunse*
Io: *mi girai di scatto perchè ero soprappensiero*
N: non dovresti girare da sola, è pericoloso.
Io: avevo bisogno di un po' d'aria, ma tu che ci fai qui, gli altri sono tutti dentro.
N: io non sono come gli altri. *mi guardò negli occhi*
Io: *mi incantai a guardare quegli occhi blu*
L: Niall che fai? Abbiamo del lavoro da fare. *si avvicinò a noi*
N: sto arrivando Louis. *continuò a stare davanti a me*
L: ti divertirai dopo, gli affari prima di tutto. *gli mise una mano sulla spalla*
Io: *lo guardai titubante*
N: sta attenta dolcezza, è pericoloso qui. *mi sussurrò le ultime parole all'orecchio*
Io: *rabbrividii*
L: non credi di star esagerando? *si allontanò con Niall*
N: mi sto divertendo. *sorrise all'amico*
Io: ho il mio caso. *dissi a me stessa*
Entrai all'interno per comunicare la mia decisione al direttore.
Io: è permesso? *bussai alla porta del suo ufficio*
D: prego.
Io: salve. *entrai e mi sedetti*
D: ha bisogno di qualcosa?
Io: volevo riferirle che ho scelto il mio caso e avrei bisogno della sua cartella.
D: certo, chi hai scelto?
Io: Horan.
D: *aggrottò le sopracciglia*
Io: qualcosa non va?
D: Horan non è il miglior cliente che tu potessi scegliere.
Io: mi piacciono le sfide.
-
Io: *vidi una guardia che portava via Niall in manette*
G: ti muovi! *lo spinse*
Io: che succede? *mi avvicinai a loro*
G: Brooks allontanati, è pericoloso.
Io: dove lo stai portando? *non me ne andai*
G: non sono autorizzato a dirtelo.
Io: devi, è un mio cliente. *mi misi davanti a loro*
N: cosa? *mi guardò serio*
G: che stai dicendo?
Io: sono il suo avvocato, ha il diritto di parlare con me e tu hai l'obbligo di tenermi informata.
N: non la pensare, sta dicendo un mare di stronzate.
Io: sono il tuo avvocato, che tu lo voglia o meno e devi parlare con me perché io devo costruire una causa per darti il diritto di uscire di qui.
N: sogna pure dolcezza, perchè io non uscirò mai di qui.
Io: mi dai questa possibilità?
N: fa come vuoi, io non ti aiuterò in niente.
Io: lo porti in sala interrogatori, ho bisogno di parlargli.
N: non infastidirmi. *mi guardò arrabbiato*
Io: non ci metteremo tanto. *ero un po' impaurita*
G: Horan ti conviene seguire lei che me, perchè sarà sicuramente più piacevole.
Lo portarono in sala interrogatori e io lo raggiunsi.
Io: *entrai*
G: avete una decina di minuti. *aprì la porta per andarsene*
Io: può levargli le manette? *ero titubante ma avevo bisogno della sua fiducia*
G: vuoi rischiare la vita? *aggrottò le sopracciglia*
Io: posso sopravvivere, ma il mio cliente deve stare a suo agio.
G: come vuoi, ma poi non venire a lamentarti con me. *prese le chiavi e gli tolse le manette*
Io: grazie. *chiuse la porta facendolo uscire*
N: *restò seduto*
Io: okay, ho studiato il tuo caso nei minimi dettagli e, pur essendo un caso complesso, penso di poterti aiutare. *mi sedetti difronte a lui*
N: *mi guardò in silenzio*
Io: puoi per favore dire qualcosa?
N: sei un'illusa dolcezza. *non mi guardò*
Io: sono brava.
N: non sei neanche un avvocato e credi di poter fare i miracoli. *si girò verso di me con uno sguardo schifato*
Io: *restai spiazzata dalle sue parole*
N: che c'è credevi che ti avrei ringraziato? Che facendo questo gesto io sarei stato gentile con te? *alzò un po' la voce*
Io: *ero spaventata anche se cercavo di nasconderlo*
N: non fare questi giochetti con me. *aveva gli occhi cupi*
Io: sono certa di poterti almeno far diminuire la pena. *presi la sua cartella*
N: non ho bisogno del tuo fottuto aiuto. *mi prese il polso*
Io: *tremai quando sentii la stretta*
N: non fare l'angelo con me, e tieniti la tua compassione. *si alzò in piedi sbattendo le mani sul tavolo*
Io: non...era mia intenzione. *non sapevo da dove avessi preso la voce per parlare in quel momento*
N: e la prossima volta non sarò così gentile. *si avvicinò a me e mi tirò su per il braccio*
Io: *chiusi gli occhi per il terrore che mi potesse far del male*
N: *mi lasciò e chiamò la guardia per uscire*
-
Entrai in prigione dopo che ero mancata per qualche giorno, dato che ero rimasta traumatizzata dal comportamento di Niall, ma nonostante tutto ero ancora convinta della mia decisione di prendere lui come mio caso.
Io: buongiorno. *salutai le guardie che erano sedute nella sala relax*
J: buongiorno sharol, come stai?
Io: bene, perchè? *presi il caffè*
Adam: le voci girano veloci tra i carcerati, Horan non è stato un gentiluomo con te.
William: non dovevi fidarti così tanto da fargli togliere le manette.
Io: okay, non succederà più, adesso non ne parliamo.
J: forza vieni con me, ti porto a prendere un po' d'aria, mentre loro fanno la loro ora fuori. *si alzò*
Io: grazie. *lo seguii*
J: forza tutti fuori. *urlò mentre le celle si aprivano*
Uscimmo tutti fuori ma ad un certo punto scattò una rissa.
J: tutti a terra con le mani dietro la testa. *urlò*
Nessuno gli diede retta e continuarono a picchiarsi due detenuti con il resto che li incitava.
J: ho detto tutti a terra. *cacciò un'arma*
Io: *mi avvicinai per vedere chi stesse litigando*
N: *aveva steso uno e stava sopra di lui mentre continuava a picchiarlo*
J: Horan! *cercò di fermarlo*
Io: *mi misi una mano sulla bocca per quello che stavo vedendo*
L'uomo sotto Niall era pieno di sangue e si muoveva a malapena.
Finalmente arrivarono altre guardie e riuscirono a fermare Niall che contrava a dimenarsi.
Presero l'uomo a terra e lo portarono in infermeria.
Bloccarono Niall che incontrò il mio sguardo.
N: impressionata? *si rivolse a me con un sorrisetto sul volto*
Io: *restai immobile a guardarlo*
J: sta zitto Horan. *gli mise le manette e lo portò all'interno*
Io: *trovai il coraggio di parlare* dove lo portate? *li seguii*
J: in isolamento.
Io: ma...
J: sharol!
-
Ormai era passata una settimana e Niall era ancora in isolamento, nonostante il suo comportamento mi dispiaceva per lui e dopotutto era ancora il mio caso.
Così quella mattina decisi di andare a vedere come stesse anche se non avevo accesso all'isolamento.
Riuscii comunque ad entrare in quel reparto senza essere vista da nessuno e raggiunsi la cella che sapevo fosse quella di Niall.
In quel corridoio si sentivano solo urla e lamenti, era davvero inquietante ma dalla cella di Niall non proveniva nessun suono, ero preoccupata gli fosse successo qualcosa.
Io: *presi coraggio e bussai alla cella*
Non sentii nulla allora presi l'insensata decisione di aprire quella cella. Presi le chiavi che erano lì vicino e l'aprii. Ero terrorizzata da quello che sarebbe potuto accadere o semplicemente quello che avrei trovato.
Ma una volta aperta vidi solo Niall steso a terra con le gambe appoggiate al muro.
Io: ciao. *lo guardai*
N: *non si girò neanche* non dovresti essere qui.
Io: ero preoccupata. *non avevo neanche controllato quello che avevo detto*
N: il fatto che tu provi dei sentimenti per me dimostra tutti i tuoi complessi e carenze affettive. *continuò a guardare il soffitto*
Io: non ho carenze affettive. *mi difesi*
N: sicura? Nessun complesso di Edipo su tuo padre?
Io: *rimasi paralizzata, mio padre era un argomento delicato per me, che non mi piaceva affrontare*
N: se entri ne parliamo. *si girò con il suo solito ghigno sul volto*
Io: non dovrei essere qui. *indietreggiai e stavo per richiudere la cella*
N: dove credi di andare? *si alzò di scatto e bloccò la porta mettendoci una mano sopra*
Io: *provai a chiudere la porta ma lui era troppo forte*
N: *mi prese per il polso e mi tirò dentro, chiudendo la porta dietro di me*
Io: *guardai la sua mano accanto al mio volto*
N: adesso sei in trappola. *sussurrò al mio orecchio*

ANGOLO AUTRICE
Scusate ma sto leggendo Duplicity...
Arriva la seconda parte nel prossimo capitolo.

One shots Niall Horan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora