Capitolo 34

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Una situazione insostenibile, disumana. Dovevo evitare accadesse il peggio, aiutare quella ragazza in difficoltà. Ma la verità era che lo eravamo entrambe, in difficoltà. Inerme, stavo per assistere ad una disgrazia senza precedenti. E dovevo impedirlo, evitare che accadesse quella barbarie.

Quegli animali si nutrivano della nostra paura, dovevamo impedirgli di farlo ancora. Combattere quel buio con la luce.

Mi passai entrambe le mani nei capelli, un gesto che delle volte accomunava me e Ruslan.

Ruslan.

Quanto avrei voluto fosse lì, a difenderci. Invece, mi trovavo da sola. Ero sola a combattere quell'oscurità.

Inconsciamente, misi le mani nella tasca della giacca, forse per sentirmi più vicina a lui. Per illudermi fossimo insieme, ancora in quel letto caldo e confortevole. Al riparo da tutto, al riparo dal mondo.

Le mie dita entrarono in contatto con i petali lisci e vellutati del fiore che Ruslan mi aveva donato. Lo afferrai, portandolo fuori da quella fessura nera. Nell'oscurità, la sua luce rischiarava e dava conforto. Emanava vita e speranza. Quel bagliore si posò in direzione di uno di quei mostri. Vidi quella bestia soccombere, ritornare al suo stato originario. In un attimo mi fu chiara la soluzione. Orientai la luce in direzione dei serpenti, poco a poco li vidi trasformarsi negli esserini pacifici e tranquilli che dovevano essere stati, un tempo.

E così da serpenti letali, si manifestarono nella loro reale essenza. Osservai quei docili cerbiatti esplorare l'ambiente, corsi verso Clara che nel mentre si era chiusa in sé stessa. Era sprofondata a terra, coprendosi il capo con le mani.

<< Va tutto bene, se ne sono andati >> le dissi preoccupata, ma quella ragazza sembrò non ascoltarmi. Continuava a singhiozzare, a cullarsi come se fosse stata una bambina.

<< Clara, Clara é finita! >> le accarezzai una mano, cercando di portarla via dal suo visino impaurito. Vidi i suoi occhi, grandi e azzurri, scrutarmi attentamente. Ci volle un po' prima che ritrovasse il suo equilibrio.

<< Grazie. India... ti devo la vita >> si portò verso di me, abbracciandomi con decisione. Sentii le sue lacrime posarsi sulla mia spalla. Mi bagnò la pelle e d'istinto la strinsi più forte a me.

<< Senza di te, sarei morta >> mi confidò, rattristata.

Mi rigirai quel fiore tra le mani, ne osservai il candore. Era sbocciato, finalmente. La sua luce ammaliava, il colore e i petali ne confermavano la bellezza.

Avrei dovuto ringraziare Ruslan, il merito era anche un po' suo. Senza saperlo, mi aveva regalato un'arma letale.

<< Presto, usciamo da qui >> le dissi, temendo nuovi attacchi.

Clara mi sorrise ed annuì leggermente. Quello spavento sembrava averle tolto le energie, la aiutai ad alzarsi, stupendomi della sua debolezza. Vacillò più volte, incerta ed esausta.

Ci rimettemmo in cammino, dirette verso l'uscita.

La foresta era ampia e insidiosa. Diverse ramificazioni conducevano in vie torbide e deformi. Ebbi paura di perdermi, quell'ambiente era così opprimente. Angosciante. Dovevamo andarcene. Percorremmo una strada spoglia, annerita. Tutto intorno a noi era morto, udimmo un silenzio assordante.

Stringevo il fiore di Ruslan, nel caso qualche animale avesse deciso di attaccarci. Ma una strana quiete decise di assisterci, fino a quando non fummo fuori da lì.

Ritrovammo la luce e la libertà.

<< Non posso crederci, sono viva. Mi hai salvato >> . Clara non la smetteva di ringraziare, me ne sarebbe stata grata per sempre.

<< Come facevi ad essere lì? >> mi chiese, curiosa.

Dopo infiniti passi, eravamo sedute a riposare sull'erba alta e rigogliosa. Il verde e l'azzurro di un lago si stagliavano di fronte a noi. Mi distesi, osservando il bianco delle nuvole.

<< E' complicato da spiegare. Ma ho avuto una premonizione >>. La vidi scuotere la testa, guardarmi confusa.

<< Non capisco >> si distese su quell'erba, girandosi di lato per guardarmi meglio.

<< E' così, da giorni io... vedo delle cose >> annuii, come se fosse stata la cosa più normale del mondo.

<< Cose... che tipo di cose? >> volle sapere. Immerse in quella natura rassicurante, eravamo in balia del vento e dei nostri pensieri.

<< Ho seguito una sorta di animale, é stato lui a portarmi da te >> oltre i ciuffi d'erba, scorsi la sua espressione corrucciata. Clara mi sistemò i capelli, scostandomi diverse ciocche dal viso. << Allora, sono stata molto fortunata >> constatò, sorridendomi.

<< E quel fiore blu? >> chiese, osservandolo meglio. Mi rigirai il piccolo stelo tra le mani, scuotendo la testa. Per tutto il tempo, lo avevo tenuta stretto al petto.

<< Me lo ha dato Ruslan, se sei viva é anche merito suo >> spiegai, i pensieri volti a lui. Mi ritrovai a sorridere senza motivo.

<< Ah ah Ruslan >> mi sorrise. Era così bella quando lo faceva. In diversi momenti avevo notato la bellezza che aveva nel lasciarsi andare, la luce che possedeva quando rinunciava alle sue paure. In quella foresta, mi era parsa diversa, quasi non sembrava più lei.

Invece, in quel momento era così rilassata, godeva di una pace dei sensi. Ci abbandonammo alle quiete e alle confidenze.

<< Ruslan esatto >> le sorrisi a mia volta. Mi sembrò di parlare con un'amica, quella sensazione di familiarità crebbe in me a dismisura. Riaffiorarono alle mente ricordi sbiaditi di noi. Ma non seppi se fosse un sogno o la realtà. Non riuscii a ricordare dove ci eravamo incontrate.

<< Lui... ti piace. Non é vero? >> tirò fuori la lingua, facendo una smorfia buffa. Non riuscii a reprimere il sorriso che mi stava nascendo sulle labbra.

<< Sì, è così >> le confessai, in imbarazzo.

<< Ma anche in questo caso... >> dissi, tormentando quel fiorellino.

<< E' complicato >> mi anticipò lei, strizzandomi l'occhio.

<< E' impossibile >> la corressi, poco dopo.

Rimanemmo in silenzio, soppesando quelle parole.

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