chapter:47

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London, england📍

Mi trovavo in camera dell'hotel, dove nella sala ricevimenti di quest'ultimo si sarebbe tenuto il matrimonio, aspettavo che max, il mio accompagnatore, uscisse dal bagno, mentre io ammiravo il mio favoloso vestito, era rosso, con una scollatura non troppo aggressiva sul petto, che lo rendeva molto elegante,poi si estendeva in tutta la sua lunghezza, e sulla coscia si apriva un lungo spacco che evidenziava la mia gamba destra, sulla vita era stretto, e riusciva a mettere in mostra tutte le mie forme, ci abbinai degli orecchini argentati, che mi aveva regalato max, erano degli anelli aperti a metà tempestati di svaroski.

Improvvisamente bussarono alla porta, e richiamai max, credendo che lando ci fosse venuto a chiamare, invece aprii la porta e non c'era nessuno, guardai lungo il corridoio, quando il mio sguardo cadde su una scatoletta che si trovava per terra, tutta impacchettata:
"Che è una bomba?"
"Spero di no max"
Che era comparso dietro le mie spalle, con il suo classico smoking nero, presi la scatolina e entrai in stanza, per vederne il contenuto.

Sciolsi il fiocco, aprii la scatolina e vidi una meravigliosa collana interamente argentata, che copriva perfettamente il vuoto che c'era nel mio petto, causato dalla scollatura del vestito, mentre ammiravo questa meraviglia, max mi disse:
"Guarda c'è un biglietto"
Lo presi e ne lèssi il contenuto:

Sono sicuro che ti starà benissimo, come qualsiasi cosa, ci vediamo al ricevimento, spero che la indosserai.

"Secondo te chi è questo matto?"
"Non ne ho la più pallida idea max, lo scopriremo al ricevimento"
"Aspetta te la metto"
Scostai i capelli, e lasciai che max mi allacciasse la collana dietro al collo, subito sentii il freddo sul mio petto, ed era una sensazione bellissima, max mi diede una pacca sulla spalla per dirmi che aveva fatto, così mi alzai, e mi diressi verso la porta, così io e max uscimmo mano nella mano e mi sussurrò:
"Sei bellissima comunque"
"Anche tu"
Risposi prendendo un grande respiro e ripetendo a me stessa che dovevo accettare l'idea che mio padre prima o poi si sarebbe sposato, almeno lui non mi aveva dimenticato per fare la sua vita spensierata.  

La cerimonia durò poco, non stetti mai sulle sedie davanti, perché sennò mio padre poteva notare i miei sbuffi che facevo con max.

Odiavo queste cose, erano solo cerimonie cariche di diabete e cose smielate, e dopo un anno passato come due angeli scendeva l'inferno, tra corna e bambini.

"Sai sei proprio acida"
"io lando? o tu che volevi fare lo scapolo stasera?"
"Stai zitta"
E mi tirò una mollica di pane,guadagnandosi un mio sguardo in cagnesco, mentre ridevamo e scherzavamo durante il pranzo.

Tenni il sorriso per tutta la durata del primo piatto, quando vidi entrare, pierre nella stanza, che si dirigeva verso di zak, e interpretando le sue labbra capii che gli aveva detto "scusa per il ritardo" ci fissammo un attimo, e ammirai il suo smoking blu che gli calzava a pennello e risaltava i suoi occhi ormai spenti, e poi max mi sussurrò a l'orecchio:
"Sapevi che ci sarebbe stato anche lui?"
"No max sennò non avevo questa faccia"
"Dai pierre siediti qua!"
Intervenne charles facendo un cenno con il braccio, e il francese ci raggiunse sedendosi a un posto di distanza da me.

Mentre aspettavamo la seconda portata, degli amici delle superiori di papà dedicarono delle canzoni alla coppietta felice, tutti ci alzammo per vedere papà e sandy ballare un lento, quando qualcuno gli dedicò una canzone di jonny scandal:
"Chi dedica le canzoni di jonny scandal a un matrimonio?"
Sussurrai a lando che rispose:
"Uno che non capisce niente di musica"
Risi, coprendomi la bocca con la mano, quando sentii le parole della canzone:

"ti ho insegnato a far l'amore, tu mi hai insegnato ad amare, ma non ho ancora imparato quindi devo ripassare"

"Vorrei abbracciarti fino a farti male e ti vorrei chiamare,ma prima ti vorrei mancare"

"Quante volte te lo devo dire che non devi piangere, che il tuo viso non è proprio posto per le lacrime"

"E c'è una cosa che ancora non sai"

"Che eri il più bello di tutti i miei guai"

Gli altri suoni improvvisamente si ovattarono, e a sentire quelle parole mi girai verso di lui, quelli della canzone eravamo noi, solo noi, pensai a tutto quello che avevamo passato insieme e mi sentii improvvisamente... vuota.
Vidi pierre uscire dalla sala, e andare chissà in quale altro posto dell'hotel, ma stavolta decisi di agire, e lo seguii, anche se era già scomparso.

Camminavo velocemente per i corridoi dell'hotel, si sentiva solo il rimbombo dei miei tacchi, finché non venne contrastato da una dolce melodia, di un pianoforte.

Incuriosita seguii il suono che mi portò in una stanza enorme che si trovava dalla parte opposta della sala ricevimenti, mi affacciai leggermente alla porta e vidi proprio lui, pierre gasly, suonare questa dolce melodia, al contrario del suo ormai freddo cuore.

Rimasi a sentire fino alla fine, chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dal dolce suono, che improvvisamente si interruppe, così aprii di scatto gli occhi e vidi che si era accorto della mia presenza,e per sdrammatizzare dissi:
"Non sapevo suonassi il piano così bene"
"Non sai ancora molte cose"
Accennai un sorriso, e entrando definitivamente nella sala dissi:
"Io non ho mai imparato, mia madre sapeva suonarlo ma non mi ha mai voluto insegnare"
"Vieni qui"
Dissi, e mi fece spazio sullo sgabello, così spostando il vestito da in mezzo ai piedi mi andai a sedere, sentendo il leggero contatto tra le nostre gambe:
"Questo è il do"
Così avvicinai la mano per premere il tastino, ma toccai la sua mano fredda, subito spostai la mia, ma già dei brividi si erano impossessati di me"
"Questo è il re, e questo è il mi"
Ma non stavo più guardando la tastiera, mi ero fissata nel guardare lui immerso nella concentrazione e nel divertimento.

Pierre si accorse della mia assenza mentale, e si girò verso di me, i nostri occhi si incatenarono, e non mi accorsi che anche le nostre mani erano di nuovo e inspiegabilmente unite, il suo sguardo passava dai miei occhi alle mie labbra, io continuavo a pensare a solo una cosa... morivo dalla voglia di fiondarmi sulle sue labbra.

E come se riuscisse a leggermi nel pensiero, pierre fece proprio questo, le nostre labbra si unirono, e le nostre lingue iniziarono a fare quel ballo che solo loro sapevano fare, le farfalle invasero il mio stomaco, e un turbinio di emozioni mi avvolse.

Il bacio ben presto divenne sempre più approfondito, e io mi misi sulle sue gambe, iniziando a fare movimenti circolari con il bacino, mentre le nostre labbra non si erano mai staccate, nemmeno per riprendere fiato, pierre mi abbassò delicatamente la cerniera del vestito, mentre io iniziai a slacciare la sua camicia, rivelando i suoi bellissimi e scolpiti addominali, passai la mano su di essi, e sentii la pelle rabbrividire al mio tocco, alzai lo sguardo e gli sorrisi, con un movimento veloce pierre mi sfilò l'intimo sotto, ma prima di iniziare mi disse:
"Ti amo cazzo"
"No se lo dici così non vale"
Dissi ridendo, rise anche lui, ma ci staccammo un attimo, ci guardammo, come per assicurarci che fossimo lucidi, e che entrambi sapevamo cosa volessimo, e poi riprendemmo ansimanti e insaziabili il nostro bacio, mandando tutto a puttane e incuranti che qualcuno ci potesse vedere.

SPAZIO AUTRICE:
finalmente è successo, e nel migliore dei modi direi, chi avrà regalato la collana a benedetta?
alla prossima
XOXOXOXO💘

~my favorite mistake~ Pierre Gasly Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora