Capitolo 30

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Ci volle un po' per raggiungere quella parte di Lys, seguii Ruslan in quella landa desolata. L'aria gelida si andava condensando in candide nuvole di vapore, la Foresta di Diamanti era divenuto un luogo sicuro, affabile. Ci ritrovammo in quei sentieri familiari, la strada si contornò di fiori luminescenti, la natura risplendeva nella sua essenza. Non era mai stata così rigogliosa, il luccichio della vegetazione mi lasciò sbalordita. Nuovi fiori rischiaravano l'oscurità, il colore del blu predominava sugli altri.

Camminammo accanto, lentamente e mano nella mano. D'un tratto Ruslan eluse quel contatto, per chinarsi e raccogliere una di quelle piante. Lo guardai stranita, ammaliata da quel blu scintillante. Prese una sorta di fiore che iniziava a schiudersi, era diverso rispetto agli altri e non emanava sufficiente luce. Lo incastonò delicatamente tra i miei capelli. Me li accarezzai con le dita, prendendo quell'umile bocciolo e rigirandomelo tra le mani.

Come a rispondere alla mia domanda, mi disse: << Sono sicuro che risplenderete entrambi, un giorno >>. Le sue parole furono confortanti, mi diedero il calore di cui avevo bisogno. Mi fecero sorridere. Lui mi aveva rassicurato, di nuovo.

Al tempo stesso, mi sentii inquieta. Ruslan si aspettava cose che non potevo promettergli, continuava ad avere sin troppa fiducia, in me.

Mi morsi l'interno di una guancia, provai un dolore confortante. Mi bloccai sui miei passi ma lui mi esortò a continuare il cammino. Alla fine della foresta, uno spettacolo immenso.

Vidi il fiume che aveva dato inizio alla nostra storia. Ma in quel momento non c'erano mostri affamati, pronti a sbranarmi. Quella visione oscura e inquietante, aveva lasciato il posto ad una prospettiva magnifica. Mi sembrò di sognare, non credetti a ciò che vidi.

Una miriade di farfalle bianche aleggiava nell'aria, quegli animaletti avevano occupato quel luogo angosciante, donandogli luce e vita. Volavano in ogni dove, il fiume e l'orizzonte ne furono pieni. Attorno a noi, il bianco delle loro ali.

<< Tutto questo non può essere vero, io... devo star sognando >> mi passai una mano tra i capelli, accecata dal tanto stupore. Me ne ritrovai una sulla testa, zampettò fino a cadere sulla mia fronte. Ruslan mi guardò rilassato, rapito dalla mia contentezza. Si lasciò andare poco dopo, quando la stessa farfalla volò nella sua direzione. Ridemmo di gusto, insieme. Mi deliziai di quel momento.

Avevo temuto i lupi minacciosi, sognato e rivissuto più volte quegli attimi terribili. Ma in quell'istante, le mie paure apparvero infondate, l'incanto che avevo davanti leniva le ferite passate. Mi addolcii, visibilmente entusiasta per quella sorpresa.

<< Sei pronta? >> mi chiese, faticando un po' a causa del dolore.

Fui condotta fino ad una conca racchiusa tra due grosse querce. Coperta e nascosta dalla penombra, c'era una specie di barca in legno.

La estraemmo insieme, segretamente mi ritrovai ad essere entusiasta dei suoi sforzi, il suo stare male non gli aveva impedito di farmi... vivere. Vivere, come non facevo da tempo.

Gliene fui grata, ebbi una conferma importante.

Sulla barca, esplorammo il lago in tutta la sua bellezza. Seduta di fronte a lui, mi ritrovai ad ammirare la sua forza. Nonostante fosse ferito, bastava un suo accenno affinché ci spostassimo ampiamente. Remava, trasportandomi in un mondo senza eguali.

Invademmo quello spazio puro e incontaminato, ci contornammo di una bellezza senza tempo. 

<< Come sapevi di questo posto? >> fui sopraffatta dalla curiosità, Ruslan sembrava sempre essere un passo avanti, rispetto a me.

<< Lo sapevo. Mi é capitato di vederlo, svariate volte >> dichiarò, ridacchiando.

Mi soffermai su alcune farfalle posate con cura sul suo remo.

<< Con... Kristina? >> mi pentii subito di averglielo chiesto. Lui alzò un sopracciglio, divertito e intrigato. << Non starai ancora pensando a lei? >> mi scrutò con i suoi occhi neri, intimorendomi e costringendomi ad abbassare lo sguardo. In sottofondo, il rilassante rumore dell'acqua, che si infrangeva ardita sul legno solido e massiccio.

<< No, certo che no >>. Decisi di tenergli nascosto il mio incontro con lei. In ogni caso, parlargliene non sarebbe stata una buona idea.

Trascorremmo il resto dei minuti in silenzio, un silenzio assordante. Mi ritrovai a fissare le mie mani, per ostinazione. Perché lui mi imbarazzava. E lo avrebbe fatto, sempre.

Un urlo straziante risuonò nell'ambiente, quella quiete si infranse sullo scoglio della realtà.

Guardai quella macchia rossa allargarsi, sempre di più. Ruslan si accasciò, stremato per gli sforzi fisici a cui si era sottoposto. Gli sforzi a cui lo avevo obbligato.

Lo vidi sporgersi per poi cadere in acqua, privo di sensi. 

<< No! >> mi tuffai senza esitazione, decisa a salvarlo.

<< Ruslan, ti prego! >> urlai, non appena mi strinsi a lui nel lago, sollevandogli il capo per farlo respirare correttamente. In realtà non sapevo bene cosa gli stessi chiedendo, volevo semplicemente salvarlo. Mi scostai i capelli bagnati dal viso, allontanai le lunghe ciocche che mi offuscavano la vista, e con fatica iniziai a nuotare verso la sponda più vicina.

Ruslan mi aveva portato ad avere una forza inaudita, mi aveva reso forte. Nuotai fino a quando non lo misi al sicuro.

Dopo un tempo che parve infinito, i nostri corpi grondanti d'acqua furono sul manto erboso.

Lui respirava a malapena, adagiai il suo corpo sull'erba molle. Rimasi a vegliarlo insieme ai nostri amici fluttuanti.

Mi disperai. Premetti con forza le mie labbra alle sue, cercando di donargli il mio ossigeno. Speravo si svegliasse.

<< Per favore >> singhiozzai tra le lacrime che si mescolarono al grondare della sua maglietta.

<< Ti prego... non lasciarmi >> speravo mi sentisse, che accettasse di rimanere.

<< Ho bisogno di te >> mi lasciai andare, dopo infiniti tentativi. Bagnati, imbrattati dalla natura più selvaggia, uniti. Mi addormentai abbracciando il suo corpo esanime.

RiflessiTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang