Trust me - YJ

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Trust me
Fidati di me
Cap.26





Jimin rimase chiuso nella sua stanza per tutta la notte.
Dopo la litigata con Yoongi, aveva deciso di non uscire dalla camera e di fare quello che il mafioso avrebbe voluto per lui: morire in quell'edificio senza mai più uscirne.

Aveva dormito poco e niente durante la notte, il pensiero di passare la vita come prigioniero di Yoongi era stato decisamente più allettante di esser prigioniero del padre, ma non credeva che avrebbe perso la libertà di poter uscire e stare con gli amici, soprattutto con Seokjin.

Pensi che starai meglio? Lo sai cosa fanno i mafiosi: ti danno quello che vuoi facendoti credere che lo fanno per te... Ma nel profondo ti stanno fregando.
Ricordava ancora le parole dello Hyung e non riusciva a capire come potesse avere sempre ragione.
Yoongi gli aveva mostrato un futuro bello e soleggiato, ma una volta che aveva ottenuto il suo scopo, lo aveva fregato.

"Sei uno stupido Jimin..." pigolò il rosa, singhiozzando "Come pensavi minimamente di poter vivere la tua vita... Sarai sempre l'ostaggio della vita di qualcun altro."
I singhiozzi si fecero sempre più rumorosi e Jimin immaginò di non doversi far sentire più del dovuto o sarebbe stato peggio.
Non era quello il modo di affrontare la situazione.

Yoongi all'inizio sembrava avergli concesso la possibilità di uscire, ma poi lo aveva rinchiuso senza il suo consenso, condannandolo a una vita senza respiro all'interno di quell'edificio pieno di mafiosi.

La notte passò lenta e fredda per il ragazzo.
Le lacrime avevano ormai bagnato tutto il cuscino e Jimin si addormentò stanco e sofferente dal momento appena passato.
Dormì giusto qualche ora, fin quando il sole non sorse e disturbò il suo sonno, illuminandogli il viso con i raggi cocenti e caldi.

Jimin aprì gli occhi, ancora più stanco di quand'era andato a dormire e si girò verso la finestra, guardando il sole alzarsi lungo il cielo, illuminando quella nuova giornata di Novembre inoltrato.
Scostò di poco la coperta, sedendosi sul letto, stropicciandosi il viso con le mani, sentendo le lacrime della sera precedente essersi seccate sulle sue guance.

Un senso di debolezza e dolore si fece moto nel suo cuore e Jimin si tenne stretto nelle braccia, raggomitolandosi su sé stesso.
Cos'avrebbe fatto da quel momento in poi?
Sarebbe rimasto chiuso in quella stanza come un qualsiasi prigioniero?

Si alzò dal letto, avvicinandosi alla finestra, poggiando una mano sul vetro.
Guardò con nostalgia il paesaggio fuori da quella stanza e quasi si pentì di non aver seguito il volere del padre.
Yoongi era proprio quello che insegnavano all'accademia: cattivo e perfido.

My Mafia Boss || BTSWhere stories live. Discover now