Capitolo 38

56 1 0
                                    






Fummo interrotti da un fragore impetuoso. Il caos aveva iniziato a regnare tra le stanze di quella casa, noncurante di noi e delle nostre fragilità.

Eravamo sotto attacco, udii delle urla e degli spari. Il panico iniziò a regnare dentro di me, il corpo riprese a tremare.

Al di sotto, dei rumori incessanti, dei colpi violenti e pesanti. Ruslan mi regalò un breve bacio sulle labbra, prima di separarsi da me.

<< Rimani qua, per favore >> mi intimò, quando si alzò dal letto. Non riuscivo a capire, pensavo fossimo al sicuro e che nessuno ci avrebbe mai attaccato. Pensavo che quel posto fosse magico, in un certo senso. Credevo ci proteggesse dagli attacchi esterni. Ma il male era ovunque e ben presto si sarebbe intrufolato anche nella mia, di stanza.

<< Ti prego, non lasciarmi da sola >> farfugliai, insicura. << Ruslan non andartene >> aggiunsi, pregandolo inutilmente, perché lui aveva già deciso.

Sembrava quasi sapesse di quell'attacco, non aveva avuto la minima reazione. Come se lo aspettasse da tempo, sembrava fosse addirittura... preparato.

<< Tornerò presto, lo prometto >> mi salutò con un cenno del capo, richiudendo la porta dietro di sé.

Rimasi intimorita, ero così sopraffatta dalle mie emozioni. In casa pareva esserci un violento temporale, dei boati rabbiosi mi pietrificarono, su quel letto.

Ma dovevo fare qualcosa, Ruslan sarebbe potuto essere in pericolo. Mi alzai dal mio nido sicuro, in cerca di un qualche indumento da mettere e pronta per lottare.

La forza di volontà, dettata dal mio amore per lui, mi diede il coraggio di cui necessitavo. Mi rese intrepida, possedetti un'audacia inaspettata.

Spalancai la porta, inseguendo quei richiami minacciosi. Non ci volle molto ad arrivare, fui attirata velocemente in una trappola micidiale.

I miei occhi guizzarono in ogni angolo di quella stanza apparentemente vuota. Osservai l'enorme armadio che mi si stagliava davanti, l'unico arredo di cui si componeva quell'ambiente spoglio. Grande, in legno chiaro, le sue ante erano semichiuse. Si muovevano ancora leggermente, le loro vibrazioni furono quasi impercettibili eppure quell'armadio era stato appena aperto, ne fui sicura. Fissato al centro della camera, appariva come gigantesco avvertimento.

Non mi aprire, sembrava voler comunicare.

L'adrenalina fluì dentro il mio essere, mi attraversò audace, invitandomi a continuare. Avrei dovuto continuare, per scoprire la verità. Dovevo sapere cosa ci fosse dietro quei rumori, che sembravano essersi acquietati. Sembrava che quell'armadio li avesse inglobati, nel tentativo invano di nascondere quella realtà. Ma per quanto fosse orribile, avrei dovuto vederlo.

Con un gesto rapido, aprii quelle imposte. Al di là di quelle ante, c'era una parete in legno coperta interamente da uno specchio. Alto e spesso, rivelò la mia figura confusa, il mio sguardo perplesso.

Ebbi una strana sensazione, come se quell'oggetto mi stesse attirando a sé. C'era un qualcosa che ammaliava ed invitava a studiarlo meglio, mi avvicinai per capirne di più. Quella superficie era incredibilmente liscia, pulita. Risplendeva nella sua essenza.

La toccai.

Divenne acquosa, notai le piccole e grandi increspature dell'acqua distorcere il mio riflesso. Attraversai quello specchio cristallino, ritrovandomi oltre. Oltre quella superficie di vetro.

La temperatura era troppo elevata, in quella stanza faceva eccessivamente caldo.

Riconobbi le pareti blu, il soffitto chiaro, quel letto...

Ero nella camera di Ruslan.

Urlai, quando lo vidi. Eppure... sembrava che lui non mi potesse ascoltare. Ero completamente invisibile ai suoi occhi. E da un lato, ne rimasi sollevata. Perché quella scena mi devastò profondamente, scoppiai in un pianto sommesso. Davanti a me, Ruslan e Kristina stavano facendo l'amore. Erano nudi, i loro fisici statuari avvinghiati.

Lo vidi accarezzarle i capelli, sussurrarle nel mentre parole inebrianti.

<< Sei così bagnata, Kristina >> aveva detto, durante uno dei suoi numerosi affondi. Lei era a carponi, affondava le mani nel bianco del letto. Ruslan le stava dietro, pompava senza sosta nel suo orifizio. La sua espressione libidinosa crebbe man mano che spingeva nel corpo di quella giovane donna. Mi disgustò, detestai vederlo così.

Detestai fosse così con un'altra, lo odiai.

Sapevo fosse sposato, ma vederlo concretamente ridere e godere con lei, mi spezzò il cuore. Mi fece capire che lui era felice anche con un'altra donna, mentre invece per me era stato l'unico.

Sarei morta per Ruslan.

E probabilmente, io ero stata una sua avventura, una delle tante. Mi avrebbe presto dimenticato, concentrandosi magari sul trovarne un'altra. La prossima vittima.

Mi accasciai a terra, poggiai la schiena alla parete fredda. Piansi fino a perdere tutte le mie lacrime, divenni priva di emozioni. Fu difficile ma dovetti farlo. Rimasi a guardare quello spettacolo osceno fino a quando non ebbero finito.

Kristina fu ricoperta interamente di sperma, Ruslan le eiaculò su tutta schiena, oltre che nella bocca. Si era divertito ad infilarle il suo membro infinite volte in ogni cavità possibile, fino a divenirne sazio. Trattenni più volte dei conati di vomito.

Mi sarei fatta tremendamente male ma dovevo sapere, vedere ogni cosa. Fino in fondo.

Li vidi abbracciarsi, quando ebbero finito. Si abbandonarono su quel letto, soddisfatti e felici, mentre io a terra, mi abbandonai ad un pianto disperato. L'ennesimo.

RiflessiWhere stories live. Discover now