chapter:42

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circuito di suzuka, tokyo📍

2 giorni dopo

Ero in camera pronta per la gara, con la mia tuta che non smettevo di osservare davanti allo specchio, ripassavo il numero uno attaccato alla mia tuta con il dito, mentre prendevo respiri profondi, per mantenere la tranquillità che oggi mi stava decisamente sfuggendo di mano, non ero sicura di me stessa, differentemente dalle altre gare mi mancava qualcosa, e speravo con tutta me stessa che non fosse lui la cosa che mi mancava.

Sentii bussare alla porta e mi precipitai ad aprire:
"Ehy lando"
"Ho tardato?"
"Nono andiamo tranquillo"
Uscii e chiusi a chiave la stanza incamminandomi insieme a lui verso il box.

"Sei in ansia vero?"
"Si vede così tanto?"
Chiesi guardando diritto negli occhi l'inglese, che si affrettò a rispondere:
"Si, ma dovresti stare tranquilla, quinta è un'ottima posizione"
"Si e parto sulla stessa linea con pierre"
"Quindi è questo il problema?"
"Non lo so, non riesco a capirlo, sono così confusa"
"Se vuoi un consiglio da un amico, in pista devi pensare solo a te stessa, anche se vicino hai il grande schumacher o pierre gasly, devi correre come se vicino a te nin ci fosse nessuno, corri come se fossi da sola in pista"
"Grazie lan, davvero"
"E di che"
Gli lasciai un bacio sulla guancia e mi diressi verso il mio tanto amato e tanto odiato box, quando venni strattonata verso il box opposto, e appena la presa si alleggerì vidi quei dannati occhi blu, che mi fissavano, mi scrutavano, ma non mi lasciai incastrare che tolsi la sua presa da me, guardandolo in cagnesco, e dissi:
"Ma mi spieghi cosa vuoi?"
"Cosa c'è tra te e norris?"
"Non sono più affari tuoi, ricordi tu per me non devi più essere niente, sono state le tue parole"
"So cosa ho detto"
"Bene allora ti sei riposto da solo"
E non lo lasciai controbattere che me ne andai, verso il mio box pronta a dare il massimo su questa pista.

Aspettavo che iniziavano ad illuminarsi le luci dei semafori, mentre continuavo a ripetere dentro di me le varie strategie, e come mi sarei dovuta comportare in pista. 

Ero terza, avevo fatto una partenza straordinaria dovevo ammetterlo, mancavano pochi giri e dovevo resistere, dovevo mantenere la posizione, e questo podio lo avrei difeso con le unghie e con i denti, dovevo farlo per il team, ma dovevo farlo anche per me, avevo bisogno di un po' di gloria.

"Due giri benedetta, due giri e sarai sul podio"
"Sto cercando di dare il massimo andreas"
"Continua così lo sappiamo"
Continuai a spingere come se non ci fosse un domani, dietro di me avevo pierre, riuscivo a vederlo dallo specchietto, quando il mio sguardo fu attratto dal fuoco che proveniva dal mio posteriore.

Il mio stomaco subito si attorcigliò, non potevo fermarmi, dovevo continuare a correre, avevo quasi finito, ma guardai per troppo tempo lo specchietto, che andai ad un'altissima velocità contro il muro, stavo per perdere i sensi, quando sentii dalla schiena il forte calore del fuoco che proveniva da dietro, così strisciai da sotto l'alo e uscii giusto in tempo per vedere la mia amata monoposto prendere fuoco del tutto, subito vennero i medici a soccorrermi ma non volevo aiuto, volevo solo sprofondare, se fossi caduta nel sonno stavolta non l'avrei passata liscia, probabilmente sarei morta, provocando dolore a chissà quante persone o chissà a quante poche persone, sarei morta con il senso di incompletezza che mi tormenta da chissà quanto tempo, e non potevo permetterlo, non avrei mai accettato di andarmene via in questo modo, se dovevo morire, sarei morta ridendo, non così, salii sull'ambulanza senza guardare nessun monitor e mi feci portare nel centro medico, mentre papà entrava nell'ambulanza.

pov's pierre:

Lei mi stava davanti, e potei vedere la sua macchina prendere fuoco, andare fuori pista e poi esplodere, solo quando vidi che lei era già uscita dall'auto potei prendere un respiro di sollievo, mi sentivo meglio, ma non mi godei il podio da terzo posto a pieno, infatti appena scesi dal podio stavo andando a cercarla, quando fui fermato da max:
"Sai dove è andata non riesco a trovarla"
"No max non lo so, stavo andando a cercarla, mi hanno detto che è uscita dal centro medico"
"Meglio se non la vai a cercare, vederti non le migliorerà la situazione"
"Faccio quello che voglio, dovresti averlo capito"
E detto questo me ne andai, e forse avevo capito dove si era andata a mettere, nel suo posto speciale, che dalla rottura era diventato anche il mio.

Corsi verso il box, cui all'interno non c'era più nessuno, a parte la monoposto interamente bruciata di benedetta, era rimasto intatto solo il suo numero, il numero uno si vedeva perfettamente, e mi ricordai come se fosse ieri perché aveva scelto il numero uno:

"Allora?"
"Allora cosa gasly?"
"Perché proprio il numero uno?"
"Lascia stare è solo una storia noiosa e strappalacrime"
"Perfetto, ho così tanto tempo adesso"
"Va bene te lo dico ma non devi dire niente a nessuno giornalista o altro"
"Giuro"
"Da piccola volevo essere il numero uno, il numero uno in tutto, questa cosa me l'aveva tramandata papà, quando entrai nella formula tre il numero come volevo, il sette, non c'era, così mi ricordai che stavo realizzando il mio sogno, e che volevo, e che dovevo essere il numero uno anche li, così ecco come è nato questo numero, e ogni giorno voglio essere quella bambina che volevo essere il numero uno in tutto"
"Wow"
Fu l'unica parola che riuscii a dire dopo tutto questo, lei era la donna più forte che avevo mai conosciuto in vita mia.

Accantonai da parte questi bellissimi ricordi, e andai verso di lei, che ammirava il tramonto che calava proprio dietro la pista:
"Come stai?"
"Cosa vuoi ora pierre?"
Non risposi e le porsi la mano per farla alzare, lei non me la prese, ma si alzò ugualmente, non interrompendo mai il nostro contatto visivo che si era creato:
"Io non posso vivere senza di te, ho capito che ho fatto una cazzata, questo incidente mi ha fatto capire che senza di te non posso vivere, non posso vederti così vicina a norris, non posso starti lontano, e ho paura si, ma è più grande la paura di perderti"
Non mi rispose, ma vidi una lacrima scenderle lungo il viso, anche io avevo gli occhi lucidi, ma non piansi, non riuscivo a capire la sua riposta, fino a che non sentii le sue labbra combaciare alla perfezione, il braccio era salato, per le lacrime che stavano scendendo a tutti e due, ma quanto mi era mancata, le sue labbra, il suo viso, tutto di lei.

Il bacio ben presto si fece più approfondito, la presi in braccio, e l'appoggiai su un tavolino dove in genere ci stavano gli attrezzi, le sfilai la maglietta, e lei fece fare la stessa fine alla mia, ammirai il suo bellisimo seno, e continuai a baciarla, le sue labbra erano diventate una droga per me.

"Pierre scusa non ci riesco, mi hai ferito troppo"
"Non fare come ho fatto io ti prego"
"Noi due siamo uguali non ricordi, se è destino ci rincontreremo, ma ora non voglio soffrire"

SPAZIO AUTRICE:
Prima scappa uno, poi scappa l'altro, tutto questo è o non è destino?
sapete di amarmi
XOXOXO💘

~my favorite mistake~ Pierre Gasly Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora