Capitolo 10

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<< La tua bellezza non ha eguali. Sei incantevole >>.

Risi.

Non sopportavo le lusinghe. Mi imbarazzavano e il più delle volte non riuscivo ad accertarmi fossero vere o meno.

<< Sei un bugiardo >>.

Era tardi. La luna aveva preso il posto del sole, rischiarava l'oscurità invadente. Da soli, su di un letto regale, io e Ruslan discutevamo come fossimo stati una coppia.

Il nostro rapporto mi rendeva nervosa, il più delle volte. Ero in bilico quando eravamo insieme. Quando mi stava accanto, mi sentivo così viva. La paura e la tensione che provavo mi accendevano, mi rendevano bruciante di desiderio.

Mi incupii, dubitando di lui e delle sue intenzioni. Se avessi potuto, gli avrei letto nella mente. Avrei saputo la sua verità, senza ridicoli convenevoli.

La realtà era invece difficile, dovevo agire per tentativi e provare ad indovinare i suoi sentimenti.

<< E' la tristezza a renderti avvenente, il tuo sguardo è il più malinconico che abbia mai visto >> la sua voce era solo un sussurro. Mi sporsi all'indietro per sentirlo meglio. Delle parole insolite e inaspettate mi ritraevano come una principessa triste delle favole.

Peccato che la mia storia era ben lontana dall'essere una favola.

Mi girai e la sua vista mi diede alla testa, destabilizzandomi completamente. Dovevo ancora abituarmici. Forse non lo avrei mai fatto. Indossavo ancora la sua giacca, molto più grande rispetto alle mie proporzioni. Le mie gambe fasciate si aprirono involontariamente, rivelando la mia parte più nascosta. Ruslan sussultò, stupito dalla mia audacia.

<< India, io... >> dissimulò le sue convinzioni, avvicinandosi. Le labbra a un nonnulla da un bacio. Riuscivo a sentire il calore del suo respiro.

Avrei voluto morisse per me. Come io morivo per lui.

Era diventato il mio tutto, il centro del mio universo.

Detestai l'atrocità di quel pensiero. Detestavo essere così vulnerabile.

<< Non posso >> chiarì, prima di allontanarsi da me. Quel distacco fu doloroso. Non volevo che mi lasciasse nuovamente sola. Avevo bisogno di lui.

Era incredibilmente frustante. Complicato.

C'era qualcosa a trattenerlo, come se stesse provando a placare una sua lotta interiore. Ma fu impossibile determinarne la causa. Non ci conoscevamo abbastanza, dopotutto.

Riluttante, scese dal letto assorto nei suoi pensieri. I suoi passi risuonarono lenti nell'ambiente.

<< Sarò nella stanza a fianco >> mormorò, esitante.

<< Buonanotte >> mi salutò educatamente, prima di lasciarmi in balia di me stessa.

Pervasa da supposizioni, dubbi e insicurezze, crollai in un sonno profondo. Mi addormentai smarrita, molte preoccupazioni sembrarono acquietarsi. Alla fine, non ero poi così sola.

Ruslan.

Quel giorno aveva deciso di starmi vicino, e non mi importava quanto sarebbe durato. Avrei cercato di apprezzarne ogni momento. Nel bene e nel male.

Era rimasto. Era lì, nella stanza accanto alla mia, a pochi passi da me.

RiflessiWhere stories live. Discover now